A questo uniamo i lavori, oramai annuali, dell'ammodernamento del nodo di cambio a Termini, dei disagi lungo il percorso della linea B1.
Basta poco a Roma per rendersi conto, ogni santo giorno, dell'inadeguatezza dei trasporti pubblici locali e di come la miopia (e gli interessi?) della classe politica e dirigente della città - purtroppo non solo quella capitolina - sia la causa dei disagi che le persone comuni devono costantemente sopportare. Ci si rende conto soprattuto di come Roma sia una città "di gomma", cioè un luogo che ha adottato come modello di sviluppo quello basato sullo spostamento su quattro ruote. E così la capitale d'Italia si ritrova con una rete di trasporti pubblici su ferro da vergognarsi al confronto delle altre capitali europee, sia come lunghezza in km che come qualità del servizio.
E direi che non c'è nessuna scusa che tenga, non c'è nessun ritardo nei lavori di consegna della nuova linea C o del tratto della B1 che possa far giustificare qualcuno dei politici presenti - o dei passati - sul fatot che non si è fatto abbastanza. I cittadini che non possono usufruire d servizi di trasporto pubblico efficienti e sufficienti, sono cittadini di serie B, sono cittadini che vedono mancare alcuni dei loro diritti, sono cittadini che sono esposti alla logica di mercato anche su questo, dove chi ha di più può spostarsi con più libertà (ma comunque con più stress di un pari cittadino europeo) e chi ha di meno vive una sorta di libertà "confinata", limitata nei tempi e negli spazi. Roma ha bisogno di un rilancio nel programma di sviluppo della rete ferroviaria metorpolitana: ha bisogno di progetti . lunghi nella redazione, ma più precisi e più corretti - e quindi di cantieri precisi e rapidi.
Roma ha bisogno di riprendere rapidamente il progettodella linea D della metropolitana, di allungare i percorsi delle attuali linee A e B e portare i capolinea fuori dal raccordo per creare dei veri poli intermodali di scambio e permettere, a chi viene dai comuni vicini, di non accedere al G.R.A.; ha bisogno di potenziare l'integrazione fra linee sotterranee della metropolitana e linee di superficie dell'anello ferroviario, aumentando le corse, creando un sistema di nodi di scambio efficaci, funzionali, con percorsi facilmente percorribili e isolati dal traffico veicolare. In poche parole Roma ha bisogno della "democrazia del ferro".