Magazine Cultura

Rosa del Deserto intervista... Ilaria Goffredo.

Creato il 13 maggio 2013 da Marta @RosaMDeserto
Immagine Ciao a tutti, lettori, e benvenuti a una nuova puntata delle interviste agli autori!
Oggi parlerò con Ilaria Goffredo, autrice del romanzo storico "Tregua nell'Ambra", che tante emozioni mi ha donato! Una storia che tocca le corde più intime dell'animo, che racconta della nostra Italia, di un piccolo paese e della vita fatta di stenti e di lotte ai tempi del fascismo/nazismo. Una storia a mio parere incantevole, che va assolutamente letta! C'è anche tanto amore dentro, quindi cosa aspettate?
Conosciamo insieme meglio l'autrice e il suo libro! Pronti?
Immagine
Ciao Ilaria! Benvenuta nel mio piccolo spazio virtuale! Sono molto felice di accoglierti e di conoscere qualcosa in più su di te e il tuo importante romanzo.
Partiamo subito, e ti chiedo scusa sin da ora se questa chiacchierata risulterà un po’ lunga.

 

         1)   Iniziamo con la classica domanda di apertura: chi è Ilaria Goffredo?
   Ciao e grazie per l’ospitalità. Trovo sempre difficile rispondere a questa domanda, forse perché non so da dove cominciare, forse perché sono una persona piuttosto timida. Posso dire di amare l’arte in tutte le sue forme, in special modo la letteratura. Leggo da quando ero piccolissima e non potrei mai farne a meno. Ho cominciato a scrivere da ragazzina, ma si trattava di storie che poi interpretavo giocando con un’amica. Ho preso però “seriamente” in considerazione la scrittura dopo un’esperienza di volontariato in Kenya, quando ho sentito il bisogno di raccontare agli altri ciò che ho visto. Ecco un’altra cosa importante: amo l’Africa. Amo anche la storia, amo viaggiare, adoro osservare il cielo notturno e nuotare in mare. Sono laureata in Scienze della formazione, sono sposata e ho due figli piccoli.
 
         2) Tregua nell’ambra è un romanzo storico molto importante, che descrive un pezzo della nostra storia di cui forse si è scritto molto poco. Come e quando nasce la tua idea e come mai hai deciso di trattare proprio un tale argomento?
   Come già anticipato amo la storia. Da grande lettrice di romanzi storici ho notato come le storie ambientate in quel periodo si dispieghino perlopiù in grandi città come Napoli, Roma, Parigi, ecc. E mi sono chiesta: perché? Anche nei piccoli centri la guerra e il fascismo hanno devastato la popolazione, anche lì ci sono stati eroi di cui nessuno serba memoria. Da qui l’idea di scrivere un romanzo sulla seconda guerra mondiale ambientato a Martina Franca, il bellissimo paese in cui vivo.
 
         3)  C’è un messaggio che vuoi trasmettere con la storia di Elisa?
   Elisa rappresenta la tipica ragazza dell’epoca: ingenua, sottomessa al volere maschile, inesperta della vita e dell’amore. Attraverso gli eventi che sconvolgono la sua esistenza scopre dentro di sé i valori in cui crede e la forza per tenerseli stretti, per lottare in nome di ciò che c’è di buono al mondo. Rappresenta un po’ lo spirito di tutti coloro che, piagati dalle angherie fasciste, dalla guerra e dalla distruzione, non si sono arresi al volere dei potenti. Inoltre, in quanto donna, porta l’attenzione sul problema della violenza sulle donne, che c’era prima e c’è tuttora.
 

         4)  Raccontare della vita di un piccolo paese durante il fascismo la trovo un’idea originale e curiosa. Anch’io vivo in una piccola città dove ci sono stati anche avvenimenti importanti tra partigiani e fascisti/nazisti e anche qui vicino esistevano "campi di lavoro" come quello di Alberobello. È stato complicato reperire materiale per scrivere in maniera quanto più possibile realistica questa storia?
      Forse non complicato ma impegnativo sicuramente. Ho infatti speso più tempo per fare ricerche e organizzare gli appunti che per scrivere l’intero romanzo. Tuttavia la cosa non mi ha tediata ma anzi mi ha appassionata. Ho fatto ricerche in biblioteca, toccando con mano documenti originali ingialliti dal tempo, sono risalita ai nomi reali del commissario prefettizio di Martina Franca, del commissario che gestiva il campo di Alberobello, del podestà di Alberobello, addirittura ai nomi di alcuni internati nella “Casa Rossa” - così è chiamato il campo da queste parti - proprio in quel periodo. Mi sono avvalsa anche di ricerche sul web dove alcune biblioteche hanno pubblicato articoli e documenti dell’epoca in formato digitale; ho rispolverato vecchi appunti di un corso per guida turistica frequentato alle superiori giacché nel tempo i nomi di alcune vie e piazze sono cambiati; ho studiato libri di storia specifici nonché i movimenti delle armate alleate; ho intervistato persone anziane che ben hanno vividi nella mente i ricordi dell’epoca fascista. È stato affascinante e allo stesso tempo sconvolgente per ciò che ho scoperto.
 
