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Rondine e Gatto all’ombra del Ciliegio

Creato il 05 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Rondine e Gatto all’ombra del Ciliegio

V’era un tempo, nei pressi di un prato, un grande Ciliegio grazie al quale gli animali potevano trovare riparo dalla calura estiva. Un giorno, mentre un Gatto nero giunto da chi sa dove, si mise rannicchiato a dormire ai piedi di qeust’albero, dai rami cadde una Rondine che gli finì sopra svegliandolo. Intontito dal colpo chiese al sbadato uccello spiegazioni sull’accaduto.

“graziosa Rondine, cosa ti ha fatto cadere dal tuo ramo?”

“messer Gatto, mi perdoni, ma un Corvo ha preteso che gli cedessi il posto e nel prenderlo mi sbalzò a terra”.

Il felino che era di animo nobile volle difendere il povero volatile. si arrampicò così su per l’enorme albero e giunse al cospetto del Corvo.

” infima creatura, con tutto il posto che offre il ciliegio, perché spodestasti la Rondine?”

“io sono di natura così, mi impadronisco di ciò che mi aggrada senza guardare in faccia nessuno.”

Detto ciò cercò di beccare il quadrupede per buttarlo giù, ma il Gatto, più furbo, spiccò un balzo così che il Corvo sbatté contro il tronco  rimanendovi incastrato. Il Gatto, che nel frattempo aveva avvertito una certa fame, non perdette tempo e si pappò il pennuto; disceso si rivolse all’offesa

“madamigella Rondine, il prepotente corvaccio non vi recherà più danno, potete risalire e godervi il riposo”.

Ella alla cortesia del gentilgatto si commosse, ringraziò e tornò a coricarsi nel ramo; salendo disse al Gatto che non si sarebbe dimenticata del suo aiuto e che un giorno si sarebbe sdebitata.

Passò il tempo, i fiori del ciliegio caddero e le foglie scurirono mentre dal celo la neve cadeva; il Gatto se ne stava al calduccio vicino la stufa mentre la sua padrona, sulla sedia a dondolo, lavorava a maglia. Sentito un rumore provenire dal di fuori il Gatto si destò e andò alla finestra a vedere cosa succedeva notando che un ladro stava rubando la legna della sua padrona. Sgattaiolò fuori, si arrampicò sul tetto e si gettò sul ladro in modo da spaventarlo e farlo desistere. Vano fu il tentativo del nero animale, l’uomo era persistente, e afferratolo lo gettò a terra, brandì poi un pezzo di legno volendo colpire l’animale, azione che fu portata a termine in parte poiché  Gatto riuscì a scansarsi prontamente riportando una lieve ferita alla zampa anteriore destra. Ora però, zoppicante, non sapeva più cosa fare e si preparava al peggio, l’uomo si gettò su di esso, lo colpì facendolo stramazzare al suolo e se lo portò via con tutta la refurtiva, gettandolo poi per un argine.

Passate alcune ore, la vecchina non vedendo tornare il micio si preoccupò ed uscì per cercarlo, accadde così che cammina cammina, si perse. Non sapendo più dove andare si fermò ai piedi del grande ciliegio. Poco dopo sentì una voce alla quale la vecchina non vedendo nessuno si stupì.

 “cosa ci fa qui anziana signora?”  

Alzata poi la testa vide tra le fronde dell’albero un piccolo uccello tremulo

“mi sono persa cercando il mio Gatto Rondine, ma tu cosa ci fai ancora qui? Non dovresti essere nei paesi caldi con i tuoi simili?”

La piccola Rondine, barcollante per il freddo, disse di essere in debito con il gatto e che non si sarebbe mossa di li fin che non si fosse sdebitata. Allora l’anziana signora le disse che se sarebbe riuscita a ritrovare la strada di casa poteva ritenersi soddisfatta, poiché la cosa a cui stava più a cuore al Gatto era la vita della sua padrona.

La Rondine così spiccò il volo e fece segno alla vecchia di seguirla, poco dopo furono nella via di casa quando da un cespuglio uscì il Gatto il quale accortosi delle due gli andò incontro. 

Il volatile non fece a tempo di rallegrarsi che cadde sulla neve fresca priva di forze. Il Gatto si avvicinò per aiutarla, ma da quanto era debole anch’egli  cadde inerme accanto a lei. L’uccello con le sue ultime forze espresse un desiderio

“gentilgatto tu mi aiutasti quando fui offesa dal Corvo, sono qui ora per onorare la promessa che ti feci. Mangiami così da recuperare le forze e riportare a casa la tua amata padrona.”

Detto ciò morì. Il nobile felino pianse, e con tristezza mangiò l’altrettanto nobile uccello, poi si strusciò sulle gambe della padrona indicandogli la via del ritorno.

Passò l’inverno e i fiori tornarono a sbocciare sul Ciliegio. Una tiepida giornata d’agosto il Gatto si trovò a passare davanti l’albero decidendo di fermarsi per una pennichella, stava per sdraiarsi ai suoi piedi quando sentì un lamento provenire da poco distante. Incuriosito si diresse in quella direzione e vide un pulcino di Rondine caduto dal albero

“ho poverino, non riesci a risalire”

lo prese, si arrampicò e lo depose nel nido

“stai tranquilla piccola Rondine, finché non tornerà la tua mamma io starò ai piedi del Ciliegio a vegliare che tu non cada più.”

Scese e si rannicchiò nuovamente all’ombra del quieto albero.


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