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ROBERTO CRIPPA, OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA: Museo del Legno Riva R1920 di Cantù, fino al 30 ottobre 2011

Creato il 07 ottobre 2011 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
ROBERTO CRIPPA, OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA: Museo del Legno Riva R1920 di Cantù, fino al 30 ottobre 2011

Roberto Crippa, Collage Polimateric, cm84x69,1969, Collezione privata - clic per ingrandire

Nella cornice suggestiva del Museo del Legno Riva R1920 di Cantù (clicca: MAPPA), sarà visitabile gratuitamente, fino al 30 ottobre 2011 una particolare antologica dedicata a Roberto Crippa (inaugurata il 17 settembre). Testo di Cristina Palmieri:  La mostra, intitolata non a caso Omaggio ad un grande artista, è stata voluta dai fratelli Riva, proprietari del museo, con il Patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, della Provincia di Como, e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cantù. Realizzata grazie al supporto del figlio del celebre artista, Roberto Crippa Junior, di cui sul catalogo compare anche uno scritto dedicato all’opera paterna, e alla collaborazione di vari collezionisti privati, la mostra si compone di 31 opere, dalle celebri Spirali dei primi anni cinquanta, ai sugheri, alle Amiantiti, ai totem, scelte nel desiderio di poter testimoniare l’eclettismo creativo di uno dei più importanti artisti del secolo appena conclusosi.

Continua, Cristina Palmieri: Mi è impossibile scrivere di Roberto Crippa senza esternare le profonde emozioni che da sempre l’affascinante universo di questo artista – che personalmente ritengo uno dei più versatili del  Novecento, italiano e non -  suscita in me. Per questo non posso che suggerire la visita alla mostra che i fratelli Riva, proprietari del Riva R1920 Centre di Cantù, hanno voluto organizzare. Allestita nel contesto dell’ avvincente cornice del Museo del Legno del suddetto Centro, che consiste in una collezione di macchine e attrezzi per la lavorazione del legno, l’antologica  “Roberto Crippa. Omaggio ad un grande artista” ci accompagna alla scoperta del suo genio creativo.

Nato a Monza nel 1921 e diplomatosi presso l’Accademia di Brera nel 1948, sotto l’egida di maestri quali Funi e Carrà, sin dagli esordi  Roberto Crippa si mise in luce grazie ad un’originalità che pochi altri suoi coetanei, pur nella loro importanza, seppero dimostrare.

Il clima in cui si formò ed iniziò ad operare, figlio delle Avanguardie Storiche e forse il più ricco di fermenti propulsivi ed innovativi della storia dell’arte moderna, certamente facilitava costruttivi confronti fra gli intellettuali, nonché un desiderio continuo di sperimentazione, che spronava a percorsi di ricerca sempre nuovi ed aperti alle molteplici possibilità espressive a cui alcuni precedenti  magisteri storici, quello di Picasso in primis, avevano condotto.

Gli artisti della generazione degli anni venti furono affascinati  dalle ricerche del cubismo, del futurismo, delle avanguardie francesi e russe.

Roberto Crippa, dopo le prime esperienze picassiane e le   sperimentazioni in cui aderì ad un astrattismo geometrico, influenzato anche dalle ricerche del MAC (Movimento Arte Concreta), che lo conducono ad abbracciare una pittura bidimensionale, basata su una precisa geometria di tasselli, dipinti sulla tela bianca, quasi sempre giocati sui colori primari e costruiti con una palese volontà di aderire ad un’idea suprema di ordine e pulizia,  approda alla propria peculiarità e  maturità espressiva con le prime spirali, create al termine degli anni quaranta.

Avviene in questo periodo il suo incontro/sodalizio con Lucio Fontana, padre del “Movimento Spaziale”. Negli assunti dei manifesti di questo movimento, di uno dei quali  fu egli stesso promotore e firmatario, l’artista trova una fondamentale tangenzialità al corso che stava assumendo la sua ricerca . Il segno aggrovigliato su se stesso, inizialmente quasi sempre espresso in nero su fondo bianco, debitore anche nei confronti  dell’Informel, gli offre la possibilità di rivisitare la tela non più come spazio su cui dover oggettivare delle forme, bensì come luogo sul quale esprimere il gesto puro.