      5) Sappiamo che ci sarà un seguito che, se non erro, stai attualmente scrivendo. Torneranno alcuni personaggi secondari le cui sorti sono rimaste un po’ in sospeso? Puoi darci qualche anticipazione?
   Dunque, il seguito è più di uno a dir la verità. Ci sarà un secondo libro - che ho già terminato di scrivere - e un terzo che sto scrivendo in questo periodo. Infine, in mente ho già delle idee per scrivere un prequel con protagonisti i genitori di Alec. Nel sequel ci sarà il ritorno di Francesco Basile che i lettori conosceranno molto più da vicino; si approfondiranno le personalità di Alec e di Russell, impegnati sul fronte della Linea Gustav; ci sarà poi l’ingresso di due importanti personaggi che faranno la differenza, Lavinia, un’infermiera della Croce Rossa, ed Enea, uno stravagante artista. Non posso svelarvi troppo o rischio di rovinare la sorpresa, tuttavia anticipo che le vicende porteranno i protagonisti fino in Piemonte e in Valle d’Aosta, dove conosceranno da vicino le attività della Resistenza.
 
         6)  Elisa è una ragazza forte e determinata, una ragazza che ama profondamente e lotta per sopravvivere in un mondo violento e ingiusto. Quanto c’è di te in lei? Qual è il personaggio a cui ti senti più legata? È stato difficile descrivere al meglio i vari personaggi tratteggiati dalla tua abile penna?
   In Elisa c’è senz’altro qualcosa di me, ma non troppo viste le fondamentali differenze di base, cioè quelle che riguardano la società e le convinzioni nelle quali siamo cresciute. I personaggi a cui mi sento più legata sono Elisa e Antonio. Quest’ultimo perché rappresenta gli ideali che animavano all’epoca gli antifascisti, coloro che non si arrendevano nemmeno davanti alle difficoltà e alla penuria di mezzi concreti con cui combattere le Camicie Nere. La difficoltà forse più importante nel cercare di descrivere i personaggi è stata quella di cercare di vedere il mondo attraverso i loro occhi. Ragionare come avrebbero ragionato le persone all’epoca, osservare le cose dalla loro prospettiva e agire di conseguenza. Non è facile staccarsi da sé e non si riesce mai a farlo completamente, tuttavia ci ho provato con impegno, mi auguro ottenendo un buon risultato.
 
         7)  Ho letto che Tregua nell’ambra non è il tuo primo romanzo. Hai affrontato altri temi, ugualmente delicati e importanti, come le guerre in Africa, in modo particolare il terribile genocidio in Rwanda – di cui ho visto un film a riguardo e che mi ha lasciato molto scossa -. Come nasce quest’ispirazione? Grazie al tuo lavoro come volontaria? 
   Esattamente. Devo ammettere che prima di partire per l’Africa non avevo ben chiaro come fosse la vita laggiù, il che è assolutamente normale: anche se ora vi descrivessi ogni cosa, vedendola con i vostri occhi vi sconvolgerebbe comunque. E così è stato. Un altro mondo. La povertà è ovunque, la gente muore per le fame e le malattie davanti agli occhi di tutti, i bambini spesso vivono in bande per le strade e si aggrappano alle auto in corsa nel tentativo di ottenere del cibo... eppure quella stessa gente ha una fede in Dio capace di far vibrare l’anima tanto è tangibile, una voglia di vivere che non si può descrivere, una gratitudine sincera per ogni alba che riesce a vedere. In Africa le guerre c’erano e ci sono ancora, eppure nessuno ne parla. Un po’ perché nella nostra parte del mondo non interessa a nessuno, un po’ perché - anzi forse è proprio questa la ragione principale - i nostri governi sono spesso responsabili di quelle guerre a causa delle situazioni in cui hanno lasciato i Paesi africani dopo il colonialismo e perché, ovvio ma inquietante, riforniscono di armi gli Stati in guerra. Dunque sono la causa e il mezzo attraverso cui queste guerre si consumano, in un continente di cui hanno sfruttato risorse e popolazione e dove, nonostante la libertà di quegli Stati, sono ancora i bianchi i proprietari di ogni cosa. Dopo essermi immersa in prima persona in quella realtà sono profondamente cambiata e non ho potuto tacere su ciò che ho visto e sentito. Per questo ho provato a portare l’attenzione anche su quelle situazioni.
 
