Questo il testo dell’interrogazione.
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica
Premesso che:
nelle graduatorie provinciali da cui saranno attinti, a breve, i docenti da immettere in ruolo, gli insegnanti già in attesa da anni, si sono visti scavalcati di numerose posizioni da colleghi provenienti dalle regioni del Sud del Paese, che esibiscono punteggi molto elevati;
ad esempio a Lucca nelle graduatorie della scuola dell’infanzia le prime 200 posizioni sono state occupate da insegnanti provenienti da altre province;a Mantova la situazione è analoga; a Torino una maestra elementare che occupava il primo posto nei vecchi elenchi, è "scivolata"al 69° posto, superata da 68 colleghi che hanno scelto il capoluogo piemontese per svolgere la propria attività, nella stessa graduatoria piemontese, sulle prime 105 posizioni, da una rilevazione effettuata dalla Cisl Scuola, 101 sono state occupate da maestre che provengono, nell’ordine, da: Sicilia, Calabria e Campania, quindi le insegnanti che erano al secondo, terzo e quarto posto -posizioni sicure per ottenere un'assunzione a tempo indeterminato-, si sono ritrovate rispettivamente al 77°, 95° e 105° posto;
gli esiti non sono diversi nella scuola media e nelle classi di concorso delle superiori. Per discipline come Educazione Artistica, slittare dal primo al decimo posto significa perdere il posto in ruolo per svariati anni, per una cattedra di Filosofia, scendere di dieci posizioni vuol dire non insegnare per i prossimi dieci anni ,visto che entra un docente l’anno;
gli stessi sindacati della scuola stanno ricevendo miriadi di lamentele da parte di insegnanti in preda alla disperazione, perché vedono sfumare il sogno di una vita all'ultimo momento;
questa è una guerra tra poveri, con conseguenze devastanti, tutti sono lavoratori precari, tutti hanno gli stessi diritti, però non è possibile continuare a cambiare le regole in corsa, in questo modo non ci sono più certezze. Al tempo del ministro Fioroni le graduatorie permanenti erano state dichiarate “a esaurimento” per passare a nuove modalità di reclutamento, questo aveva significato bloccarle e non consentire più lo spostamento dei docenti da una provincia all’altra, subito sono fioccati numerosi ricorsi con esito favorevole per i ricorrenti. Al contrario, tre anni fa, all’ultima revisione degli elenchi, i fuori provincia sono finiti «in coda», anche in questo caso ci sono stati numerosi ricorsi, così questa volta si è consentito il trasferimento. Addirittura esistono siti Internet per capire su quale provincia è meglio indirizzarsi;
a Torino, Milano, Roma, come in Toscana, in Emilia sono tanti i precari che negli ultimi anni hanno visto i loro posti di supplenza occupati dai colleghi che nella scuola primaria, a causa dell’eliminazione del sistema «a modulo» (tre insegnanti su due classi) hanno visto sfumare la loro aspettativa per un posto stabile;
quella che si è creata è una situazione sommamente ingiusta, infattichi fa la gavetta in una provincia deve anche avere la possibilità di lavorarci, chi entra in una graduatoria dovrebbe poterci restare e riuscire a conseguire infine il proprio agognato impiego,
l'interrogante chiede di sapere:
quali iniziative urgenti intenda adottare il Ministro in indirizzo e se non ritenga necessario introdurre il sistema delle graduatorie su base regionale, per non dover più sopportare in futuro situazioni che pregiudichino gli insegnanti presenti da anni nelle graduatorie di una regione, anche e soprattutto nell'ottica di salvaguardare la continuità didattica, si ritiene infatti fondamentale introdurre nella normativa il requisito della residenza per l'assegnazione dei posti ,essendo più che mai doveroso modificare la normativa nazionale, per favorire l'inserimento dei docenti locali rispetto a quelli provenienti da altre zone del Paese.