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Rugb-rica mondiale: più quieti prima della tempesta, per favore

Creato il 29 settembre 2011 da Rightrugby
Oggi giorno di sosta prima del rush finale: da venerdì a domenica si giocheranno le ultime otto gare della fase a gironi del Mondiale neozelandese.
30/09/2011 30/09 - 09:30 South AfricaSouth Africa  -  SamoaSamoa Auckland Match PageMore 01/10/2011 01/10 - 04:30 AustraliaAustralia  -  RussiaRussia Nelson Match PageMore 01/10 - 07:00 FranceFrance  -  TongaTonga Wellington Match PageMore 01/10 - 09:30 EnglandEngland  -  ScotlandScotland Auckland Match PageMore 02/10/2011 02/10 - 02:00 ArgentinaArgentina  -  GeorgiaGeorgia Palmerston North Match PageMore 02/10 - 04:30 New ZealandNew Zealand  -  CanadaCanada Wellington 02/10 - 07:00 WalesWales  -  FijiFiji Hamilton 02/10 - 09:30 IrelandIreland  -  ItalyItaly Dunedin
A parte le scontate Australia - Russia, New Zealand - Canada e France - Tonga, le altre cinque partite hanno tutte un certo qual livello interesse e quindi "apertura" del risultato, ovviamente nel senso rugbistico del termine (il rugby è come la guerra, crudo e terribilmente "fatale": vince il più forte, non ci sono regali o "mano de Dios" a rendere incerti i pronostici). Il che può portare conseguenze sulle classifiche finali e sui piazzamenti delle prime otto ai quarti di finale ovunque,  tranne che nella Pool A.
Partendo da domani, la certezza del primo posto al Sudafrica la danno solo almeno due punti contro Samoa; gli africani son molto concentrati e il mood è positivo dopo la striscia di vittorie sempre più convincenti in quello che doveva essere "il girone della morte". La formazione sarà quella tipo con la sola assenza di Jean de Villiers (in panca assieme a capitan John Smit), che concede un altro giro come estremo a Pat Lambie, con Bismark du Plessis hooker titolare, Matfield e Habana recuperati, della serie non si sottovalutano i Pacifici. I quali non possono che essere delusi ad essersi ridotti a dover dare tutto con la "grande" che tradizionalmente soffre meno di tutte il gioco Isolano, ma tant'è.
Rimanendo nella Pool D, il Galles con qualche problemino fisico che rischierà di aggravarsi vista la fisicità degli avversari, perlomeno avrà il vantaggio di sapere cosa gli servirà combinare con la sinora deludente Fiji domenica, per trovare il suo posto nei quarti. Se tutto poi va come dovrebbe, potrebbero esser quarti "di lusso", da non mancare assolutamente: contro l'Irlanda. Speriamo vivamente di deludere i Dragoni, sia in Nuova Zelanda che nel prossimo turno di Pro12 a Treviso;  abbiamo con noi il tifo dei sudafricani, che ovviamente preferirebbero noi all'Australia nei quarti.
Sabato il clou sarà certamente la Calcutta Cup in trasferta down under tra Scozia e Inghilterra per la Pool B, dove la situazione punti è identica a quella della Pood D descritta in precedenza: all'Inghilterra servono almeno due punti per avere la certezza della leadership del girone (che significa evitare gli All Blacks nei quarti), agli Scots monocordi (ma "espansivi", eh!) serve solo la vittoria col bonus.
All'uopo Andy Robinson rigira i suoi backs come calzini - cambia ambo i centri e un'ala, sposta Sean Lamont, tiene solo Paterson e Jackson, in mediana preferisce Blair - ma sa che l'unica vera leva a sua disposizione è la motivazione dei suoi a fare un sgarbo pesante a "The Auld Enemy".
Martin Johnson invece pare aver consolidato le sue scelte, tra gli alti e i bassi di questa prima parte di mondiale (la disciplina ma non solo: vedi ovali illegalmente sostituti per piazzare - fatto più che scandaloso, squallido: ennesima conferma che i veri furbetti anti-sportivi NON sono i latini). Recupero del "cattivo" Lawes in seconda linea a parte e optato per l'ordine - più che la precisione - garantito da Wilkinson (o sarà ancora staffetta primo-secondo tempo, stile Rivera/Mazzola?), c'è solo la sorpresa Delon Armitage al posto di Mark Cueto all'ala; scelta di agilità vs. potenza o necessità di preservare il fragile anziano campione, autore di tripletta al suo esordio lo scorso turno?
