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Rubrica - "Libreria d'Annata": "Chi di vampiro ferisce..." raccolta a cura di Don Ward

Creato il 09 settembre 2013 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Monday, 09 September 2013 08:44
Scritto da Nicola Lombardi

Nicola Lombardi ci propone per la puntata di settembre della sua rubrica "Libreria d'Annata" la raccolta "Chi di vampiro ferisce" curata da Don Ward ed edita in Italia dalla case editrice La Tribuna.
Curata nel lontano 1970 da Don Ward - e proposta in Italia un paio d'anni dopo dall'editore piacentino La Tribuna nella collana fantascientifica Galassia - Chi di vampiro ferisce… (The Dark of the Soul) è un'antologia davvero gustosa, un concentrato di vintage horror di qualità a dir poco sopraffina.

Apre le danze Robert E. Howard con L'orrore dalla collina, un'appassionante storia d'ambientazione texana a base di tombe proibite, maledizioni indiane e demoni succhiasangue. Segue una lady, Dorothy S.Davis, che con Il suonatore di corno ci ricorda quanto sarebbe meglio, a volte, ascoltare i moniti delle vecchie leggende. Incontriamo ancora vampiri nel sinistro, pluriantologizzato La signora Amworth del veterano August Derleth; dopodiché un altro maestro del weird, Manly W.Wellman, ci fa ascoltare Il canto degli schiavi, resoconto di una vendetta soprannaturale che colpisce uno spietato proprietario terriero.
In questa carrellata di nomi d'eccezione non poteva mancare Montague R. James, che ci parla di processi alle streghe in Inghilterra fra Sei e Settecento, mostrandoci quali raccapriccianti creature si annidano all'interno de Il frassino. E come se non bastasse abbiamo anche H.P.Lovecraft col classicissimo Aria fredda, che per certi versi riprende il tema del Valdemar di Poe innestandolo in un moderno contesto urbano.
Ci spostiamo poi sui Carpazi orientali con Tabù di Geffrey Household, una raggelante storia di cannibalismo; quindi facciamo ritorno nella plumbea America puritana di Nathaniel Hawthorne per conoscere Il giovane Goodman Brown e la silenziosa disperazione che attanaglia la sua anima dopo aver patito la peggiore delle disillusioni. È poi la volta di Smee, di Alfred M.Burrage, una ghost story da pelle d'oca in grado da dissuadere chiunque fosse tentato di giocare a nascondino in una vecchia dimora. A chiudere questa magistrale raccolta di pezzi da novanta pensa l'insospettabile Agatha Christie, che accantonando momentaneamente Poirot e Miss Marple ci narra di un insolito poltergeist il cui artefice pare proprio essere… La bambola della sarta.
Sandro Sandrelli (curatore dell'edizione italiana nonché traduttore dell'opera assieme a Giampaolo Cossato) così scrive nella presentazione, spinto dalla necessità di giustificare, o almeno motivare, l'inserimento di una raccolta di racconti soprannaturali in una collana di narrativa fantascientifica: “La magia nera è più che mai in auge […]. Il racconto nero, il romanzo gotico conoscono una fioritura tra le più rigogliose: si ristampano opere celebri, altre se ne scrivono con rinnovato impegno, i film rigurgitano di vampiri e fanno cassetta […]. Quali relazioni possono esserci tra queste magie e la fantascienza? Beh, intanto, non di rado gli autori sono gli stessi, ma oltre a questo non sono mancati certo gli autorevoli tentativi di 'scientificizzare' la magia e le pratiche alchemiche. Pawels e Bergier vi insistono da più lustri, per non parlare di Heinlein, Sprague de Camp, e perfino Frederic Brown”.
Comunque sia, lo ringraziamo per aver deliziato il nostro palato!

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