- Robin Hood – 2010 – ♥♥ -
di
Ridley Scott
Ridley Scott, decisamente astuto e ormai ben dentro alle politiche blockbuster americane, sapeva che di film sulla leggenda di Robin Hood se ne eran fatti fin troppi (e alcuni di questi difficilmente dimenticabili), così non abbandonando il suo modo epico di raccontare storie che lo ha negli ultimi tempi contraddistinto “sforna” un prequel di un personaggio che ormai è divenuto una notissima leggenda. Così, a dieci anni dal suo Il Gladiatore, ripesca il “Generale” Russel Crowe e gli affida il compito di interpretare un’ altro giustiziere che però a differenza del precedente non avrà l’ esigenza di morire platealmente per dimostrare a tutti il suo valore. Tutto inizia facendo in modo che l’ happy ending che molti Robin Hood cinematografici hanno visto non possa essere possibile. Si vede infatti Re Riccardo Cuor di Leone morire in battaglia davvero, facendo così cessare la sua finale apparizione risolutiva. In questo lungo film di Scott (più di 140 minuti di durata), sembra però voler essere l’ azione a tesser le fila drammaturgiche del film che vorrebbe porre il suo punto di forza nei frequenti combattimenti che vedono il nostro “Russel Hood” combattere in maniera molto muscolare utilizzando ogni tipo di arma medievale. Un Robin Hood che nasce come arciere ma che diventa quindi anche un abile guerriero con la spada, quanto anche un efficace cavaliere. Chi l’ avrebbe mai detto? Ma allo spettatore che non si lascerà facilmente impressionare dalle sequenze d’ azione non sarà difficile notare quanto siano spesso prolisse alcune sequenze e decisamente macchinose le vicende che vedono Robin cambiare il suo nome da Longstride a Loxley. Anche il personaggio di Lady Marion viene in parte stravolto, con una Cate Blanchett non proprio di nobili origini e che preferisce affaccendarsi in mestieri da uomini ed esternare un carattere alquanto diffidente e burbero, almeno inizialmente. Sembrano essere lontani per Ridley Scott i tempi del suo Blade Runner che non era di certo esente da sequenze d’ azione, ma che sapeva anche fondere una sceneggiatura solida e una visione geniale nelle scenografie e nelle interpretazioni. Adesso il “buon vecchio” Ridley sembra essersi un pò “venduto” al kolossal storico che di storico poi non si capisce bene cosa abbia, a parte al punto stravolgere quest’ ultima con trovate scenograficamente appariscenti ma prive di alcun contenuto. Certo Tarantino nel suo Bastardi senza Gloria ci ha dimostrato che la storia può essere stravolta al cinema, ma una cosa è farlo mettendoci del proprio (in quel caso la vena pulp di Tarantino), mentre invece ben altra cosa è produrre un’ opera mainstream colma di ammiccamenti politically correct e rispettosi anche nei confronti della religione. E anche se il filone giustiziere, che tanto ha contraddistinto da sempre il regista di origini britanniche, è presente anche in questo suo Robin Hood, non sembra essere abbastanza per giustificare tutta questa azione manifestata a suon di arco, spada e mazza. Come anche le interpretazioni stesse degli attori, quella muscolare di Crowe e quella da regina delle amazzoni di Cate Blanchett, non possono salvare completamente un film che è spudoratamente creato non per essere innovativo o per darci una nuova visione del Robin Hood che già tutti conoscono, ma esclusivamente per “deliziare” i palati grossolani di tutti coloro che amano le scene d’ azione e si emozionano con un sonoro “WOW!!” davanti ad un film con Vin Diesel.
( Da questo momento diventi mio figlio per esigenze di sceneggiatura)
(Chi l' avrebbe mai detto che Robin Hood fosse stato anche
un abile cavallerizzo guerriero con mazza?)