" No, io sono un'altra cosa... Quella (Noemi; ndr...) era la pupilla... Io sono il culo...". Ruby Karima El Marhoug
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Mia Nonna dello Zen:
Detto così, a una lettura alla prima, uno pensa, come disse Georges Bataille, che l’uomo è un animale che si eleva finché è giorno almeno e il più allegramente- o il più rabbiosamente che può. Non è sorprendente constatare che nessuno guarda il sole? “Si dirà, senza dubbio, è vero, che questa attitudine è molto meno sorprendente di quanto si voglia far apparire, che gli occhi non possono sopportare un solo istante la luminosità del sole, che d'altronde sono messi in maniera che non si può guardare in alto senza una penosa torsione del collo” [Georges Bataille, “L’occhio pineale (4)”]. Ma in questo caso è evidente che la questione non sia proprio quella del guardare in alto; la pupilla e il culo insieme mi pare che facciano l’occhio di bronzo: lo stesso Bataille non scrisse pur’anche che “le ragazzine – che circondano nei giardini zoologici la gabbia degli animali – non possono non essere abbagliate dai posteriori – così lubrici- delle scimmie”? Qui, in questo enunciato, c’è una sapienza infinita, il “sole situato nel fondo del cielo”, l’ “occhio pineale” e il già citato “occhio di bronzo”. C’è stato V.S.Gaudio che fece interagire l’alluce di Georges Bataille e il culo di Nadia Cassini, il che naturalmente è colmo di tenerezza e di storia: “le matrone romane più pudiche lasciavano vedere costantemente i loro alluci nudi”; ora, questa ragazzina fa interagire il suo culo con la pupilla di un’altra ragazzina, un’operazione veramente poetica, come il linguaggio dei fiori: se all’euforbia si fa dire questa frase: “Siete voi che avete svegliato il mio cuore”; a questo fiore del deserto marocchino non si può non attribuire lo strano privilegio di rivelare – solo con la sua presenza – la presenza dell’amore.