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Rubrica - Manga Weird: "Kiseiju – L’ospite indesiderato" di Hitoshi Iwaaki

Creato il 29 maggio 2015 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Friday, 29 May 2015 16:00
Scritto da Davide Tarquini
Rubrica Manga Weird: "Kiseiju – L’ospite indesiderato" di Hitoshi Iwaaki è il manga a cui è dedicato la terza puntata della rubrica "Managa Weird" a cura di Davide Tarquini
“Osservi come quei pleurotremi rossi, ipotremi neri e altri olocefali, si ricongiungono alla sua carne, la carne della loro carne, quella che si adatta al tempo e lo attraversa… è molto commovente. Riconosciamo a Warhole l’arte di saper indovinare la propria dipartita… pretende persino di essere in grado di finirla in un cubo perfetto.”

Da Mostro, di Enki Bilal.Chi non ha mai sognato di superare i propri limiti fisici grazie a una qualche portentosa trasformazione della carne, dono di qualche dio benevolo o scellerato patto con il diavolo.
È un desiderio infantile, la consapevolezza dei limiti intrinsechi del fisico umano e l’uso dell’immaginazione per superarlo. Dalle leggende alla letteratura passando per le religioni, gli esempi sono sterminati. Senza dilungarsi troppo e rimanendo in tema manga, si possono citare Devil Man, Berserk, Full Metal Alchemist, Gantz, che sono solo alcune tra le opere più celebri in circolazione.
Di questa schiera fa parte Kiseiju – L’ospite indesiderato, di Hitoshi Iwaaki, un successo in patria, dove è stato serializzato dal 1988 fino alla sua conclusione nel 1995. Al contrario, in Italia, la sua sorte è stata simile a quella di tanti altri validi titoli; pubblicati i primi tre numeri tra il 1998 e il 2000 dalla Phoenix, casa editrice che ha ormai cessato l’attività, si è proseguita la stampa tramite la Magic Press, tra il 2002 e il 2004, interrompendola però all’ottavo volume, a due numeri dalla fine.
Il successo dell’adattamento anime nel 2014 e l’interessante attività della Goen, ha dato il via, nel dicembre 2014, alla pubblicazione di una nuova edizione deluxe con cui si riparte dall’inizio.
LA STORIA - Shin’ichi Izumi è un sedicenne come tanti. Vive a Tokyo con la famiglia, dove frequenta il secondo liceo, ed è il classico bravo ragazzo, introverso e goffo con il gentil sesso. La sua vita sembra scorrere tranquilla fino a quando una sera una quantità indefinita di spore, comparsa misteriosamente dal cielo, cade a terra generando una sorta di creature vermiformi. Questi parassiti, costretti a cercare immediatamente un ospite da invadere perché sforniti di organi interni vitali, come lo stomaco o lo stesso cuore, si comportano come una sorta di virus, il quale richiede la cellula per riprodursi. Infiltrandosi di nascosto nella testa dell’ospite, lo uccidono, iniziano a divorare le carni dall’interno fino a sostituire completamente la testa della vittima, prendendo così il controllo del resto del corpo. La loro innata capacità di modificare i tessuti gli permette inoltre di riprodurre le fattezze dei volti umani, per aggirarsi senza destare sospetti, ma possono in un attimo trasformarsi in spietate macchine di morte. I parassiti non si limitano a sostituire l’individuo, ma obbediscono a un unico atavico comando: “divora questa specie”. Inoltre col passare del tempo studieranno l’uomo e la sua società, così che, dopo una serie di efferati omicidi, attribuiti a un fantomatico “macellaio”, s’integreranno negli schemi e nella routine della vita quotidiana; ma non solo, creeranno una società segreta interna per cooperare tra di loro e agire così indisturbati.
Tra i pochi a conoscenza di tutto ciò, il nostro povero Shin’ichi, il quale, grazie a una serie fortunata di eventi, riesce a bloccare uno dei parassiti, isolandolo nel braccio destro. Purtroppo il tentativo funzionerà a metà perché Shin’ichi avrà sì salva la vita, ma in cambio del suo braccio, divorato e sostituito dalla creatura.
Il ragazzo dovrà presto abituarsi a convivere con il suo avversario per difendersi dagli altri parassiti, i quali gradiranno la presenza di un “bastardo”; lo stesso Destry, ribattezzatosi così su insistenza di Shin’ichi, dovrà difendere a tutti i costi la vita del suo ospite, necessaria alla sua stessa sopravvivenza. Tra i due avverrà un lungo confronto nel tentativo costante di comprendersi a vicenda.
Nonostante l'impianto di base della storia possa sembrare tipicamente quello di uno shonen (lett. “ragazzo”, è una categoria manga caratterizzata da sfide e combattimenti che l'eroe deve vincere per raggiungere il suo obiettivo), Kiseiju è molto di più del classico “adolescente con superpoteri che salverà l’umanità”. Già dalle sequenze di combattimento la diversità appare evidente: poche tavole a descrivere scontri rapidi e non certo appassionanti. Attenzione però, non è una pecca, contraddistingue invece il carattere maturo dell’opera. Destry e Shin’ichi non si avventureranno mai in battaglie senza averle prima attentamente pianificate, non sfideranno i parassiti a viso aperto. In parole povere, non è un fumetto con lunghi combattimenti sospesi nell’aria e nel tempo, dove l’eroe può ripensare a tutti gli amici e i parenti persi lungo il cammino.
