La Fondazione Forma per la Fotografia offre la possibilità di osservare, fino al 9 aprile, l’interessante retrospettiva dedicata ad uno dei più importanti fotografi del Novecento: Robert Mapplethorpe. La mostra porta, per la prima volta a Milano, 178 fotografie provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York. Un affascinante percorso consente di avvicinarsi allo stile estremamente contemporaneo, ma anche classico che ha influenzato innumerevoli fotografi e artisti.
L’ambientazione è New York, il periodo, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, è quello della rivoluzione pop, dei movimenti di liberazione delle donne e degli omosessuali, delle rivolte studentesche, della body art e delle performances. Le foto di Mapplethorpe offrono una perfetta testimonianza di quegli anni, ma allo stesso tempo sono avvolte in una sorta di atemporalità.
Dalle prime polaroid di inizio anni ’70, si arriva alle foto scattate in studio, dai ritratti di celebrità (tra cui Warhol, Patty Smith, Amanda Lear) si passa ai delicati ritratti di bambini, dai soggetti sadomaso ai fiori, dagli studi di nudo maschile si arriva, infine, alla serie dedicata ad un celebre nudo femminile: il corpo della culturista Lisa Lyon. I corpi, i fiori, i volti, sono impeccabilmente ritratti in ambientazioni asettiche. L’obiettivo è raggiungere la perfezione assoluta e, per Mapplethorpe solo lo scatto può riuscire, nel breve tempo di posa, a realizzarla e fissarla.
“Spesso l’arte contemporanea mi mette in crisi perché la trovo imperfetta. Per essere perfetta non è che debba essere giusta dal punto di vista anatomico. Un ritratto di Picasso è perfetto. Non c’è niente di contestabile. Nelle mie fotografie migliori non c’è niente di contestabile – così è. È quello che cerco di ottenere”. – Robert Mapplethorpe
M.D.