Domenica l'Argentina come il Galles avrà il vantaggio di sapere che je serve fà contro la Georgia, team tosto da non sottovalutare, tiratosi fuori ieri quasi con eleganza dalla prova che qualcuno ha definito di "rugby democratico" di ieri - anche se si intendeva ben altro, non la troviamo male come foto di un approccio conservativo abbarbicato al passato remoto, tutto buttate e calcia lontano. L'Inghilterra se la cavò coi Lelos grazie alla gravissima imprecisione nei piazzati oltre che alla superiorità dei suoi backs; i Pumas han dalla loro la classe, l'esperienza e la forma di alcuni  - in testa Lucas Amorosino, finalmente titolare; se invece pensano di risolverla solo davanti e con Contepomi in plancia, beh potrebbero rischiare.

Rugb-rica mondiale: più quieti prima della tempesta, per favore Domenica infine, l'ultimissima partita della fase a gironi è il decider della nostra Pool: primo secondo e terzo posto tutti da attribuire in una gara sola. L'Australia difatti ha sistemato Radike Samo all'ala! (nella foto) per la sgambata da cinque punti obbligatori con la Russia  - soddisfacente primo Mondiale per gli Orsi, con un punto di bonus in carniere e almeno una meta segnata in ogni partita, sinora - dopodiché s'accomoderà in poltrona per vedere dove e contro chi la spedirà a giocare i quarti l'ultima singolar tenzone tra Italia e Irlanda.
Gli Irlandesi nelle dichiarazioni dan prova di umiltà, concentrazione e understatement, ma la pressione dovrebbe esser tutta sulle loro spalle. Anche l'esaltazione per la vittoria clamorosa sui Wallabies non li aiuta; per loro fortuna è stata un po' ridimensionata, va detto, da qualche "battito in testa" avvertito contro la Russia. Pesa anche - non si sa su che bilancia - la storia di 14 partite ufficiali sempre vinte contro gli Azzurri nell'era Pro, mentre prima del 1999 c'eran state 4 vittorie in fila dell'Italia. Con più di qualche scricchiolìo comunque: come il furto a Ravenhill nel warm up mondiale dell'agosto 2007, 23-20 finale, e il recentissimo 11-13 al Flaminio col famoso drop di Ronan O'Gara al '77.
Dal lato Italia, se il morale è alto, la situazione "tecnica" invece pare regredire: si vince ma non si convince del tutto. Ci scuserete ma è situazione piacevolissima per l'Italia del rugby, disabituata a due vittorie in fila. Oltetutto, davanti a prove impegnative è saggio ripiegare  all' "ubi consistam", alle certezze e la nostra ora e sempre è la mischia ordinata.
Coach Nick Mallett ha tutte le ragioni del mondo quando afferma, non rompeteci i timpani, è giusto che gli Azzurri sfruttino fino in fondo una loro area di predominio assoluto, spetta agli avversari non certo a noi tentare di spostare il confronto su altre fasi del gioco. Gli Azzurri han portato la mischia al suo massimo potenziale, facendola diventare strumento offensivo. Del resto c'è chi l'ha fatto anni fa con l'altra fase statica, la rimessa laterale, ed è stato poi copiato da tutti.  La mischia usata per offendere, ha il vantaggio di dover essere eseguita entro le linee dei cinque metri dalle linee laterali; aggiungi altri tre-quattro metri di ingombro verso l'interno e il calcio di punizione è sempre abbastanza potabile, persino per il potenziale di Mirco Bergamasco.
Tutto molto corretto, solo che ci è arrivato un warning grande come una casa nel corso della partita con gli Usa: il careless whisper al nostro capitano di un arbitro rampante come Clancy dopo aver giallato il pack americano: "now consider carefully what to do", cioè pensaci bene prima di insistere con 'sta mischia ordinata.  E' un messaggio che arriva dall'alto dei cieli, dove è assiso il duo neozelandese Graham Henry - Paddy O'Brien che sin dai tempi di San Siro non amano quel tipo di "ripresa del gioco". Attenti a non tirar troppo la corda con'sta mischia, è l'audible lanciato agli italiani.
Ergo, prenderci uno dei primi otto posti mondiali di sola mischia, mi spiace molto per Castro ma non verrà mai consentito agli Azzurri o ad altri. Kaplan è arbitro molto attento ed esperto - ritengo siamo stati fortunati nella designazione - ma non ci sono più i gradi di libertà decisionale che c'erano una volta.