Le “Spirali” di Crippa portano  alla luce  la libertà e l’automatismo gestuale tipici del movimento Informale, nel loro essere dirompente ricerca di un segno che insegue e si aggroviglia su se stesso, a raccontare una personalissima modalità di intendere lo spazio pittorico, come luogo assoluto dell’espressione vitale ed animistica di chi crea. Se l’astrattismo geometrico blocca l’idea in una precisa forma, lo spazialismo, soprattutto nella declinazione di Crippa, cerca di dare voce al pathos espressivo, alla necessità di liberare, attraverso il gesto, la forza propulsiva, e mai definitiva, dell’artista.

Con il procedere degli anni la spirale diventa sempre meno intricata e sottile, spesso anche materica;  gli sfondi cominciano a colorarsi, il segno a snellirsi. Sottostanti ad esse compaiono le palle colorate, ipotetici soli intorno ai quali la nostra esistenza gravita, per carpirne l’energia. Ma appaiono anche libere forme, piuttosto che le famose ruote ad ingranaggi. La composizione si arricchisce perciò di elementi e di tinte, divenendo anche più accattivante, mai però decorativa. Del resto nell’espressività di Crippa non può che essere vivo anche l’influsso delle coeve ricerche del “Movimento Nucleare”, ma anche tutto il fervore dell’Astrattismo Americano. Il figlio Roberto Crippa Junior ha recentemente sconfessato – in un nostro bellissimo confronto sulla ricerca paterna – la diffusa convinzione  che l’idea delle Spirali nacque nel padre grazie alla sua esperienza di pilota acrobatico. Resta però indubbia la traccia di questa passione in tali opere. Che emozioni può regalare un’ acrobazia in volo se non quelle di avere la precisa sensazione di essere un piccolo punto che si avviluppa su se stesso intorno alla centralità del sole? In fondo per secoli ad accompagnare la cultura occidentale è stato l’eliocentrismo. Il sole è la nostra luce, la nostra energia, il nostro calore. Tutto questo esplode nei cromatismi di Crippa, nei suoi gialli accesi, nei suoi rossi, nelle sue pitture squillanti. Ma energico e costante – come il gesto che la spirale traccia – è anche il nostro diuturno tentativo di assecondare il costante movimento dell’universo, gravitando intorno al nostro medesimo desiderio di essere, hic et nunc, creatori delle acrobazie del nostro fato. Ahimè pura illusione .

La mostra di Cantù – nella volontà di chi l’ha curata di renderla rappresentativa del percorso tutto di questo maestro – espone anche bellissimi totem e sugheri-collage.

ROBERTO CRIPPA, OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA: Museo del Legno Riva R1920 di Cantù, fino al 30 ottobre 2011

Roberto Crippa, Totem, Olio su faesite con fondo a cera, cm50x70, 1954, Collezione privata

Dal 1955 – infatti – appaiono le prime immagini totemiche. Testimonianze  della tendenza dell’arte moderna (ricordiamo per tutti l’utilizzo che ne fecero Picasso e Gauguin) di riappropriarsi dell’espressività primitiva in quanto esempio di una iconografia in grado di assecondare una pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata e sintetica, di grande efficacia pur nell’estrema esiguità dei mezzi, al di là delle convenzioni formali, sotto il predominio dell’istinto, in un linguaggio arcaico dallo stile semplificato, consentono a Crippa di declinare il linguaggio gestuale delle spirali in forme antropomorfe, che certamente contengono molti degli spunti che in quegli anni il  Surrealismo immetteva nella storia dell’arte. Da segnalare, riguardo a queste opere, l’approdo ad un segno che diviene materico, in cui la ricerca gestuale è ora accostata ad un gusto per la materia che prelude ad i futuri sugheri e collage e che molto deve anche all’ incontro, avvenuto a New York, con l’action painting e con Pollock.

Il nostro sicuramente, proprio per la capacità di far propri, proponendoli attraverso modalità assolutamente personali,  molteplici stimoli di un contesto culturale in continuo fervore, è più volte stato – a ragione – considerato l’artista italiano più completo e internazionale, a dispetto del torto che oggi una certa parte del mercato e della critica  realizza nei suoi confronti.

