Rouge noir

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Col rischio di sembrarvi sdolcinata. Credo che l’amore sia la chiave, che scandisca i ritmi della vita, che determini gli up and down di ognuno di noi. Non parlo dell’amore convenzionale. La vita di coppia troppo spesso fa presto a diventare routine. Parlo della passione, di quelle rapide fiammate che fa il cuore quando vuole, di quelle vibrazioni allo stomaco quando riusciamo finalmente a trovare qualcosa che ci tocchi. Oggi ho voglia di condividere qualcosa di prezioso con voi.

In primis un insegnamento: penseremo sempre che l’ultimo amore perso sia quello più grande. Non è vero, è solo quello che ci ricordiamo con più dettagli. Se avremo la pazienza di sfruttare la tecnologia a servizio della nostra anima potremo ripescare nei ricordi e trovarci molto più di quanto pensassimo. Vecchi messaggi, vecchie foto, vecchie conversazioni di facebook ed email vi ricorderanno che amori bellissimi avete vissuto. Saprete rivalutare quelle storie antiche e rattoppate che avete buttato in fretta nel baule della vecchia cantina del cuore quando eravate troppo ferite per tenerle vicine. Con la serenità del poi saprete vedere il buono e magari realizzare che questa ultima infatuazione, per quanto vi tenga ancora sotto il suo incantesimo, non vale una moneta del Monopoli al confronto. Nel fare tutto questo, oggi ho ritrovato qualcosa di speciale che qualcuno mi ha scritto qualche anno fa. Questo qualcuno era solito essere tra i lettori del mio blog, in realtà era solito far parte della mia vita e poi un giorno ha semplicemente smesso. Non ho idea se leggerà o meno e non so se si riconoscerà nelle sue stesse parole. Nella migliore delle ipotesi vorrei ribadirgli che erano stupende.

LOVE

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“Spesso da piccolo, non capivo perché le strade dovessero essere dritte. Non sarebbe stato più divertente se fossero piene di curve? Le persone non si divertirebbero di più se, per arrivare a destinazione, dovessero cambiare continuamente direzione? Pensavo le curve fossero l’aspetto più piacevole del viaggio. Poi sono cresciuto, ma oggi come non mai, sono tornato ad essere d’accordo con il mio io bambino: i cambiamenti, le svolte e le strade tortuose sono meglio dei rettilinei, che non lasciano spazio all’improvvisazione. Scusa se non ti dimostro abbastanza cosa sei per me ma, per Dio, sapessi quanto ti penso e quanto ti osservo. Non l’immagini nemmeno. E ho l’impressione d’incominciare anche a capirti. Non riesci a sentirti viva se non sei lucida e non riesci a sentirti lucida se non spingi le cose oltre il limite del tuo controllo. Credo sia questa la tua ‘condizione’. Lo è sempre stata o lo è solo ora, ancora non sono sicuro, ma tant’è. Io ti VEDO”.