È un’opera matura, con una forte introspezione psicologica. Non solo il fardello del “grandi poteri grandi responsabilità”, con tutte le drammatiche conseguenze del caso, farà maturare Shin’Ichi più velocemente, ma la stessa fusione con Destry, usando le parole del parassita, lo porterà a essere “più forte psicologicamente, non dal punto di vista umano, ma da quello animale”. Shin’ichi dovrà aggrapparsi agli affetti e soprattutto all’amore di Murano per mantenere il più possibile la sua umanità. Anche Destry non è un semplice incrocio tra Spock e Freddy Krueger, ma avrà un suo sviluppo personale che lo porterà a capire la razza umana fino a empatizzare con lei. In generale tutti i personaggi, principali o minori che siano, hanno uno spessore reale; come Ryoko, un’ex insegnante ormai sostituita da un parassita, interessata a studiare l’umanità a fondo fino ad arrivare a partorire un normalissimo bebè umano, o Kana, una ragazza innamorata di Shin’ichi capace di percepire la presenza dei parassiti, così forte all’apparenza ma in realtà fragile come un cristallo.
Sono proprio i vari protagonisti, con le loro storie e le loro considerazioni, a sollevare interessanti argomenti di dibattito. C’è una sorta di ribaltamento di ruolo, dove l’uomo, abituato a credersi al vertice della catena alimentare, si ritrova a essere il pasto di un’altra specie. La stessa genesi dei parassiti, mai spiegata da Iwaaki, sembra dovuta quasi a un bisogno stesso del pianeta di mettere un freno all’espansione della razza umana. Senza contare la facilità con cui questi esseri s’integrano negli schemi della società, arrivando ad annoverare un sindaco tra le loro fila, dimostra che non si tratta di semplice mimesi ma di una prova di quanto la differenza tra le due razze sia minima.
IL DISEGNO -
 Se la storia è ricca di eventi e di sfumature, il disegno di Iwaaki non è di per sé eccezionale. In genere il suo stile è semplice, essenziale, a volte quasi dilettantesco, ma ha il dono di arginare questa mancanza mettendo il tratto proprio al servizio della trama. In Kiseiju gioca spesso con il contrasto dei volti; quello dei parassiti, occhi apatici e labbra smorte, e quello degli umani, pieni di smorfie ed espressioni. La mancanza di sfondi è attutita focalizzando l’attenzione sulle emozioni della scena; gli stessi ambienti, quando presenti, sono perfettamente geometrici, sterili, generando una sensazione di fredda inquietudine che pervade il manga.
L’elemento gore è molto presente e ogni tanto il disegnatore si lascia prendere la mano, ma i corpi smembrati sono esposti senza ipocrisia. Iwaaki ci parla di esseri che si nutrono degli umani e, come un documentarista che riprende il leone intento a divorare la gazzella, così il mangaka rappresenta il pasto degli alieni, avvalorando ulteriormente il ribaltamento del ruolo dell’uomo da predatore a preda.
L’AUTORE - Hitoshi Iwaaki
, nato a Tokyo il 28 luglio 1960, ha raggiunto la notorietà proprio con Kiseiju. Il manga, infatti, ha vinto nel ’93 il 17° premio Kodansha come opera generale e nel ’96 il premio Seiun come miglior manga dell’anno. In precedenza aveva già pubblicato Fuuko no iru mise (1986-1988) e Hone no oto (1990), inediti in Italia. Dopo Kiseiju, abbiamo l’interessante Le terre di Tanabata (1996-1999), seguito da Yuki no touge, tsurugi no mai (2001), Heureka (2002) e infine la serie Historie (2003-in corso), con la quale è arrivato alle finali del Grand Prize del Premio culturale Osamu Tezuka e con cui ha vinto nel 2010 il Grand Prize del Japan Media Arts Festival.
Iwaaki inoltre ha contribuito anche a Neo Devilman, uno spin-off del Devilman originale pubblicato nel 1999 e composto di diciotto capitoli, ognuno scritto e disegnato da un autore differente (tranne Go Nagai, l’unico ad averne fatti due).
L’EDIZIONE -
 La Goen si è conquistata la gratitudine di diverse persone, compreso il sottoscritto; strappare dall’oblio un fumetto del genere ha del miracoloso. La redazione della sezione dedicata ai manga e manwha della RW Edizioni, casa editrice con sede a Novara nata nel 2010, lo fa in grande e, forte della partnership con la Kōdansha, pubblica una Perfect Edition che ricalca l’edizione kanzenban giapponese (lett. “versione completa”, sorta di edizione deluxe con contenuti extra).
Composta di otto volumi dal formato 14x21 per 280 pagine, la Goen segue lo stesso restyling di quella giapponese, sostituendo le immagini originali, disegnate dallo stesso Iwaaki, con una grafica dal taglio molto più pop e decisamente più accattivante, stampata su una sovraccoperta durevole. Con rilegatura in brossura fresata e copertina morbida, ha pagine in carta lucida molto resistenti e di buona qualità, le quali tengono bene il colore e hanno un odore gradevole. La vera nota dolente è il prezzo, 9.95 euro a volume, e, se devo essere sincero, qualche bestemmia nel comprarlo c’è stata, ma si tratta veramente di una bella edizione, dal costo proporzionato al valore.
Da notare che la Goen, oltre ad aver già stampato Heureka, sempre di Iwaaki, ha annunciato la pubblicazione de La terra di Tanabata da luglio 2015, continuando a contribuire alla riscoperta di un mangaka di alto livello da noi ancora ingiustamente poco apprezzato.
CONCLUSIONE -
 È un manga raro e prezioso, che acquista spessore di numero in numero, dotato di una trama avvincente e in costante evoluzione, sostenuta perfettamente da una stupenda caratterizzazione psicologica; il tutto confezionato in un’edizione di classe. Credo bastino questi argomenti per convincervi ad acquistare lo stupendo Kiseiju – L’ospite indesiderato.
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