         8) Quando è nata la tua passione per la scrittura? E cosa significa per te Scrivere? 
   Dopo aver scritto i primi romanzi ambientati in Africa credevo di aver concluso questa “missione” e invece mi sono accorta che non riuscivo più a stare senza scrivere. Oltre all’intento di trasmettere un messaggio tra le righe, Scrivere è un qualcosa di cui credo non potrò più fare a meno. Mi piace immaginare storie e situazioni, dialoghi, e mi emoziona creare i personaggi, plasmare i loro sentimenti, decidere della loro vita, sempre però lasciando loro un certo margine di decisione. Può sembrar strano detto così: quando si inizia a scrivere si ha un’idea in mente, tuttavia i personaggi diventano un qualcosa di “vivo”, slegati dalle dita che battono sulla tastiera. Spero di essermi spiegata e se qualcuno mi darà della “folle” in questo senso è un complimento.
 

         9)  Ci sono stati passaggi difficili da scrivere? Hai mai subito il blocco dello scrittore?
   Per quanto mi riguarda le scene più “piacevoli” da scrivere sono anche quelle più piacevoli da leggere, dunque le scene d’azione, d’amore, di svolta. Le parole sgorgano davvero da sole e riempiono le pagine, come un fiume che rompe gli argini e inonda la campagna. Le scene “intermedie”, quelle in genere più tranquille, richiedono un tipo di impegno diverso: in esse infatti si concentrano le elucubrazioni e le tribolazioni dei protagonisti a cui bisogna prestare particolarmente attenzione per creare personaggi di spessore. Non ho mai subito un vero e proprio blocco, più che altro qualche periodo di “magra” in cui l’ispirazione si ritira. Il che però non dura mai più di qualche giorno, in cui ne approfitto per leggere e riposare il cervello nonché ricaricare le idee. Quando poi la risacca dell’ispirazione si infrange di nuovo alle porte della mente, be’, trascina ogni cosa.
 
         10)  Oltre al seguito di Tregua nell’ambra, hai altri progetti futuri?
   Sì. Ho già in mente la trama per un altro romanzo storico ambientato negli anni Trenta e in parte ispirato alle storie raccontatemi dai miei nonni. Sarà una storia dispiegata in un lasso di tempo più ampio rispetto a Tregua nell’ambra, che avrà per protagonisti due bambini, ambientata in Italia e nella Libia dell’impero.
 
           11)  Il tuo rapporto con le case editrici non è stato buono. Che ne pensi dell’editoria italiana?

   Diciamo che molte case editrici piccole sono da ritenersi oneste. Sono escluse ovviamente le case editrici a pagamento, che svolgono in realtà lo stesso compito delle tipografie. Tuttavia è risaputo che gli editori piccoli hanno una limitata visibilità e che per raggiungere un vasto pubblico di lettori è necessario pubblicare con un grande editore. Il problema è che la media e grande editoria raramente riserva attenzione ai giovani scrittori “sconosciuti” che non hanno alle spalle il sostegno di importanti agenzie letterarie o conoscenze nel settore. Il selfpublishing da maggiori possibilità a tutti gli scrittori che possono pubblicare le proprie opere in totale libertà, tuttavia qui da noi pare che il mercato non sia ancora pronto per questo genere di rivoluzione. Si preferiscono i libri cartacei e gli autori e gli editori conosciuti.
 
