Simone Ramella \ Flickr | CC BY 2.0
Malati che bloccano il traffico e si sdraiano per terra. Davanti a palazzo Chigi e ai poliziotti. E che si prelevano il sangue con delle flebo e lo lanciano sulle foto di Enrico Letta, Giorgio Napolitano e Beatrice Lorenzin.
Sono arrivati ieri mattina, sul presto, a Roma. Si sono uniti ai fratelli Biviano di fronte al palazzo della Presidenza del Consiglio, che da mesi manifestano davanti a Montecitorio.
Sono lì per gridare il loro no allo stop sui trattamenti che prevedono l’uso del metodo Stamina, teorizzato dal professor Davide Vannoni che prevede l’uso di cellule staminali per poter curare varie malattie che oggi tolgono la speranza a migliaia di persone. I manifestanti hanno occupato via del Corso e piazza Venezia con al collo cartelli con scritto “Il corpo è mio, la malattia ce l’ho io è decido io come curarmi: si a Stamina”.
Su alcune T-shirt i messaggi erano “Non ho più voglia di morire” e “Curarmi non è un reato”. Sono stati proprio i fratelli Biviano a prelevarsi il sangue e a gettarono sulle foto dei politici. La tensione è salita quando circolava la notizia di presunte cariche della polizia sui malati, subito smentite dai manifestanti.
Dopo che i due fratelli si erano staccati le flebo, minacciando di lasciarsi morire dissanguati, Beatrice Lorenzin ha deciso di ricevere una delegazione dei manifestanti.
Beatrice Lorenzin aveva stroncato l’ipotesi di finanziare con 3 milioni di euro la sperimentazione Stamina il 10 ottobre scorso. Il dicastero da lei presieduto e il Comitato scientifico avevano deciso che il metodo Vannoni era pericoloso per i pazienti e mancava di una “adeguata descrizione”.
Lo stesso Vannoni aveva detto di avere “i brividi lungo la schiena” nel leggere le motivazioni della sospensione. “Le ragioni della bocciatura sono insignificanti – prosegue Vannoni – non hanno senso. Ci dicono che non e’ prevista valutazione donatori, ma e’ ovvio che a Brescia i donatori sono stati sottoposti a controlli rigorosissimi. E’ veramente una cosa assurda, leggo questo documento insensato coi brividi sulla schiena, anche un biologo del primo anno dell’universita’ si renderebbe conto dell’inconsistenza scientifica di questo documento”.
Contraria alla sperimentazione anche il premio Nobel per la medicina nel 2012 Shinya Yamanaka, esordendo della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali: “Non ci sono evidenze scientifiche sul funzionamento delle cellule mesenchimali come cura”. Al fianco dei malati si è schierato il Movimento vite sospese e le associazioni che difendono i malati gravissimi: sarebbero pronte a denunciare il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il premier Enrico Letta.