Teatro della vicenda è San Basilio, quartiere della periferia nord-est della capitale. La vittima è il titolare di un’attività di autonoleggio, che si era rivolto al “cravattaro” già nel lontano1994. All’epoca, infatti, aveva parlato dei suoi problemi finanziari con un conoscente e questi gli aveva presentato l’abruzzese, il quale gli aveva “prestato” due milioni di lire.
L’imprenditore, dopo tre mesi, era riuscito a restituire la somma con un tasso del 10% mensile. Ma, come spesso avviene in questi casi, i problemi economici dell’autonoleggiatore, lungi dall’essere risolti, si erano acuiti e così l’uomo si era visto costretto a rivolgersi ancora, e per cifre sempre più consistenti, all’usuraio. Obbligato a ridare il denaro con interessi fino al 120% annuo, la vittima era arrivata a dover restituire 84.000 euro. A un certo punto, però, non ce l’aveva più fatta.
Non ricevendo risposta, l’usuraio aveva cominciato con le intimidazioni telefoniche e un anno dopo, nell’aprile 2011, con tre complici aveva picchiato il suo debitore minacciando di fare del male anche alla sua famiglia. È a questo punto che l’imprenditore, spaventato, aveva deciso di rivolgersi al commissariato di polizia di San Basilio, diretto da Adriano Lauro.
Nel corso delle indagini si è venuti a conoscenza di almeno un’altra vittima dell’usuraio: si tratta della stessa persona che lo aveva presentato all’autonoleggiatore.
In quest’altro caso, il piccolo imprenditore si era visto addirittura costretto a cedere all’abruzzese un immobile in zona Bufalotta.
Gli inquirenti stanno ora cercando di risalire a eventuali altre vittime ma, nel frattempo, l’usuraio è stato messo in condizione di non nuocere più.
La capitale, infatti, ha alle spalle una lunga storia di criminalità legata all’usura, che ha visto i suoi “anni d’oro” negli anni ’70 e ’80, grazie alla fervente attività di organizzazioni criminali come la Banda della Magliana. Ma il problema, ancora oggi, è molto attuale, come dimostra ad esempio l’arresto di Sergio De Tomasi nel luglio scorso.
Di certo, oggi il sottobosco degli usurai trova nella crisi economica il suo terreno più fertile. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, nei giorni scorsi ha messo in evidenza questo problema nella sua relazione presentata in Commissione Parlamentare Antimafia sulla situazione della criminalità nella capitale: “Il fenomeno dell’usura è in aumento a Roma e in provincia, anche a causa della crisi economica, ma resta basso il numero delle denunce”, ha dichiarato il prefetto.
Un giro d’affari, allo stesso tempo, difficile da fermare. L’usura, nei fatti, è un reato depenalizzato: i processi sono lunghissimo e molto spesso si concludono con la prescrizione dell’usuraio.
L’ultimo colpo nella lotta all’usura viene dal Ddl sulle intercettazioni. In esso, infatti, è prevista la cancellazione dell’articolo 13 della legge Falcone (n. 203 1991): chi indagherà contro reati di criminalità organizzata non mafiosa non avrà le stesse facilitazioni previste per i reati di mafia.
Di conseguenza, diventerà quasi impossibile intercettare le organizzazioni criminali dedite all’usura. I dati di cui vi abbiamo parlato, quindi, nei prossimi tempi potrebbero subire ulteriori incrementi ai danni della popolazione.