I veri genitori sono quelli che ti generano o quelli che ti crescono? Gira e rigira la domanda alla fine resta sempre questa. Daniele Verde deve essersela posta mille volte, ma lunedì è finalmente riuscito a darsi anche una risposta. Lo ha fatto in una intervista rilasciata al Corriere dello Sport, in cui ha parlato della sua sfida del cuore, Roma-Napoli.
Figlio naturale della città partenopea, adottato dalla Capitale all’età di 14 anni. L’esterno offensivo di Rudi Garcia in cerca del dribbling più “doloroso” della sua brevissima carriera, perché a Napoli c’è la famiglia, ci sono gli amici, i ricordi; a Roma, però, ci sono la sua squadra, la sua passione, forse il suo futuro.
Per uno che corre a mille all’ora e deve scegliere la giocata giusta in una frazione di secondo, però, non deve essere stato poi tanto difficile rispondere al dilemma shakespeariano. In fondo ci pensa da quasi 5 anni. “Da quando ho compiuto 14 anni sognavo di vivere un momento così. Mi sento romanista fino nel profondo quest’anno – esordisce il fu Daniele Verde lo scugnizzo. Già da quando mi chiamarono nel 2010 capii che i giallorossi erano la migliore squadra in cui crescere. Qui i giovani hanno spazio e poi c’è un autentico idolo da seguire, un fuoriclasse con una personalità ricchissima. Solo chi non ha la fortuna di giocarci assieme può sostenere che Totti è finito: ha occhi dappertutto, ti trova in qualsiasi punto del campo. Sì, Roma è la mia città“.
Frasi forti, che confermano tutta la personalità mostrata già in campo dal ragazzo, ma che rivelano forse anche un po’ di delusione per essere stato costretto a dover abbandonare la sua infanzia ancora molto giovane. Roma-Napoli per Daniele Verde deve essere cominciata molto tempo fa, quando Bruno Conti in persona lo strappò a una città che sembrava non accorgersi del suo talento. Certo, lui non lo ammetterà mai: “La sfida di sabato la affronterò con la massima serenità. Non ho rimpianti per non essere stato preso in considerazione. A volte il destino è così”.
Un destino, comunque, che la giovane promessa si è costruito a suon di sacrifici. E ci si può dimenticare anche della propria città d’origine, ma i sacrifici te li porti dietro a prescindere dal Vesuvio o dal Colosseo. “Mia madre ne ha fatti di grandissimi per farmi arrivare dove sono ora, mi considerava una speranza per tutta la famiglia. Ci ha messo una forza immensa. Mio padre pure, mi ha accompagnato ovunque. Per questo prima di comprarmi una Smart, i primi soldi li ho mandati alla mia famiglia. Mio padre è disoccupato, mia madre fa le pulizie“.
Una famiglia che, tuttavia, deve avergli inculcato dei valori molto sani, perché Verde nonostante la situazione economica poco felice dei suoi genitori, non sembra preoccuparsi molto del suo contratto: “Non ho fretta di rinnovare il mio contratto da 1.000 € al mese, sono uno che vive per il calcio”.
Beh, in fondo Verde la sua famiglia non l’ha mai tradita. Ha soltanto scelto la città che gli ha regalato il suo sogno.