Sono un romanziere in attesa di illuminazione.
Per mestiere, monitoro il mondo dell’editoria internazionale; seguo gli aggiornamenti e le ultime novità dei mercati globali e, in questo particolare momento storico di cambiamenti digital-epocali, è inevitabile che, accumulando tonnellate di conoscenza e valanghe di nozioni su decine e decine di progetti start-up, finisca col non capirci più nulla.
In qualunque nazione del globo il grande dilemma è se il libro cartaceo resisterà all’esplosione dell’e-book (“no” è la mia risposta secca), e come le aziende produttrici di libri dovranno reinventarsi se vogliono sopravvivere e continuare ad avere un senso.
Nessuno o quasi, però, sembra chiedersi come debba trasformarsi la figura del romanziere, del narratore di storie, dell’inventore di trame e intrecci diversi dagli instant-book perfetti per il mercato mordi-e-fuggi.
Insomma che caratteristiche dovrebbe avere, un eventuale Balzac del 2050?
Perché… non ci sarà mica qualcuno davvero convinto del fatto che, se gli strumenti di comunicazione e i relativi linguaggi cambiano, il romanziere possa ancora rimanere legato alle regole valide nel XIX secolo?
Ipad, Kindle Fire e lettori digitali vari stanno ora cambiando il modo di leggere i libri, ma a breve dovrà essere ripensato anche quello di scrivere.
Non c’è cretineria più grande di quella che vuole lo scrittore come essere vivente a sé, lontano dalla realtà che lo circonda, impermeabile e incontaminato. Quindi… o anche gli scrittori si adegueranno e troveranno un modo per esprimersi al meglio sui nuovi strumenti, o si estingueranno più rapidamente delle case editrici che oggi tremano all’idea dell’imminente apocalisse.
Romanzi interattivi? Capitoli tridimensionali? Personaggi social in realtà aumentata? Come dovrà essere, per restare una figura di riferimento, lo scrittore HD dell’era digitale?
Non lo so… Me lo chiedo ormai da tempo, ma non ho ancora trovato una risposta soddisfacente, né sul web né dentro di me.
Sono un romanziere in attesa di illuminazione.