        12)  Facciamo un gioco! Se Tregua nell’ambra diventasse un film, quali attori sceglieresti per interpretare ciascun personaggio? E quale regista?
   Bene, a parte il regista - che non saprei proprio indicarti - devo dirti che non mi cogli affatto impreparata! Non hai idea di quante volte, assieme a un collega scrittore, ho fatto questo “gioco”. Dare un volto ai propri personaggi è senz’altro una cosa emozionante. Ti presento allora il mio dream cast per Tregua nell’ambra.
Elisabetta Greco: Natalie Wood - da giovane -
Alec Dane: Ben Affleck - ai tempi di “Pearl Harbor” -
Antonio Greco: Alessandro Tersigni
Marisa Colucci: Anna Magnani
Francesco Basile: Alessio Boni
Russell Lewitt: Jude Law - da giovane -
E poi per le due new entry del sequel che voi purtroppo ancora non conoscete:
Lavinia: Eva Green
Enea: James Mcavoy - come in Becoming Jane -
 
         13)  Parliamo di libri: c’è un libro che ti è entrato nel cuore e consiglieresti ai lettori? Quale , invece, è stato una delusione?
   Le due saghe che ho amato e amo e rileggo spesso e volentieri sono “The bronze horseman” di Paullina Simons e “Outlander” di Diana Gabaldon. Sono in assoluto le mie letture preferite, poi ce ne sono tantissime altre che ho apprezzato e che mi hanno regalato qualcosa. Pochi libri devo dire mi hanno realmente delusa. Quelli che hanno il primato in questo senso sono “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini, della quale non sopporto lo stile e non comprerò più alcun libro, e “La mia anima è ovunque tu sia” di Alzo Cazzullo, di cui titolo, copertina e quarta sono assolutamente un inganno.
 
         14)  Ci sono scrittori da cui trai ispirazione per le tue storie? Quali sono i tuoi preferiti?
   Non prendo ispirazione da qualche scrittore in particolare per quanto riguarda le storie perché non mi piacerebbe reinventare a modo mio qualcosa di già scritto e perché prima ancora di scrivere ho già in mente un mucchio di idee. Per quanto riguarda lo stile invece posso dire di guardare con ammirazione quello di Diana Gabaldon che, durante i giorni trascorsi a leggere la sua infinita saga, mi ha senz’altro aiutato a migliorare il mio.
 
         15) Qual è la condizione ideale per scrivere? Preferisci farlo in completo silenzio o con un sottofondo musicale? In quale luogo e parte della giornata?
   Per scrivere ho assoluto bisogno di silenzio. Forse perché la mia vita è sempre una baraonda con due bambini piccoli. Attendo allora con ansia la sera, il momento in cui sono “sola” e la casa è silenziosa, quando posso concentrarmi e incanalare al meglio pensieri e parole nel mio piccolo angolo studio con scrivania e pc.
 

      16)  Da amante della storia: quale periodo storico ti affascina o incuriosisce maggiormente?
   Sicuramente il primo Novecento. Un periodo in cui la società contemporanea esplose in ogni sua forma, un periodo complicato dal punto di vista politico e poi ovviamente martoriato dalle due guerre mondiali. Paradossalmente, proprio in quei frangenti ognuno si rivela per ciò che è realmente: mette a nudo il peggio o il meglio di sé, compresi i sentimenti e i principi, cose che al giorno d’oggi sembrano ottenebrate dai “valori” fatui della società consumistica.
 
            17)  Hai consigli da dare agli aspiranti scrittori?
   Ce ne sarebbero tanti e tante parole da dire sugli editori, sui metodi di pubblicazione, sulle situazioni da cui bisogna stare alla larga. Tuttavia queste cose si possono e si devono imparare sul campo, sperimentare in prima persona. Un po’ di gavetta non fa mai male e l’esperienza aiuta a crescere. Due cose sento di dover consigliare spassionatamente: cercare sempre di migliorarsi, in stile e contenuti; non arrendersi, mai.
 
         Bene, abbiamo concluso! Ti ringrazio per aver partecipato a questa mia rubrica e spero che sia stata una chiacchierata piacevole e interessante. Ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro nel mondo della scrittura e magari di vedere riconosciuto il tuo romanzo da qualche casa editrice e vederlo presto in libreria!
Grazie mille, saluto tutti i lettori del blog e ricordo il link da cui scaricare gratuitamente Tregua nell’ambra: http://treguanellambra.blogspot.it/
Buona lettura!
 
Immagine E' stato un vero piacere conoscere meglio l'autrice di uno dei libri più belli che ho avuto modo di leggere in questo 2013. Ho trovato molto interessanti le sue risposte, e sono proprio curiosa di leggere di più sui personaggi di questo primo libro (Russell, in particolar modo, che abbinandolo all'attore me lo rende ancora più piacevole. Eheheh).
Ringrazio ancora dal profondo del cuore Ilaria per avermi concesso con gentilezza questa intervista e le auguro davvero tutto il meglio, perché è un'autrice che merita di essere letta e conosciuta!
Voi che ne pensate?

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :