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Rome - Die Æsthetik der Herrschaftsfreiheit

Creato il 18 dicembre 2011 da Beppax
Rome - Die Æsthetik der Herrschaftsfreiheit
Difficile stabilire se un simile ambiziosissimo lavoro sia frutto di una mente illuminata o viceversa di un visionario privo di mezzi termini ed incapace di mediare. Fatto sta che ci troviamo difronte ad un'opera che lascia letteralmente senza fiato: vuoi per la lunghezza dell'intero lavoro (36 tracce divise in 3 dischi: CD1 "A Cross Of Wheat", Cd2 "A Cross of Fire", CD3 "A Cross of Flowers") vuoi per l'impegno richiesto all'ascoltatore nei confronti di uno stile che lascia poco spazio ai compromessi. Nella sostanza si tratta di qualcosa che sta tra i Death in June e i Red House Painters. Lunghe e lugubri cavalcate chitarristiche, cadenzate da tamburi che seguono pedissequi il lento incedere del canto, qui e là interventi vocali in lingua teutonica ed ampi spazi lasciati a tastiere e strumenti ad arco da orchestra del settecento. La vocazione "gotica" della musica dei Rome è chiara così come però una certa volontà di creare un ponte immaginario con il folk più tradizionale. Nella sostanza, la sensazione è quella di trovarsi dentro i saloni vuoti di un grande castello della Baviera e percorrerli accompagnati dal suono secco di alcuni poco nobili orchestrali provenienti dal volgo. Strana sensazione, che lascia interdetti.

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