Beninteso, gli Azzurri non sono (più) come la Romania, solo 50kg in più in mischia e il resto confusione, calci lunghi e pedalare: sono difensivamente molto solidi e ordinati e fan anche vedere qualche sprazzo di gioco offensivo efficace, ma anche questo non basta.
Partiamo dalla difesa: molti si chiedono come mai gli Azzurri non usino la difesa avanzante vista a sprazzi nel Sei Nazioni: noi crediamo che sia meglio fare gli attendisti. Il pack è solido e attento e sarà estremamente sollecitato nei loose five da quello irlandese, ma lì ci difendiamo. Il punto critico è al centro, non solo nel solito intervallo 10-12 ma purtroppo anche più al largo: i due Gonzi Garcia e Canale sono centri solidi sì, ma regolarmente perforabili come reparto (almeno una meta presa lì in ogni partita). A questo proposito ci domandiamo dove sia finito Sgarbi nella testa di Mallett. Oltretutto difesa avanzante implica difesa rovesciata, "a banana" con ali e l'outside centre a far le spie: è prendersi un rischio della madonna di aggiramento al largo o percussione, i nostri backs sono decisamente poco abili nello scrambling di recupero alla sudafricana, gli manca fisico o velocità o entrambe; bene ha fatto Mallett ad evitare, contro gente come Ngwenya e prossimamente Earls e Bowe.
In attacco dovemo aggrapparci alle maul innescate dalla rimessa laterale: a parte riuscire a tener le nostre (è difesa), si tratterebbe di rubarne almeno un paio ... vaste programme se bastano gli Usa a metterci in crisi, nonostante l'apporto fondamentale di Corniel van Zyl. Forse meglio è pensare alle percussioni insistite coi ball carrier che non ci mancano - Castro in splendida forma, Geldenhuys, Zanni, Barbieri, Ghiraldini - e i portatori di palla più elusivi - Masi, Parisse, Semenzato.
Più al largo purtroppo Tommy Benvenuti non s'è più ripreso dalla meta mancata nei primi minuti con gli Usa: al 50' s'è mangiato una meta fatta, non aprendo al libero Garcia al largo. Qualche segnale di risveglio nell'iniziativa arriva da Luke McLean. E poi ci dovrebbe esser Masi, speriamo bene.
Questa è la situazione; Mallett ha detto che, una volta eliminate tutte le altre opzioni all'Irlanda (deve minimo pareggiare), adesso abbiamo un 35-40% di possibilità. A mio avviso ne abbiamo meno, ma giustamente ce la giochiamo: il dente avvelenato dall'ultimo Sei Nazioni e altre antiche e nuove ruggini (Celtic, Castro vs. O'Gara) dovrebbero ancora dolere - e quindi aiutare. Probabilità che a mio avviso ascenderebbero a una contro tre (33%, non malaccio), se non fossimo abilissimi a prenderci un bel po' della pressione che spetterebbe tutta agli avversari.
E' da prima di partire che in quel piccolo mondo antico del rugby italico, dalla Fir (e le sua mai sufficientemente rimarcate ASSENZE) agli appassionati alla stampa specialistica tutta, 'sti benedetti quarti di finale son considerati messianicamente, come la Cerca del Sacro Graal: non se ne può più, datece tregua per favore! E' puro autolesionismo, considerata la mentalità nazionale, cosa serva per caricare e scaricare a queste latitudini.
Qualcuno "dalla nostra parte della barricata", che evidentemente arriva a sentirla pure addosso a se stesso la pressione, arriva a lamentare la disattenzione dell'informazione standard per i Mondiali di rugby.Ma ci mancava solo questa! Capiamo il bisogno di posti di lavoro, ma cosa dovrebbe annunciare l'informazione di grazia, che forse accediamo ai quarti?  Giusto per aumentare di un filino aspettative e pressione ... Ma per favore, dài ...
Ieri le ragazze della pallavolo han raggiunto le semifinali agli europei dopo averne vinti due di fila: i tg han dato la notizia. Normale, ex post: così si fa. Conserviamo per favore l'oggettività, altrimenti continueremo non solo a farci del male, ma a regalare argomenti di facile ironia agli Zazzaroni vari - ignoranti che i mondiali di rugby siano il terzo torneo più seguito al mondo dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio, ben davanti alla loro Champions League. Non vincete mai, eppure fate tutto 'sto casino ogni volta, diranno sogghignando ...  Keep cool and hold on, i morti e feriti si contano alla fine della guerra.

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