La medesima atmosfera dei totem su tela  è replicata nelle sculture totemiche (purtroppo assenti in questa esposizione), figure in ferro stilizzate, anche di animali, a loro volta riconducibili ad una ricerca primitiva e primordiale vicina al clima surrealista, in cui la fantasia esplosiva ed il vitalismo di Crippa hanno modo di esprimersi in modo quasi avvenieristico. Le figure totemiche potrebbero infatti – a posteriori – essere interpretate come profezie futuristiche, ben precedenti a quelle di alcuni letterati noti al grande pubblico.

In queste opere possiamo rinvenire tutta l’inquietudine di un uomo in grado di percepire, attraverso un’acuta sensibilità, il dramma umano di cui tutta la cultura del Novecento si fa portatrice. Se Fontana, con i propri tagli, pare replicare i versi di Montale contenuti nella poesia “Non chiederci la parola” (“… Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,/ sì qualche storta sillaba e secca come un ramo./ Codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”), i totem di Roberto Crippa ci regalano la visione di un’umanità continuamente minacciata da se stessa, al pari dei personaggi nucleari di Enrico Baj.

ROBERTO CRIPPA, OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA: Museo del Legno Riva R1920 di Cantù, fino al 30 ottobre 2011

Soleil, Collage su tavola, cm65x55, 1967, Collezione Privata

Verso la fine degli anni Cinquanta la ricerca del nostro si apre ad una nuova esperienza, quella dei sugheri-collage. L’artista attinge alla natura, ai materiali grezzi che essa offre. Li utilizza secondo nuove potenzialità segniche e semantiche, componendoli in forme completamente inventate, composte solo secondo l’egida della fantasia che libera organizza le tracce della materia sulla tela. I primi, come è possibile evincere dalle opere esposte, sono cromaticamente più severi. Sugheri e legni composti su fondi scuri e rigorosi, sui quali spesso, secondo un’esperienza che dal Cubismo contagia molte delle Avanguardie, si inserisce il collage di giornali. Negli anni, così come era accaduto nella composizione delle Spirali, si approderà a composizioni più accattivanti. Lo sfondo dei sugheri diventerà una ricca sovrapposizione di collage effettuati con carte colorate, e altre materie, nonché ultimati poi con strati di vinavil. Comparirà anche qui il simbolo del sole. “Soleil” infatti il titolo di molte  opere. Un gioco alchemico di materie che, come ebbe a scrivere André Pieyre de Mandiargues in un catalogo per la Galleria Jolas, rende Crippa non solo un pittore, che mai abdicò ai mezzi tradizionali, ma anche un “architetto, un muratore, uno scultore, un ebanista, un orafo”.

Ultima testimonianza dell’evoluzione creativa di Crippa i Collage-Amiantiti. Il fondo grigio e cupo di questo materiale si apre ad esplosioni cromatiche in grado di regalarci tutto l’élan vital che caratterizza l’animo mai pago di un uomo che, per inventarsi quotidianamente la magia e la fascinazione della vita, non ha temuto di perderla. Roberto Crippa ci lasciò, infatti, durante un volo acrobatico il 19 marzo 1972. La sua morte ha rappresentato, per il panorama artistico italiano, la perdita di un genio che mai cesserà di affascinare chi ama l’arte per la fervida “acrobazia” creativa che la sua opera racconta.

CRISTINA PALMIERI – email: [email protected]

ROBERTO CRIPPA, OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA: Museo del Legno Riva R1920 di Cantù, fino al 30 ottobre 2011

ROBERTO CRIPPA “IL GIORNO” DEL 14 NOVEMBRE 1969, SULLA CUI PRIMA PAGINA FU PUBBLICATA, PER LA PRIMA VOLTA A COLORI, L’IMMAGINE DI UN SUO COLLAGE (GENTILE CONCESSIONE DELL’ARCHIVIO DI ROBERTO CRIPPA JR)

ROBERTO CRIPPA

“OMAGGIO AD UN GRANDE ARTISTA”

Museo del Legno Riva, Cantù,  Via Milano 110

fino al 30 ottobre 2011

sito: http://www.riva1920.it/it/news/news/mostra-roberto-crippa/


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