Eugenio Lucas y Padilla, la difesa di Saragozza, 1850-55
Ed è un artista spagnolo a guidarci in questa nuova tappa del viaggio nel romanticismo. Si tratta di Eugenio Lucas y Padilla, sopratutto autodidatta e anche se studiò alla Real Academia de Bellas Artes a Madrid, la sua opera non si avvicina molto agli insegnamenti accademici d'allora.Eugenio si tenne volontariamente ai margini della scena artistica ufficiale e in effetti molti di voi non lo avranno mai sentito: nella sua prima fase si concentrò su alcune impressioni ispirategli dalla vita quotidiana spagnola. Ma attirò l'attenzione del pubblico con quadri drammatici, dominati da gruppi di figure e per lo più ispirati a eventi rivoluzionari, alle corride e all'inquisizione, a volte copiati, e altre volte eseguiti come libere versioni di opere di Goya e Velazquez.
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A quest'ultima fase risale il dipinto che vedete qui. Il tema del dipinto è la difesa eroica dall'assedio delle truppe napoleoniche che la città spagnola di Saragozza tenne tra il giugno del 1808 e il 21 febbraio 1809, arrendendosi solo dopo la perdita di metà del suo contingente militare e della sua popolazione civile. Un lungo e sanguinoso assedio che divenne soggetto popolare di quadri e studi fino al tardo XIX secolo.
Il nostro artista raffigura l'evento che si svolge sui bastioni della città e in cui è coinvolta solo la popolazione civile, tra cui molte donne. In primo piano vediamo la sagoma nera di un uomo che imbraccia un fucile; disperata, una donna cerca di trattenerlo. La composizione culmina in un trio di figure, messe in risalto da una luce improvvisa e abbagliante: un ragazzo che stringe il fucile in mano, e due sacerdoti che sorreggono entrambi una croce minacciosamente illuminata dai bagliori e dagli incendi lontani.
Molte le donne coinvolte nella scena che corrisponde a una tendenza diffusasi nell'Europa occidentale e meridionale agli inizi del secolo. La Rivoluzione francese e la guerra di liberazione spagnola avevano cancellato non solo la distinzione tra soldati e civili, ma anche quella tra uomini e donne. Lo stesso Goya mostrò in numerose opere non solo il coraggio, ma anche la ferocia delle donne in battaglia. Tutto nel dipinto indica l'influenza che Goya ebbe su Eugenio: dalla luce, alla resa dei dettagli, all'ammassarsi delle figure e sicuramente ci richiama alla memoria dipinti come Fucilazioni del 3 maggio 1808, ma anche la Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Padilla nel corso della sua vita fece diversi viaggi, a Parigi, dove conobbe Manet e in Italia dove si dedicò tra le varie cose, allo studio di Giovanni Battista Tiepolo. Inoltre da un viaggio in Africa settentrionale, realizzato nel 1859, ricavò i motivi orientaleggianti che lo avvicinarono molto alle opere di Delacroix. Oltre a tutto ciò, si dedicò anche al paesaggio romantico e alle vedute di interni di edifici religiosi.
Fonti: Romanticismo, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008
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