Il problema della politica è che conduce all’antipolitica. Il problema dell’antipolitica è che conduce alla politica. Il rischio è che l’antipolitica non vuole ammetterlo. Il rischio è che la politica diventi feroce e dominatrice , che sia lo stesso Inferno in terra.
Il rischio è che c’è chi pretende di appoggiarsi sull’antipolitica per creare una politica del tutto personale. C’è addirittura chi nel lontano 1994 ha creato un partito del genere: contro l’inefficienza, la corruzione, il corporativismo. Ha inaugurato di nuovo una realtà stanca e inetta pronta a detergersi dal fondo. L’uomo nuovo, non toccato da scandali, si diceva con il grande tocco del populismo.
Ora di nuovo siamo giunti al momento in cui la politica si riappella all’antipolitica. In particolar modo la destra attuale rivorrebbe quella spinta energica , quella grande prova di antipolitica che dovrebbe riportare il meglio, il genuino, l’assenza di compromesso.
Un ceto politico che critica se stesso? No. Affatto. Critica. Non ha importanza chi, cosa, come, perché. Purché si interpreti il fatto che la gente è stufa. E se la gente è stufa , allora scarica le proprie responsabilità, finisce che rinuncia e cerca semplicemente un capro espiatorio, possibilmente universale.
Finisce che scarica il proprio senso della realtà, cioè che propriamente scarica sampietrini, monetine ed urla corrotto corrotto! Sostanzialmente si abitua ad un modo emergenziale di fare politica. L’ antipolitica è politica, ma non vuole ammetterlo. La diffidenza del cittadino qualsiasi scatena a quel punto l’indignazione. L’indignazione non si muove contro un sistema da abbattere, ma mette in discussione una parte di esso: vuole politici competenti, tecnici efficienti , non vuole tunnel per i neutrini.
Chi scarica tuttavia sampietrini lo fa solo perché vuole che tutto taccia, vuole che tutto il resto taccia. Chi lancia i sampietrini fa una politica violenta, rapace, strana, remota. Una politica dei primordi. In realtà non fa antipolitica. Si tira la zappa sui piedi: chiede a grande voce. NOI VOGLIAMO LA SOLITA POLITICA PERCHE’ L’UOMO E’ UN ANIMALE CATTIVO! Riecco lì, i soliti politici , più puliti di prima, come non mai, a rimestare le carte della democrazia. A dire interverremo, faremo, andiamo cauti.
Piano piano riporteranno il Paradiso o qualcosa del genere quaggiù.