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“Roman Poems” di Pier Paolo Pasolini: le avventure giovanili del poeta corsaro nel Friuli

Creato il 03 aprile 2015 da Alessiamocci

Un prete in crisi con la propria anima, una giornalista di sinistra difronte alla miseria vera, il ricordo di un’infanzia tra mille avventure immaginarie di un grande scrittore: tutto questo è racchiuso tra le pagine di “Roman Poems” (TEA DUE, 1996), raccolta di tre racconti di Pier Paolo Pasolini scritti probabilmente tra il 1948 e il 1949.

A dare il nome al libro è il testo principale e più lungo, “Romàns” appunto, seguito da “Un articolo per il ‘Progresso’” e “Operetta marina”, una breve autobiografia lirica dedicata agli anni vissuti a Cremona e Sacile da ragazzo.

L’opera, curata dall’amico e cugino di Pasolini Nico Naldini, che firma anche l’introduzione, lega insieme tre scritti particolarmente interessanti della produzione dell’autore friulano. Soprattutto per l’ambientazione: il treno che apre il primo racconto procede spedito nella pianura friulana, dopo aver lasciato il Veneto natio del protagonista, Don Paolo. Nel suo vagone, fa subito la conoscenza dei due personaggi che determineranno la sua vita a San Pietro, paese in cui è stato inviato come sacerdote appena uscito dal seminario: Renato, giovane insegnante comunista, e Cesare, ragazzo del luogo senza tanti pensieri per la testa.

Siamo nel secondo dopoguerra e Romàns è un piccolo borgo contadino, corrispondente nella realtà a Borgo Runcis, frazione di Casarsa della Delizia in provincia di Pordenone, oltre ad essere il teatro su cui si svolge la storia del prete e dei suoi abitanti.

Don Paolo si ritrova ben presto tormentato dentro di sé da un sentimento che non si può permettere, un “mostro” interiore che lo perseguita e non lo fa vivere in pace, nonostante nelle pagine non lo si pronunci mai chiaramente: l’omosessualità. Elemento in comune e fortemente autobiografico dello stesso Pasolini e, proprio in quegli anni, lo scrittore lo raccontò ad alcuni amici, come si legge su molte lettere riprese da Naldini nella prefazione.

Verso chi Paolo provi questo sentimento, non lo si capisce però molto: se, infatti, la sua ossessione per Cesare perché abbia un’istruzione e una vita sana di principi lasci un po’ perplessi, sembra che il rapporto vero sia con Renato, con cui si vede spesso per discutere di scuola e politica, ma alla fine le autorità religiose locali proibiranno al prete di continuare questi incontri. In un clima tra il bucolico di un Friuli ancora rurale e profondamente materno, il finale del racconto si allontana da quell’amore che il giovane dovrebbe aver imparato in seminario a nutrire per il prossimo.

“Un articolo per il ‘Progresso’” riprende i toni cupi che descrivono la miseria di questa fetta di Nordest, raccontando la tormentata vita dei disoccupati che tentano di portare a casa qualche soldo nella zona vicina alle sponde del fiume Tagliamento. Paralleli a loro c’è Pina L., giornalista di un giornale di sinistra, il “Progresso” appunto, che si reca in quelle zone per un’inchiesta sulle condizioni dei suoi abitanti: ciò che troverà la sconvolgerà così tanto che scapperà, tra volontà di aiutare il prossimo e disperazione per quella vita di stenti.

A chiudere la raccolta è “Operetta marina”, racconto autobiografico di Pasolini nel ricordo degli anni trascorsi tra Cremona e Sacile, oggi in provincia di Pordenone e ai confini tra Veneto e Friuli: due luoghi così distanti da essere tanto vicini. Tra la cittadina lombarda e il paesaggio rurale della terra materna, lo scrittore scoprì i suoi primi segreti intimi, cercando al tempo stesso di rivivere nella vita reale le epiche imprese dei suoi romanzi preferiti. Ne esce fuori una narrazione complessa, articolata in parole spigolose e profonde, che però alla fine rivelano un universo di avventure giovanili dal ricordo romantico.

Dalle pagine di “Romàns” esce un viaggio in un angolo di Terra da sempre periferia, dove l’animo umano si trova a fare i conti con sé stesso e con il mondo che lo circonda. Non sarà l’opera più importante nella bibliografia di Pasolini, ma è sicuramente una tappa importante per capire la sua poetica e il forte, mai completamente rotto legame che unì il poeta corsaro con l’estremo Nordest italiano.

 

Written by Timothy Dissegna

 


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