9 luglio 2006, l’Italia vince i mondiali di calcio; non succedeva dal 1984. Ma mentre tutti gioiscono, l’anziana Giovanna Sordi si getta dalla finestra del suo appartamento romano.
Un fatto da niente, o quasi.
Per tutti, ma non per il commissario Balistreri, che ventiquattro anni prima, proprio nel 1984, ha indagato, invano, sulla morte della figlia della signora Sordi, la giovane Elisa.
I salotti romani sembrano gli stessi attraversati nel corso della vecchia indagine: neppure le facce che li popolano sono cambiate, ma sono passati ventiquattro anni, e Balistreri non è più il giovane sbirro prodotto da un’“infanzia inquieta, divisa tra un prete che allungava troppo le mani, le messe da servire e le risse con i […] compagni arabi e italiani”(1); non è più l’uomo cresciuto nutrendosi di “Omero, Nietzsche e del primo Mussolini”, quello tutto “onore, azione, coraggio”. Gli anni passati, e forse quell’“unica” macchia -il non essere riuscito a chiarire le circostanze della morte di Elisa- gli hanno insegnato il pentimento e il senso del peccato; l’età e il decadimento fisico hanno fatto il resto.
Ma non c’è tempo da perdere a pensare al passato, e la morte della signora Sordi non è certo una priorità, dato che un maniaco omicida si aggira per Roma lasciandosi alle spalle una scia di cadaveri, e che le alte sfere sembrano inclini a ripiegare sui soliti capri espiatori…
Ispirato ad una serie di recenti fatti di cronaca(2), Tu sei il male, romanzo d’esordio di Roberto Costantini, già venduto -come avvisa la fascetta- in diversi paesi europei, prima ancora della pubblicazione in Italia, ha il suo punto di forza nell’intreccio ben costruito, scorrevole e perfettamente funzionante a dispetto della mole imponente, e della grande quantità di storie che confluiscono nella trama principale. Questa inconsueta precisione della meccanica (3) è legata, in buona misura, alla riuscita miscela tra la forma “classica” (4), le inedite ricostruzioni dei salotti romani dei primi anni ’80, e il realistico tratteggio dei rapporti tra politica, chiesa, servizi segreti e polizia(5).
Ottimo il personaggio del protagonista, ben delineato, originale e psicologicamente credibile (ha in più, dalla sua, il fascino decadente e maledetto degli eroi “di destra” dei quali si invidiano la risolutezza, e talvolta, pur senza condividerli, i metodi …), volontariamente presentato come “prodotto” di un passato in buona parte ancora da svelare, in quella che, basandosi sull’avvio, non si può non accogliere come una promettente trilogia.
Il romanzo Tu sei il male, di Roberto Costantini è edito da Marsilio.
(1)Roberto Costantini, Tu sei il male, Marsilio, Venezia, p. 18
(2)Casi che non è lecito citare qui, per non anticipare nulla ai potenziali lettori.
(3)Ma mai una “precisione meccanica”, e questo è un gran merito dell’autore…
(4)Dalla breve parentesi conclusiva nella quale l’autore si lascia andare ad una sommaria ricostruzione dei fatti del 1982 allo sporadico ricorso ad inserti e cambiamenti di prospettiva -sempre segnalati dal corsivo-, passando per la scelta del narratore onnisciente, il romanzo sposa una serie di soluzioni in uso nelle forme moderne (e non post-moderne) del romanzo poliziesco; da segnalare, inoltre, lo slittamento verso la prima persona in incipit ed epilogo, che oltre ad istituire una circolarità, rafforza la somiglianza tra “cacciatore” e “preda”, tra “poliziotto” e “criminale”; e, d’altra parte, si ha il dubbio, per tutto l’avvio del romanzo, che il “tu sei il male” del titolo sia riferito proprio all’investigatore…) e per le convenzionali, ammiccanti parallissi (in uso, in particolare, per celare una risolutiva intuizione di Balistreri).
(5) Tradisce, mi pare, qualche eco dal De Cataldo di Romanzo Criminale e, probabilmente, reminiscenze dell’ormai mitica serie del commissario Lopez di Giuseppe Genna, ma resta comunque ammirevole (e fruttuoso) il tentativo dell’autore di costruire un “nero” radicalmente italiano (tentativo ravvisabile non solo nella cura, nella precisione quasi sociologica delle ricostruzioni, ma anche nella scelta della vittoria dei mondiali di calcio come avvenimento “epocale” che dà l’avvio alla vicenda).