Roma: «Fuori De Pedis dalla Basilica». Alla manifestazione su Emanuela Orlandi, il fratello «E adesso diteci tutta la verità»

Creato il 21 gennaio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale


La cripta di questo edificio sacro nel centro della Capitale «scandalosamente ospita la tomba di un criminale», ha sottolineato Pietro Orlandi quella di Enrico De Pedis, detto «Renatino», il boss della Banda della Magliana, il cui ruolo nel caso Orlandi è ancora oggetto di indagine. E a pensarla come Pietro sono tante, forse troppe persone, le stesse che da anni chiedono la verità e sostengono la famiglia nel dolore e nelle ricerche. 
A fianco la chiesa c'era la scuola di musica che Emanuela frequentava: da lì la ragazza uscì l'ultima volta la sera del 22 giugno 1983. 
«Quante volte l'ho aspettata fuori da quel portone con la moto per portarla a casa», ricorda suo fratello, Pietro Orlandi, che questo pomeriggio ha guidato la manifestazione. Nel luglio 2010 arrivò dal Vicariato di Roma il nulla osta a ispezionare la tomba qualora l'autorità giudiziaria volesse farlo. Nel novembre di quell'anno sembrava che si fosse vicini alla riapertura e notizie in tal senso sono circolate anche in seguito: ma non è accaduto nulla. 
Oggi, sulla facciata della chiesa è stata apposta la riproduzione di targa in pietra per ribattezzare simbolicamente la piazza «Piazza Emanuela Orlandi». Di fronte alla basilica sono stati affissi con delle mollette una trentina di fogli lungo un filo, con la foto di Emanuela Orlandi. Tra le numerose scritte alcune recitano: «Roma non dimentica Emanuela»,«Nessuno Stato nè tanto meno la Chiesa possono giustificare la criminalità» «Troppa omertà nella chiesa! Anche se voi vi credete assolti siete per sempre coinvolti», «Non ci arrendiamo, la verità deve venire fuori». 
«Quella sepoltura è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che 28 anni fa si è portato via Emanuela - ha detto oggi Pietro parlando in piazza S.Apolinnare -. Per sciogliere quel legame servono magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino; autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano; e un papa coraggioso e libero.Spero che ora ci siano parole da parte di chi finora ha taciuto, e cioè dall'autorità vaticana e dalla magistratura.». 
La folla - tanti romani, ma anche molta gente arrivata da altre città italiane - è più numerosa di quella che si radunò a piazza S.Pietro il 18 dicembre. «Quella volta si sperava che il Papa all'Angelus potesse dire una parola. Non accadde. Questo ci ha addolorato, ma non fermato - ha detto Pietro - e continuo ad avere fiducia in questo papa». 
Proprio a Benedetto XVI è rivolta la petizione che Pietro ha fatto circolare da ottobre, che ha raccolto decine di migliaia di adesioni e ha continuato a raccoglierne anche oggi. «Non siamo mai stati così forti», dice Pietro. Tra chi lo ascolta, tante ragazze con la fascetta sulla fronte, come quella che Emanuela portava nella foto, ben nota, diffusa dopo la scomparsa. La gente sperava di entrare in chiesa, di poter scendere nella cripta. Ma il portone è rimasto sbarrato. I manifestanti hanno appeso su un muro accanto alla chiesa un lenzuolo bianco con la scritta «Fuori De Pedis dalla basilica». 
Tante le persone che si chiedono come mai il Vaticano continui a tacere e a non far nulla.
 qui tutte le notizie relative ad Emanuela Orlandi 
 qui le notizie relative a De Pedis

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