Probabilmente avranno pensato questo i 4 scoperti dai carabinieri della Compagnia Aeroporti di Roma e dai funzionari dell'Ufficio delle Dogane di Roma 2, in servizio all'Aeroporto di Fiumicino, che hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Tribunale di Civitavecchia, nei confronti di due impiegati della dogana in servizio presso l'aeroporto, un ex dipendente della dogana in pensione e un impiegato del Ministero del Tesoro.
Chi acquistava merce di notevole valore in Italia e riusciva ad ottenere da impiegati della dogana compiacenti false attestazioni per evitare il pagamento dell'Iva. Un vero sodalizio criminale, insomma.
Centinaia i Rolex acquistati che "fruttavano" soldi attraverso il rimborso dell'Iva, per un giro d'affari di milioni di euro.
Un anno fa era già stata arrestata a Firenze la mente dell'organizzazione: un cittadino malese di 33 anni. Il 33/enne, ha approfittato della normativa che prevede il rimborso dell'Iva per cittadini residenti in Paesi extracomunitari che fanno acquisti in Italia ed esportano poi la merce.
Tra i suoi complici c'erano due impiegati doganali, che timbravano e firmavano i moduli per il rimborso (a volte anche rientrando negli uffici di notte o portandosi il timbro a casa), anche se, al contrario la merce restava in Italia e veniva rivenduta a gioiellieri sul territorio nazionale.
Gli impiegati riscuotevano percentuali sulle stesse pratiche.
Il cittadino malesiano, fermato lo scorso ottobre dai militari, aveva nello zaino decine di Rolex pronti ad essere venduti e a casa sua ne sono stati trovati altri duecento. Durante le indagini è stata denunciata a Milano anche una cittadina giapponese che si era presentata per ottenere il rimborso dell'Iva per una fattura d'acquisto di capi di pelletteria. Ora i militari stanno tentando di accertare eventuali gioiellerie complici della stessa organizzazione.