«Io da tre anni non campavo più ha detto Nanni ai carabinieri La vita mia non era più vita. Suriano incolpava me e per la fine della storia con mia figlia e adesso se la prendeva pure con l’altra mia figlia. Mi prendeva per il cu… davanti a tutti e me lo trovavo davanti all’improvviso per la strada. Altri insulti, e giù botte, calci, come se io fossi stato un pupazzo. Ma io non so’ un pupazzo e neanche uno schiavo che gli puoi fare quello che vuoi. Quando me lo sono ritrovato davanti sulla porta di casa e ho saputo che aveva detto tutte quelle cose a quella specie di festa del caseggiato, non c’ho visto più. Io questo, mi sono detto, lo ammazzo. Adesso me so’ libberato».
Stefano Suriano, 39 anni, e la figlia di Nanni erano stati insieme fino a alla fine del 2008. Poi, la storia era finita e Stefano non l’aveva digerita.
«Mi fermava per la strada. Mi menava, a calci, a pugni, a ceffoni, tanto per il gusto di umiliarmi. Tutto perché mia figlia a un certo punto non aveva più voluto stare con lui. L’altra sera non ci ho visto più»
Per Nanni e i tre complici, amici di famiglia, l’accusa è di omicidio premeditato.
Tre anni di sopportazione e poi è esploso. Si è fatto giustizia da solo per se e per la figlia.
Era stanco: «M’aveva rotto il naso. M’aveva spezzato le costole. Veniva a casa mia e mi gridava davanti a tutti i vicini: “A purce: non esisti!”. Era l’ossessione della vita mia».
E quell’occasione, Carlo, l’ha presa al balzo.
Lo ha ucciso con sette coltellate colpendolo ripetutamente alla testa.
Se il caso è risolto, molte domande, però, restano senza risposta.
Parte di queste, con la voce spezzata, le fa proprio la figlia dell’assassino in un’intervista rilasciata ai microfoni di News Mediaset
Marina Angelo