«Quanto mai giusta e tempestiva la manifestazione organizzata oggi dal Comune di Monterotondo in risposta alla scioccante aggressione razzista subita da due donne tunisine domenica scorsa. Un episodio inaccettabile, frutto di quella intolleranza che rallenta lo sviluppo delle nostre comunità che si fondano necessariamente sull'incontro tra differenti persone, culture e religioni. Forme di intolleranza come queste vanno stroncate e stigmatizzate perchè gettano un'ingiusta ombra su una città come Monterotondo che invece si distingue per tante iniziative di integrazione sia sul piano sociale che culturale».
Lo ha affermato in una nota l'assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D'Elia. «Le due donne aggredite - conclude D'Elia - lavorano e sono residenti a Monterotondo da anni con le rispettive famiglie, i loro figli fanno parte di quelle seconde generazioni nate sul nostro territorio protagoniste di un grande cambiamento epocale della nostra idea di cittadinanza. A loro e a tutta la popolazione di Monterotondo sdegnata per quanto accaduto, va tutto il nostro appoggio, la nostra stima e la nostra solidarietà».
Tanti i cittadini che sono scesi in piazza a manifestare contro l'intolleranza, con volantini della Cgil e dei Comitati solidali e antirazzisti. Presente anche il sindaco Mauro Alessandri e il segretario generale della Camera del Lavoro di Roma Est, Ernesto Rocchi che spiega: «Oggi manifestiamo sia per esprimere solidarietà alle due cittadine tunisine aggredite, ma anche e sopratutto per una questione di civiltà. Diciamo no all'intolleranza e al razzismo».
Il sindaco di Monterotondo invece sottolinea: «Monterotondo non è una città razzista e non c'erano dubbi. Siamo qui a ribadirlo e a condannare un episodio che non deve oscurare l'immagine di questo territorio. Dove gli immigrati sono bene accolti da decenni». Apprezzamento per il sit-in è stato espresso dall'assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D'Elia.
«Forme di intolleranza come queste - ha detto l'assessore - vanno stroncate e stigmatizzate perchè gettano un'ingiusta ombra su una città come Monterotondo che invece si distingue per tante iniziative di integrazione sia sul piano sociale che culturale».
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