Magazine Musica

RSO Stuttgart des SWR – Aziz Shokhakimov e Denis Kozhukhin

Creato il 29 novembre 2015 da Gianguido Mussomeli @mozart200657
skokhakimovFoto ©www.shokakimov.com

Uno degli aspetti che apprezzo di più nell’ attività della Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR è l’ ampio spazio che la programmazione dedica ai giovani talenti. Dopo le belle esibizioni di David Afkham il mese scorso e della violinista norvegese Vilde Frang nell’ ultima serata in abbonamento, anche il primo concerto del ciclo in collaborazione con la Kulturgemeinschaft presentava come protagonisti due giovani artisti emergenti, recentemente laureati in prestigiose competizioni internazionali. Sul podio infatti in questa occasione c’ era il ventisettenne Aziz Shokakimov, originario dell’ Uzbekistan, rivelatosi nel 2010 conseguendo il secondo premio nel Bamberger Symphoniker Gustav-Mahler-Dirigentenwettbewerb, il concorso che nella prima edizione fu vinto dal giovanissimo Gustavo Dudamel. Aziz Shokakimov, che dopo questa affermazione ha diretto diverse orchestre importanti, sarà anche tra i protagonisti del film-documentario Conduct! Jede Bewegung zählt di Götz Schauder, di prossima uscita nei cinema tedeschi e che narra le vicende di cinque giovani concorrenti all’ edizione 2008 del Sir Georg Solti Wettbewerb di Frankfurt. Da quanto si è ascoltato in questa occasione si tratta di un musicista preparato, con un gesto elegante e logico nel rapporto tra la mimica e gli effetti ottenuti. Tutte qualità che Shokakimov ha messo in mostra già nel brano di apertura, che era l’ Ouverture beethoveniana Die Geschöpfe des Prometheus, un pezzo che per la verità suonava un po’ fuori contesto in un programma dedicato per il resto ad autori russi ma che comunque ha offerto alla RSO des SWR l’ occasione di mettere in mostra il suono pastoso e frizzante della sezione archi in un’ esecuzione condotta dal giovane maestro con tempi vivaci e un tono di spigliata leggerezza, assai appropriato al carattere della pagina.

Foto ©Felix BroedeFoto ©Felix Broede

L’ altro protagonista della serata alla Liederhalle era il ventinovenne pianista russo Denis Kozhukhin, anche lui affermatosi a livello internazionale nel 2010 con il primo premio nel prestigioso Concours Musical International Reine Elisabeth di Bruxelles, una delle competizioni pianistiche più rinomate del mondo che nella prima edizione, svoltasi nel 1938, laureò un giovanissimo Emil Gilels. Il giovane Kozhukhin è originario di Nižnij Novgorod, grande città situata nella Russia europea centrale che durante il regime sovietico aveva preso il nome di Gorkij e che ha dato i natali, oltre allo scrittore Maksim Gorkji, anche a diversi altri musicisti illustri come Vladimir Ashkenazy, il trombettista Sergej Nakarjakov e, più recentemente, Daniil Trifonov. Denis Kozhukhin, che ha concluso i suoi studi qui a Stuttgart con Kirill Gerstein alla Musikhochschule, ha già suonato per diverse istituzioni concertistiche di prestigio e i suoi due primi album registrati per la Onyx hanno ricevuto lusinghieri apprezzamenti da parte della stampa specializzata.

Per il suo esordio qui a Stuttgart il giovane pianista russo ha scelto il Terzo Concerto di Rachmaninov, uno dei brani più impegnativi del repertorio per le difficoltà tecniche contenute nella parte solistica. Kozhukhin ha superato onorevolmente la prova, mettendo in mostra un virtuosismo ben sviluppato, un suono abbastanza potente e compatto nella timbrica oltre che ben graduato nel controllo delle dinamiche. Dal punto di vista interpretativo si sa che il Rach 3, come lo chiamano i pianisti, costituisce un problema spinoso anche per gli strumentisti esperti. Si tratta di una partitura che richiede al solista, oltre alla preparazione strumentale, anche grandi qualità carismatiche, fraseggio nobile nelle parti cantabili e la capacità di rendere incandescente il virtuosismo. Denis Kozhukin ha retto tutte queste difficoltà in maniera lodevole, molto ben sostenuto da Shokhakimov che gli ha fornito un sostegno strumentale adeguato ed è stato molto attento a curare l’ equilibrio tra orchestra e solista. Forse a questa esecuzione mancava un pizzico dell’ ebbrezza virtuosistica di cui si è accennato sopra, ma senza dubbio il giovane pianista russo si è dimostrato in possesso di tutte le qualità necessarie ad ottenerla nel prosieguo della sua carriera. Molto bello anche il fuori programma, che era la Danza degli Spiriti Beati di Glück nella trascrizione di Giovanni Sgambati nella quale Kozhukin ha messo in mostra un bel suono pulito, trasparente e di grande raffinatezza.

Nella seconda parte abbiamo ascoltato la Suite dal balletto L’Oiseau de feu di Strawinsky nella versione 1945, più ampia rispetto a quella del 1919 solitamente eseguita in concerto e diversa anche nella successione dei brani. Una bella esecuzione, splendidamente suonata da una RSO des SWR in grande forma e impostata da Aziz Shokhakimov con un tono affilato, tagliente e aggressivo, molto ben calcolato nell’ impostazione delle sonorità e nella scelta dei tempi. Il giovanissimo direttore uzbeko ha messo in mostra qui una spiccata personalità interpretativa e qualità tecniche davvero di ottimo livello. Grande successo in una Liederhalle quasi completamente piena per una serata che ci ha fatto conoscere due giovani musicisti di autentico talento, sicuramente da riascoltare nei prossimi anni.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog