C’eravamo tanto amati. La Romagna da pochi minuti ha detto addio alle sue quattro ‘storiche’ aziende sanitarie, quelle di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna. Dopo il voto in consiglio (25 su 36 presenti favorevoli), da oggi si cambia. Le quattro aziende finiranno in un unico calderone, con sede chissà dove, con dg chissà chi. Quel che è certo è che il nuovo ‘direttorone’ avrà parecchi poteri. Sarà di fatto plenipotenziario su un bacino sanitario di 1 milione e 100 mila utenti per 2 miliardi di euro di bilancio complessivo, quasi quindicimila dipendenti, 15 ospedali pubblici, 14 case di cura convenzionate, più l’istituto a carattere scientifico di Meldola. Non ci sono eguali al mondo. Tant’è. Il partitone così ha voluto. E ha pure fretta, visto che l’Auslona (ma non chiamatela così che i democratici si indignano) partirà a gennaio 2014. Una mossa a tambur battente: se è vero – come hanno detto oggi in aula – che da due anni sono in corso ‘prove di matrimonio’ (118 unificato, centro analisi accorpato) – è anche vero che ad oggi rimane ancora qualche ‘piccolo’ interrogativo: dove sarà il nuovo quartier generale? Verranno tagliati posti letto? Quali le garanzie sul mantenimento dei servizi? E i livelli occupazionali? Insomma: cosucce. Per ora prendiamoci quest’altro “salto nel buio”. Toh è proprio la definizione che ne ha dato il presidente dell’ordine dei medici di Forlì Michele Gaudio. Come dite? Anche pezzi di Pd e i Verdi sono sul piede di guerra? Ma dai, sicuramente si saranno sbagliati…
Filippo Manvuller
(In foto la protesta dei Verdi oggi – martedì 19 novembre – sotto la Regione)