Lo chiedono ai locali del centro e della periferia e proprio ieri, è scoppiata una delle tante mine vaganti che girano per la Capitale.
Alcuni vigili urbani del I Gruppo di Roma, infatti, sarebbero indagati per concussione per aver taglieggiato un imprenditore che aveva modificato legittimamente la destinazione d'uso di un magazzino, adibito ad ufficio.
L’inchiesta èpartita da una denuncia dell'imprenditore Paolo Bernabei, titolare dell'omonima catena di enoteche. Gli accertamenti, affidati al pm Laura Comdemi, hanno preso spunto da un esposto presentato dallo stesso comando dei vigili urbani al quale l'imprenditore, con una lettera inviata anche al sindaco Gianni Alemanno, aveva segnalato la vicenda. In sostanza, i vigili del I Gruppo (che ha competenza sul centro storico della capitale) finiti nel mirino degli inquirenti avrebbero preteso denaro dall'imprenditore previa minaccia di segnalazione all'autorità giudiziaria di un presunto abuso edilizio.
Oggi atteso l’incontro tra il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il capo dei vigili urbani della Capitale, Angelo Giuliani già incontrati in Campidoglio alle 18 di ieri pomeriggio per un incontro di chiarimento, nel quale, a quanto sostenuto dal capo dei vigili e confermato dal Campidoglio, non c'è stata nessuna richiesta di dimissioni. «Non sono preoccupato» e non penso «alle dimissioni» ha dichiarato Alemanno e Giuliani per mettere a tacere le malelingue che avevano sforbiciato su una presunta richiesta di dimissioni«Non mi sono dimesso, e perchè dovrei farlo non si capisce - sottolinea Giuliani all'Adnkronos - Queste indagini le abbiamo fatte noi. Dopo la denuncia di Bernabei, a giugno dello scorso anno, abbiamo inviato tutto al magistrato. Tra l'altro, non sono stato sentito, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia».
Certo lui lo ribadisce « sono sereno e tranquillo. Veramente non sono preoccupato: non sono chiacchiere le mie, è tutto documentato » però sempre stando a quelle malelingue a doversi preoccupare non sarebbero soltanto le divise dei vigili, si vocifera che collusi con la ‘ndrangheta capitolina o “in proprio”, poliziotti e carabinieri chiedono il pizzo ai gestori dei locali anche per avere la possibilità di poter rimanere aperti la sera piuttosto che ricevere i permessi.
Proprietari che quando non possono permettersi di pagare la tangente si vedono (s)piacevolmenti costretti ad offrire pranzi o cene ai“cari” amici e ad i loro amici e parenti. E se è vero che le mine sono così tante e pericolose, forse sarebbe il caso di estendere le indagini e capirne di più…chissà, magari le voci fuori dal coro questa volta potrebbero sbagliarsi…o forse no.
Ad ogni modo chi teme fa bene e chi trema meglio.
Etichette:
Roma, raket, vigili, pizzo, tangenti, Alemanno, Giuliani, divise, permessi, locali