Gli inquirenti hanno lavorato sodo e velocemente per cercare di dare un nome alla vittima. E dalle analisi del dna un nome è uscito.
E’ un pluripregiudicato di cui le generalità sono coperte da uno stretto riserbo dagli investigatori. Non era sicuramente un personaggio di grosso calibro, i reati ascritti sono spaccio di droga e reati contro il patrimonio.
Quattro colpi di pistola di cui uno alla tempia è il motivo del decesso prima di essere bruciato in un campo.
Le modalità sembrerebbero non lasciar dubbi a un regolamento di conti nell’ambito di una lotta tra bande che sta insanguinando Roma.
Ma i carabinieri non lasciano chiusa nessuna pista, fresco è infatti la soluzione del caso di Artena dove furono uccisi e carbonizzati il proprietario di una falegnameria e un sua amico da persone che lavoravano per lo stesso, e anche in questo caso una pista potrebbe andare verso quella soluzione.