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Rouhani e la visita in Italia, tra statue coperte e interessi economici

Creato il 28 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Lunedì mattina il Presidente dell'Iran Hassan Rouhani è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino, in visita nel nostro paese per una serie di incontri con i vertici istituzionali italiani per poi ripartire alla volta della Francia, dove è arrivato nella giornata di ieri.

Ad accompagnarlo c'era una delegazione comprendente il ministro del petrolio, un centinaio di imprenditori e alti funzionari di banche. Come lo stesso presidente iraniano ha dichiarato, l'incontro "avviene dopo l'accordo sul nucleare e la fine delle sanzioni e, quindi, arriva in un momento storico". Rouhani ha illustrato ai giornalisti lo scopo della sua visita in Europa: "vogliamo trarre massimo profitto per lo sviluppo del Paese e l'occupazione dei giovani, rafforzando la cooperazione economica e facilitando gli investimenti delle società italiane e francesi".

Giusto il tempo di mettere piede sul suolo italiano, che scoppia la polemica: in occasione di una breve visita ai Musei Capitolini, si è diffusa in poco tempo la notizia che alcune delle statue rappresentanti nudità femminili presenti nel complesso museale fossero stata "nascoste", attraverso l'installazione di pannelli coprenti su tutti i lati, allo scopo di non urtare la sensibilità del Presidente iraniano, di fede musulmana. Le reazioni non si sono fatte attendere, e sono iniziate a piovere accuse da ogni fronte politico: Giorgia Meloni, esponente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ha dichiarato: "il livello di sudditanza culturale di Renzi e della sinistra ha superato ogni limite di decenza. A questo punto ci chiediamo - prosegue la Meloni - che cosa avrà in mente Renzi per l'arrivo in Italia dell'emiro del Qatar previsto in settimana: coprire la Basilica di San Pietro con un enorme scatolone?". Matteo Salvini, segretario nazionale di Lega Nord, affonda l'attacco: "per la visita degli iraniani ieri sono state 'coperte' da pannelli bianchi alcune statue con nudi dei Musei Capitolini, per rispetto... roba da matti". Anche all'interno dello stesso Partito Democratico non manca il dissenso: "comprendiamo che un capo di Stato vada accolto nel rispetto della sua sensibilità [...], ma questo, come pare sia stato richiesto proprio dall'ospite, ci sembra un gesto che travalichi i doveri del buon padrone di casa", così si sono espresse le senatrici Valeria Cardinali e Stefania Pezzopane.

Le prime dichiarazioni ufficiali da parte di un esponente del Governo sono state rilasciate dall' on. Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali: "quella di coprire le statue, in occasione della visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani è stata una scelta incomprensibile [...]. Non era informato, né il presidente del Consiglio né il sottoscritto, di quella scelta di coprire le statue".

Rouhani stesso, incalzato dai giornalisti, ha smentito le voci che sostenevano come tutto fosse iniziato a causa di una sua richiesta: "è una questione giornalistica. Non ci sono stati contatti a questo proposito. Posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo".

Quello che ai politici è sfuggito, forse troppo impegnati a difendere l'orgoglio patriottico ritenuto in pericolo, è che un tale gesto non solo non è una forma di rispetto verso un importante esponente di una cultura diversa dalla nostra, ma è addirittura offensivo: nei confronti delle bellissime forme dell'arte greca e romana, e nei confronti di Rouhani stesso, ritenuto indirettamente incapace di distinguere un'opera d'arte da un volgare nudo qualsiasi. Come da tradizione italiana, anche in questo caso di chi sia la responsabilità di questo autogol in rovesciata con palla nel sette, come lo ha definito Severgnini: tutto uno scaricabarile fra Soprintendenza, Governo e ministri vari.

L'Iran si riaffaccia, quindi, in ambito internazionale sotto una nuova veste, in un certo senso riabilitato, dopo la sospensione delle sanzioni che per anni ne hanno impedito la crescita economica. Teheran potrebbe rivestire un ruolo chiave nell'ottica della lotta all'ISIS: lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha auspicato che con la sua presenza al tavolo internazionale "sarà più facile vincere la sfida al terrorismo e allo Stato islamico". Anche il Vaticano, dove martedì Rouhani si è incontrato con Papa Francesco, in un comunicato stampa riconosce "il ruolo importante dell'Iran, insieme ad altri paesi della regione, per promuovere soluzioni politiche alle crisi che affliggono il Medio Oriente".

Gli interessi economici in gioco, per entrambe le parti, sono alti. "L'Iran oggi è il mercato più interessante al mondo", ha affermato il presidente dell'Agenzia del commercio estero Riccardo Monti. L'Iran di oggi è un paese con molti giovani preparati, specializzati, connessi, dinamici, in un certo senso "occidentali": una grande opportunità di trovare manodopera a basso costo, ma qualificata, per gli investitori stranieri. Inoltre, non è certo un segreto che il paese sia uno dei principali fornitori al mondo di petrolio e gas naturale e oggetto dell'attenzione delle grandi multinazionali.

L'Iran esce dunque dall'isolamento e si propone all'Europa come nuovo partner commerciale: non deve però essere dimenticato l'altro volto del paese, quello che non rispetta i diritti umani, che incarcera omosessuali, giornalisti e oppositori politici, che applica la tortura ai propri detenuti. Recentemente l'ong Nessuno tocchi Caino ha pubblicato un rapporto che evidenzia come dal giugno 2013 ad oggi l'Iran abbia raggiunto il record di 2277 condanne a morte per impiccagione. Nel 2015 le esecuzioni, in totale, ammonterebbero invece ad almeno 980. Proprio il 26 gennaio, Amnesty International ha rilasciato un documento dal titolo "Diventare grandi nel braccio della morte", che "evidenzia la vergognosa violazione dei diritti dei minorenni in Iran, uno dei pochi paesi al mondo che prosegue a mettere a morte persone che al momento del reato non avevano raggiunto i 18 anni di età, in flagrante violazione del divieto assoluto sancito a livello internazionale", ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. L'Iran, difatti, persiste nel disattendere gli impegni assunti oltre venti anni fa attraverso la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, che proibisce l'applicazione della pena di morte e dell'ergastolo nei confronti dei minorenni: dal 2005 al 2015 l'Iran ha ordinato l'esecuzione di 73 soggetti che non avevano ancora raggiunto la maggiore età al momento del reato.

Intanto, poco prima della fine di febbraio gli iraniani saranno chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento e dell'Assemblea degli Esperti, un organo composto da soli religiosi che ha il compito di eleggere la Guida Suprema. Difatti, l'Iran è uno stato teocratico, nel quale alcune delle figure di vertice coincidono con le guide religiose. Lo scontro fra conservatori e riformisti è già iniziato, con la decisione del Consiglio dei Guardiani - una sorta di corte costituzionale, che ha il compito di verificare la conformità delle leggi alla Costituzione e all'Islam - di estromettere dalle corsa per le elezioni Ahmad Khomeini, nipote dello storico ayatollah fondatore della Repubblica iraniana. Gli esiti elettorali saranno fondamentali per comprendere la direzione nella quale si muoverà, fra le altre cose, la politica estera.

Di Giulio Mecattini

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