Sono stati fondamentali: i Ris che hanno individuato il dna nelle borsa ritrovate e nella maglietta nera lasciata nel casolare, i filmati delle telecamere lungo la Prenestina che hanno fissato in modo inequivocabile i volti dei due fuggitivi. Sono stati dei magrebini, abituali frequentatori del casolare abbandonato dando importanti informazioni agli inquirenti.
Venerdi sera, i due rapinatori sono sfuggiti per poco alla cattura. Quando le forze dell’ordine sono entrate nell’appartamento di uno di loro hanno trovato solo il vuoto.
C’e’ quindi nome e cognome di uno di questi. E’ un pregiudicato per rapina e ricettazione mentre l’altro è incensurato ma già individuato.
Le foto segnaletiche girano per tutte le volanti, le gazzelle, le questure e i comandi dei carabinieri. Non si tralascia niente, neanche le frontiere ovviamente. Da questa mattina sono stati segnalati anche all’Interpol per cui il mandato di cattura diventa internazionale.
L’incensurato fuggitivo è invece ancora a Roma città che si sta setacciando casa per casa, quartiere per quartiere cercando di stringere il cerchio e chiudere la partita.
Dal quadrante Torpignattara, Prenestino, Quadraro un dispiegamento di forze senza precedenti sta bloccando ogni via di fuga e di rifugio. Gli inquirenti sono sicuri che non ci voglia molto tempo per la cattura ma sperano anche nella fortuna, visto che non si sta parlando di zone a bassa densità di popolazione.
Ritorneranno 1 o 2 volanti a presidiare la zona? Ritornerà quel senso di abbandono della periferia romana e non solo?
Sarà stato solo l’esempio di come lo Stato si può muovere in stato di emergenza o continuerà a operare in modo capillare e preventivo?
Le pistole coatte torneranno a farsi sentire o questa vicenda segna un solco che spaccherà il senso di impunità che si respira tra le strade romane?