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Rosa CuorDiPetalo e il mondo delle piccole cose.

Da Fiaba


Giovedì 19 Luglio 2012 10:56 Scritto da Nadia Scarnecchia

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Rosa CuorDiPetalo profumava d'acqua di rose, era piccola e delicata come un bocciolo vestito di rugiada ed era solita portare tra i capelli una piccola rosa.

Per molti era una bambina come tante, ma alcune persone ben informate dicevano con certezza che fosse una fata venuta da NonSiSaDove.

La piccola Rosa viveva sulla collina, in una minuscola casa circondata da rose e fiori di campo, baciata ogni mattina dal sole e rallegrata dal cinguettio di allegri passerotti.

Rosa ogni mattina riempiva il suo sguardo di meraviglia ammirando il leprotto dal codino bianco, che saltellava lesto dietro al cespuglio, poi ascoltava attenta il tordo zirlare, quindi respirava profondamente l'odore dell'erba tagliata e infine annusava le sue rose per scegliere quella più adatta ad adornare la sua folta chioma.

Ogni mattina, tranne i giorni in cui la pioggia pareva incessante, Rosa CuorDiPetalo passeggiava per la collina diretta verso il vecchio rudere e la torre antica: quel che rimaneva di un villaggio medioevale, un tempo popolato da artigiani, colorato dai panni appesi al sole e ravvivato dalle grida dei mercanti ed ora dimenticato da tutti, eccetto da Rosa.

Al termine della passeggiata Rosa sedeva sempre sulla vetta della torre, osservava, scrutava curiosa ogni dettaglio, ogni movimento, ascoltava ogni respiro. Guardando verso il Paese vedeva una miriade di case, una moltitudine di persone tutte così diverse e così simili tra loro: si muovevano con affanno verso una meta a loro stessi sconosciuta. Guardando dalla torre pareva tutto così strano, così buffo e il motivo di quell'affanno senza meta risultava incomprensibile. Rosa esaminava quella folla frettolosa confidando di cogliere il bagliore di un sorriso, ma ogni giorno vedeva i volti divenire un po' più tristi. La meraviglia di tutto era nei dettagli, ma i dettagli non si notano correndo....

Rosa che ogni mattina riempiva di meraviglia il suo sguardo, che ogni notte chiudeva gli occhi per addormentarsi al canto del silenzio, sapendo che una tonda luna d'argento avrebbe vegliato sui suoi sonni, pensava con tristezza agli abitanti del Paese che ogni giorno perdevano un po' del loro sorriso, correndo verso mete ignote.

Per Rosa questi abitanti dai musi lunghi ed il sorriso spento erano una spina nel cuore e come sapete non si può vivere con una spina nel cuore e comunque anche fosse possibile, non sarebbe piacevole! Si sa, le spine devono proteggere gli steli delle rose, diversamente vanno tolte...

Rosa, che come i ben informati raccontano con certezza era una fata, preparò un'essenza di rose, il cui profumo venne diffuso dal Sole per tutto il Paese, affinché i tristi e affannati abitanti potessero respirare il dolce profumo delle rose vestite di rugiada del mattino.

Al primo respiro gli abitanti dal sorriso spento si resero conto che quel mattino l'aria aveva un profumo diverso e per un attimo si fermarono a pensare che profumo fosse e dove l'avessero già sentito. Michele, il bambino più discolo del villaggio ad un certo punto gridò: - Rose, ci sono le rose qui intorno! Cerchiamole.-

Tutti gli abitanti, che solitamente non facevano caso a quello che Michele diceva, cominciarono a cercare le rose e mentre guardavano ovunque notarono che tra le crepe dei marciapiedi c'erano fili d'erba su cui correvano instancabili formiche, che i muretti erano popolati dalle lucertole.

L'inverno era finito e questo era ben visibile dai boccioli e dalle tenere foglioline di smeraldo a cui nessuno aveva badato, sul comignolo di una casa aveva addirittura nidificato una cicogna. Così cercando le rose le persone avevano scoperto un mondo minuscolo e nemmeno troppo, fatto di piccole cose, ricco di vita: ciascuna crepa, ogni silenzio, celava una sorpresa.

Nessuno sa, nemmeno i soliti ben informati, se gli abitanti del Paese abbiano scoperto quanto fece per loro Rosa CuorDiPetalo, ma è noto a tutti che il sorriso tornò ad illuminare i loro volti, che smisero di correre per camminare più lentamente, per poter ammirare i dettagli, perché si sa: la meraviglia è nelle piccole cose.



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