Ruby e Rosy. Due nomi, due miti: Priapo e Aldo Moro
Creato il 15 aprile 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
C’è chi vola alto e chi preferisce altezze, chiamiamole più terrene, a portata di uccello padulo. C’è chi è cresciuta con il mito del facile soldo e chi ha passato una vita a fianco di Vittorio Bachelet facendole da assistente. Fra Ruby e Rosy la differenza non è solo una vocale (e una consonante) ma un intero mondo fatto di arrivismo, superficialità, insensatezza, esibizionismo da una parte e di sensibilità, coraggio, abnegazione, idealità dall’altra. E non è un caso che nessuno si scandalizzi del primo mentre rispetto al secondo le alzate di scudi sono ormai un fatto ricorrente. Pur di dare dignità alla prima, una maggioranza parlamentare di mezzeseghe vota addirittura una mozione nella quale, per volontà politica, Ruby diventa la nipote di Mubarak e fanculo l’albero genealogico. Pur di togliersi dalle palle la seconda, la si invita a dimettersi da vice presidente della camera dopo aver ricordato un fatto ormai universalmente riconosciuto. E chi ne chiede le scuse o le dimissioni? Signore e signori: Denis Verdini, il plurindagato deputato del Pdl accusato financo di bancarotta, cioè di aver rotto il suo Credito Cooperativo Fiorentino. L’Italia è diventato il paese di “Ciccio Mestecotto”, un personaggio del nostro piccolo borgo natio legato alla ormai lontana infanzia, che metteva nella pentola tutto quello che riusciva a racimolare fra la monnezza, lo faceva bollire e, alla fine, una cosa mangiabile veniva quasi sempre fuori. Berlusconi ha avuto l’abilità di mettere nel suo personale pentolone tutti i delinquenti e i malfattori della storia repubblicana partendo dalla sua tessera numero 1816 della stessa benemerita associazione a delinquere di 2232, alias Fabrizio Cicchitto, alias l’ex delfino di Riccardo Lombardi, alias l’ex leccaculo di Bettino Craxi. Berlusconi ha preso piduisti, i peggiori democristiani dorotei, gli ex liberali, ex socialdemocratici, ex monarchici, ex repubblicani, ex fascisti, ex repubblichini, una spruzzata di mafiosi, un pizzico di preti e vescovi tanto al chilo, li ha mixati e quello che ne è venuto fuori è, al contrario della brodaglia di “Ciccio”, una pietanza immangiabile e difficile solamente da odorare. Il mondo di Berlusconi qualche volta, però, entra in rotta di collisione con quello incarnato da Rosy Bindi la quale, tutt’altro che affascinata dal mito di Priapo, le cose che deve dire le dice, non mandandole a dire. Può capitare, in un momento di incazzatura, di perdere la trebisonda ma a Rosy questo non è accaduto perché dare del piduista a Cicchitto è come dare dell’ignorante a Gasparri: riconoscere un fatto storico. Un passo indietro. Ieri alla Camera. Ultima “puntanata” del processo breve. Nel suo intervento Fabrizio Cicchitto, numero 2232 per gli amici, ha la pessima idea di citare Aldo Moro. Il nome dello statista democristiano ucciso dalle Brigate Rosse, se usato a sproposito, ha il potere di far imbestialire chi lo ha conosciuto e frequentato e, soprattutto, ne ha apprezzato la dirittura morale e la valenza culturale. Quel nome, in bocca a Fabrizio Cicchitto, deve essere suonato a Rosy Bindi un’offesa imperdonabile, un vilipendio, una bestemmia. Ed è stato allora che, insieme alle tre quarti di seghe dei colleghi del suo partito, ha iniziato a scandire a gran voce “P2, P2”. Per niente incazzati quando uno della loro maggioranza da dell’"handicappata di merda" a una deputata dell’opposizione, i quacquaracquà del centro destra si sono inviperiti con la Bindi rea di aver offeso il capogruppo del Pdl. E il più inviperito di tutti è stato proprio Denis Verdini che, invece di trascorrere le sue giornate nelle patrie galere, e senza l’ora d’aria, pascola ancora libero sugli scranni di Montecitorio. È chiaro a tutti che l’attacco allla Rosy Bindi vicepresidente della Camera, era principalmente rivolto a Gianfranco Fini, ma ha comunque sortito la risposta niente affatto formale e niente affatto pentita della presidente del Pd. E la riportiamo convinti che di fronte a simili donne scompaia per un po’ lo squallore che proviamo solamente ad immaginare Nicole Minetti che bacia il fallo di Priapo e si attorciglia nuda intorno al palo della lap-dance. Ha risposto Rosy a Verdini: “Ho semplicemente detto la verità. Se qualcuno mi avesse apostrofata gridando ‘Azione Cattolica, Azione Cattolica’, io non mi sarei offesa. Effettivamente ne ho fatto parte, proprio come Cicchitto è stato membro della P2. Se qualcuno ha dei dubbi in proposito basta che controlli Wikipedia”. È proprio vero che nel Pd gli unici uomini sono le donne. Anzi, la donna.
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