Senza Roberto Vitali che cosa sarebbe l’Udc? Ma lui è qualcosa di diverso, di più, di meno, d’altro, è il vulcanico Vitali. Ha seguito il dibattito svolto su questo blog e anche lui come noi ci crede. Le parole di Luca Ferrari, dipendente comunale, per diversi lettori sono state molto convincenti. Ed è di fronte a palazzo Cittanova, mentre Renzi correva incontro al suo destino dorato (anche troppo, visto le contestazioni del Fatto Quotidiano), che spunta Roberto Vitali e propone di “partire veramente con il laboratorio cittadino culturale. Si vuole fare? Fatelo, se servono spazi il circolo di via Palestro 32 ne offre. Noi non abbiamo problemi di identità politica, non è quello il problema, parliamo con tutti senza difficoltà”. D’altra parte se Cremona non può più permettersi un ente apposito, una fabbrica istituzionale di cultura come l’Apic (sarebbe l’opposto di quanto è stato proposto qui), ma nemmeno continuare ad agonizzare priva di risorse, un risveglio non può che ripartire dal basso, dalle associazioni, che divengano protagoniste. Alcune, e ci sono esempi di qualità a Cremona, vivono senza dipendere dai danari comunali. Sarà possibile tessere una sintesi? Cremona riuscirà anche ad aprirsi di più, o più visibilmente ad altre città, possibilmente anche all’estero (siamo europei o ci portano via anche l’Europa?) dando un messaggio culturale più popolare, libero dal peso delle istituzioni e della politica? Sfida difficile ma appassionante.
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