Francis Danby, scena dall'apocalisse, 1829
Continua il nostro racconto attraverso il romanticismo.Oggi è la volta di Francis Danby, conosciuto ai più sopratutto per piccoli e squisiti paesaggi eseguiti a Bristol, dove si trasferì nel 1813. Ma a molti di voi dirà poco o nulla questo nome.Ma sappiate che questo pittore, nato in Irlanda nel 1793, si confrontò con paesaggi poetici e romantici, fornendo uno dei contributi più significativi al genere paesaggistico in seno alla pittura britannica del XIX secolo; ma dipinse anche soggetti fantastici e visionari, spesso ispirati a temi religiosi. Com'è il caso di questo dipinto.Questo quadro è probabilmente uno dei quattro dipinti con scene dell'Apocalisse che il ricco collezionista William Beckford fece eseguire come pendant alla grande tela L'apertura del settimo sigillo, dipinta nel 1828 dallo stesso Danby.In un misterioso paesaggio notturno, che sembra estendersi all'infinito e abbracciare l'universo intero, appare una colossale visione ispirata al decimo capitolo dell'Apocalisse: un angelo gigantesco, dalla testa coronata dall'arcobaleno e le gambe come colonne di fuoco, che scende dal cielo avvolto in una nube.
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Lo scenario naturale in cui la visione è ambientata dimostra, sia per il raffinato cromatismo che per la qualità pittorica dell'insieme, come Danby sia a buon titolo considerato uno dei più significativi paesaggisti britannici del XIX secolo. Sembra sorprendente che, pur rappresentando un soggetto carico di violenza e impetuosità come l'annuncio della fine del mondo, il quadro esprima un'atmosfera pacata e onirica. In questo la pittura di Danby si distingue da molti suoi contemporanei e trae chiaro riferimento dal grande paesaggista William Turner.
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Fonti: Romanticismo, Norbert Wolf, Taschen, Colonia, 2008