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Roma e l’Antico

Creato il 02 dicembre 2010 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Realtà e visione nel ’700
Roma e l’Antico

"Venere e Adone" di Antonio Canova

La Fondazione Roma porta l’attenzione del mondo della cultura sull’arte antica, con uno straordinario evento dedicato alla riscoperta dell’antichità nell’Urbe del XVIII secolo. La mostra “Roma e l’Antico. Realtà e visione nel ’700“, organizzata in collaborazione con i Musei Capitolini, i Musei Vaticani e l’Accademia Nazionale di San Luca, è allestita nei nuovi spazi espositivi di Palazzo Sciarra e visitabile fino al 6 marzo 2011.

Con la sede di Palazzo Sciarra, che si aggiunge al museo di Palazzo Cipolla, in Via del Corso, la Fondazione Roma incrementa ulteriormente le proprie proposte culturali, offrendo al pubblico una programmazione ancora più ricca di esposizioni d’arte antica, moderna e contemporanea. Come d’altronde afferma il suo presidente Emmanuele Francesco Maria Emanuele «la Città Eterna è il nostro principale oggetto di interesse».

Nel ’700, secolo delle grandi scoperte archeologiche, il fascino dell’antico coinvolge artisti, letterati, studiosi e collezionisti internazionali e il richiamo suscitato dai reperti della città genera una vera e propria moda.

La mostra racconta di Roma quale modello culturale universale, con le sue meraviglie, i suoi monumenti e i suoi musei. Alcuni capolavori, fuoriusciti dall’Italia per arricchire le collezioni più prestigiose dell’epoca, rientrano per la prima volta per offrire al visitatore l’opportunità di osservare l’entità dei modelli classici e rivivere il fascino di una città che, grazie alla ricchezza del suo patrimonio artistico, assunse un primato indiscusso nel contesto europeo.

Di particolare suggestione risultano alcune delle sculture presenti, quali l’Apollo Citaredo e l’Erma di Pericle dai Musei Vaticani, la Flora e l’Eros Capitolini, la Musa e la Testa di Serapide dal Prado e la Minerva d’Orsay, eccezionalmente prestata dal Louvre. Senza dimenticare ovviamente Antonio Canova, con “Venere e Adone”, e Jacques Louis David, con l’esemplare nudo accademico di Ettore.

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