Rocco Magnotta, il gay pornostar col cognome che suona come una bestemmia

Nessuna lavatrice non ordinata purtroppo, almeno non questa volta.
In molti su Internet, alla lettura dei fatti relativi al pornostar gay canadese Rocco Magnotta, considerato colpevole di omicidio e smembramento di cadavere (con annessa spedizione dei resti di cadavere a diversi destinatari canadesi) hanno richiamato alla memoria le vicende del noto personaggio abruzzese, divenuto un vero tormentone telematico da quando Internet ha permesso di conoscere le “gesta” di un semplice italiano di provincia, personaggio sicuramente sopra le righe. Un nome, un destino: Rocco come il Siffredi, Magnotta come il celebre bidello vittima di scherzi da parte degli studenti. Ma Luka Rocco Magnotta non ha nulla a che vedere con le risate e le bestemmie ad intercalare, bensì con un efferatissimo crimine di cui le cronache non hanno mancato di riferire. Il macabro omicidio è stato filmato e postato, ovviamente, sul web: uno snuff in piena regola, in cui viene filmato l’assassinio di Lin Jun, vittima sacrificale di un killer psicopatico che già in passato aveva dato segni di instabilità. Al pornodivo assassino è possibile ascrivere un articolo intitolato “Come sparire completamente e non farsi trovare”, scritto nel 2009 nel corso di un’intensa attività sulla rete che vedevano Luka Rocco impegnato anche in tanti siti di incontri. Le modalità dell’omicidio dello studente cinese, successivamente fatto a pezzi, ricordano grossomodo la trama di tante pellicole: è stato ucciso a colpi di rompighiaccio, così come Sharon Stone infieriva impietosa sulle vittime in “Basic Instinct”.

Adesso, il Rocco dell’altra parrocchia, è stato arrestato a Berlino su mandato di cattura dell’Interpol dopo una fuga che dal Canada lo ha portato in Europa, prima in Francia e poi in Germania. Nel mondo della rete che invade la privacy non gli è stato possibile nascondersi ad oltranza, come prometteva di riuscire a fare. Ma, fortunatamente, in Italia Magnotta continuerà ad essere legato ad un paio di cose, ben distanti fortunatamente dalle turbe psichiche di un giovane assassino: scherzi impietosi contro un povero bidello abruzzese, lavatrici non ordinate e soprattutto “iscrizione ai terroristi”.Ciao Mario, sarai per sempre il vero Magnotta!