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Rotondi come Nostradamus: “Grillo vincerà le elezioni”

Creato il 26 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

L’ex ministro PdL lascia intendere che il Movimento 5 Stelle vincerà le elezioni, grazie al “candidato premier” di Beppe Grillo che catalizzerà il consenso. Un asso nella manica che sbaraglierebbe la concorrenza di PdL e Pd. Ma la legge elettorale…

Fantapolitica o informazioni degne di uno 007 che si rispetti? Purtroppo non è possibile sbilanciarsi più di tanto sulle ultime dichiarazioni dell’ex figlioccio politico di Gerardo Bianco, Gianfranco Rotondi, già fedelissimo dello scudo crociato ed oggi fido collaboratore dell’ex premier Berlusconi. Ad “affaritaliani.it“, l’ex ministro per l’attuazione del programma di governo ha rilasciato un’inquietante rivelazione, a metà tra il gossip e il sensazionalismo politico.

A margine della discussione sull’approvazione della nuova legge elettorale, per scongiurare di mandare alle urne gli italiani nuovamente con il “porcellum”, Rotondi si lascia andare ad una dichiarazione quantomeno affascinante e che non può non appassionare i fan della fantapolitica: il deputato PdL conoscerebbe il nome del “candidato premier” che Grillo schiererà in campo alle politiche. Un nome che non ammetterebbe replica alcuna e che consentirebbe al comico genovese di portare al successo il movimento di cui è leader ed ispiratore.

Si guarda bene dal farlo, tuttavia, circostanza questa che induce a credere che possa trattarsi di un modo per sollevare un po’ di polvere su un argomento recentemente accantonato. In primo luogo, la legge elettorale: secondo Rotondi c’è già un accordo anti-Grillo per un ritorno al proporzionale con premio di maggioranza. Un sistema elettorale pressoché inutile se si considerasse un partito di maggioranza relativa che, con il 25% di preferenze, riuscirebbe ad avere un premio di maggioranza di un ulteriore 9-10%. E notoriamente, col 34-35% non si governa. In tal guisa è facile pronosticare un Monti-bis sostenuto dal PdL, PD e UdC, per decretare l’annientamento definitivo della società italiana. Alla luce di questi correttivi sarebbe possibile andare alle urne già a novembre, ma senza risultati apprezzabili dall’agone politico italiano che tornerebbero indietro di un trentennio, senza però poter contare sull’egemonia della Democrazia Cristiana poiché ad oggi, secondo i sondaggi, non c’è una formazione che riesca ad assicurarsi una percentuale di voti superiore al 25%.

In effetti, che dir se ne voglia, nessuno ad oggi è in grado di indicare un candidato premier che sia riconducibile al movimento di Grillo. Ci si può sbizzarrire sulla rosa di papabili che, se candidati, potrebbero decretare una vittoria a mani basse del Movimento 5 Stelle. Rotondi, ovviamente, dice di conoscere il nome ma non lo direbbe ad anima viva, neanche sotto tortura.

Sul web circolano ipotesi fantasiose, complici le parole condite dal “top secret” che aggiunge quel pizzico di mistero in più che non guasta.

Qualcuno si lascia andare ad un troppo scontato Celentano: il re degli ignoranti, il populista per definizione, il buca-teleschermi per eccellenza. In effetti potrebbe essere un’idea, l’indiscussa leadership mediatica del molleggiato non è una novità e per molti cittadini sarebbe più accettabile di quella di loschi personaggi del calibro di Berlusconi, Bersani o Montezemolo. Ma accetterebbero gli italiani di esprimersi a favore di un cantante che si dà arie da Messia? La logica ed il sarcasmo vorrebbero che si rispondesse positivamente, considerato che si sono fidati per vent’anni di un palazzinaro appassionato di burlesque.

E se invece fosse più facile e l’Innominato fosse un uomo del mondo culturale? Del giornalismo, magari. Un uomo dei mass media che tasta quotidianamente il polso di un potenziale elettorato, che ha una presenza su internet costante, che appare spesso in TV, che scrive sul giornale. Apprezzato, certo discusso, simpatico, ironico, sarcastico e con la battuta pronta, con una bella figura, antiberlusconiano convintissimo  e contemporaneamente un po’ schierato con Grillo, tanto da indurre Luca Telese all’autoesilio dal “Fatto” e all’avventura di “Pubblico”.

Ci siete arrivati?

Non è difficile immaginare un certo…Marco Travaglio, o almeno questo è il nome su cui saremmo disposti a scommettere qualche euro.  I palcoscenici di “Servizio pubblico” e de “Il fatto quotidiano” garantiscono al giornalista torinese un indiscusso successo in una larga fetta di popolazione, trasversale a qualsiasi appartenenza. Ipotesi affascinante e fantasiosa, non più di Celentano tuttavia.

Rotondi come Nostradamus: “Grillo vincerà le elezioni”

E’ Travaglio il misterioso candidato premier di Grillo?

Oppure potremmo sperare in Maurizio Landini, il leader della FIOM, l’ultimo vero oppositore di Marchionne il legibus solutus, quello che disattende le pronunce dei tribunali come fossero consigli per gli acquisti.

Ma questo è forse più il desiderio di poter votare l’uomo politico più valido degli ultimi vent’anni, che un’ipotesi effettiva di candidatura a palazzo Chigi ,ammesso che esista una possibilità di candidarsi per la presidenza del Consiglio dei Ministri che, ricordiamo, non prevede alcun meccanismo elettorale se non quello che lascia al Presidente della Repubblica il potere di affidare l’incarico al “leader” della coalizione che vince le elezioni politiche.

E allora dedichiamoci alla fantapolitica. Forse, la più seria che ci sia, di certo l’unica che ci sia rimasta.


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