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Roland Decorvet /Top manager della Nestlé in prestito all'Africa e agli africani

Creato il 25 marzo 2014 da Marianna06

 

  

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La “Mercy  Ships” è l’Ong (organizzazione non governativa) della plurichiacchierata Nestlé, la multinazionale svizzera che, con il suo latte in polvere per neonati, nei Paesi in via di sviluppo, ha arrecato in passato e continua a arrecare, ancora oggi, più danni che benefici alle giovani e inesperte madri del luogo.

Madri costrette a combattere  molto spesso con contesti difficili e alle quali sarebbe stato e sarebbe sicuramente  più sano e opportuno insegnare, semmai, tutta la validità dell’allattamento al seno materno.

Ma la “Mercy  Ships” è sopratutto la faccia buona, il sorriso benevolo della Nestlé, una modalità per proporsi al grosso pubblico, che possiamo chiamare  “riparatoria”.

Infatti si adopera da parecchi anni, e a suo modo,  proprio per migliorare la qualità della vita delle popolazioni africane.

E lo fa, appunto, a partire dalla salute.

Infatti, da maggio, la “Mercy Ships” farà navigare lungo le coste  del Congo (leggi Repubblica del Congo) e attraccare ove necessita la sua nave –ospedale, che esiste dal lontano 1978, per prodigare cure, grazie a medici volontari, alcuni specialisti  e personale sanitario, a tutti coloro che ne avranno bisogno.

Le sentinelle della salute della nave-ospedale sono uomini e donne, che provengono da differenti Paesi del mondo. Ben trentacinque nazioni.

E, a dirigerla , ci sarà niente di meno che  Roland Decorvet, svizzero, fino all’altro giorno direttore generale e  manager gettonatissimo della filiale cinese di Nestlé.

Nonché anche  nominato: “Businessman cinese dell’anno” nel 2013 , con 55 milioni di dipendenti e oltre 4 miliardi di euro di fatturato.

E lui lo farà, portando con sé in questo viaggio i propri familiari (moglie e quattro figli) e pagandosi  da sé la modesta cabina-alloggio,  in cui tutta la famiglia abiterà nel corso della permanenza.

E non è detto che l’impegno di Decorvet non possa divenire qualcosa di più duraturo nei prossimi anni.

Spirito evangelico e buoni affari, specie se si è di cultura pragmatica, qualche volta, e anche più di qualche volta, non è raro che si coniughino bene assieme.

E, pure, con buoni risultati.

E bene, in questo caso, sarebbe proprio il cosiddetto “ fare bene il bene”.

Perché- come si dice- in situazioni di estrema necessità (come un cieco che riacquista la vista o un neonato che si salva dalla malaria fulminante)  “a caval donato non si guarda in bocca.

E a questo binomio,inteso quale possibile scelta di vita futura, lo svizzero Decorvet è possibile che ci stia pensando sul serio.

E pare  che moglie e figli la condividano.

Noi, quasi certamente, ne seguiremo l’iter ma , intanto, la “Mercy Ships” al momento si dice  più che soddisfatta perché, accanto alle scontate doti manageriali che di certo, a livello organizzativo, miglioreranno i servizi a bordo della nave-ospedale, Roland Decovert sta già trattando, con un cantiere navale, la sollecita costruzione di una seconda imbarcazione. 

Essa affiancherà la prima e farà rotta sugli oceani, lungo le coste africane e non solo, con il medesimo scopo.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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