Con l’accusa di aver preso parte ad un’organizzazione dedita al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione di cittadine romene nell’area tiburtina, due romeni ed un italiano sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli.
Gli aguzzini, gestivano una decina di meretrici, a ciascuna delle quali avevano assegnato una determinata posizione lungo la via Tiburtina.
Le ragazze venivano accompagnate e controllate durante la loro attività, al termine della quale dovevano consegnare parte dei soldi guadagnati che si aggiungeva alla quota settimanale di 200 euro che le stesse dovevano comunque corrispondere per non incorrere in punizioni corporali.
Le giovani donne, al loro arrivo in Italia, venivano private dei documenti, e venivano intimidite con minacce di morte dirette anche alle loro famiglie. Se qualcuna di loro provava a ribellarsi, veniva picchiata. Una ragazza poco più che maggiorenne, dopo essersi innamorata di un connazionale ed essere rimasta incinta, è stata malmenata e costretta ad assumere pillole che hanno poi creato gravi malformazioni al feto, costringendola ad abortire, per poi tornare sulla strada.
Nel corso delle indagini sono stati anche denunciati a piede libero un italiano ed un venezuelano, colpevoli di favorire la prostituzione caricandosi dell’onere di ‘procacciare’ nuovi clienti, in cambio talvolta di prestazioni sessuali contrattate con i capi della gang. In sostanza gli arrestati, mediante l’uso di violenze e minacce, gestivano le giovani prostitute come una loro proprietà.
Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Tivoli, concordando pienamente con le risultanze investigative dell’Arma, che ha operato in stretta sinergia con il sostituto procuratore Dott. Giuseppe Mimmo.
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