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Rugb-rica Mondiale: (quasi) nel mezzo del cammin di nostri gironi ...
Creato il 19 settembre 2011 da RightrugbyOvviamente il muro vero è sempre stato il (b) ma paradossalmente a leggere in giro ora, sembra che si tratti solo di mera pre-condizione mentre il limite sia diventato il (c), pur avendo una partita in più da giocare rispetto all'Irlanda, che bonus ancora non ne ha. I più "fibrillati" arrivano a invocare una revisione della formazione con la Russia. Boh.
Dalle rispettive selve oscure invece paiono iniziare a districarsi le protagoniste delle partite domenicali: Galles, Inghilterra e Francia. A livello punti, non ancora a livello gioco: in un modo o nell'altro e aldilà del numero di mete messe a segno si è trattato, pur in misure diverse, di tre ugly win.
Consigliando come sempre anche la visione degli highlights ufficiali sul sito RWC2011, della prima partita abbiamo detto qui. Il Galles s'è liberato del suo incubo (mai battuta Samoa ai Mondiali, due sconfitte nel passato), ma sinceramente non abbiamo capito né che tipo di game plan avesse deciso di eseguire, né tantomeno come abbia fatto a prevalere.
Tralasciamo pure la meta annullata a Maurie Fa'asavalu nel primo tempo dall'ineffabile arbitro Rolland senza ausili del Tmo (il nr.7 degli Harlequins atterra prima della linea di meta, poi distende la schiena e porta l'ovale oltre la riga, senza interrompere la fluidità del movimento nè sollevar palla dal terreno). Tale "svista" se si vuole, compensa più che abbondantemente quella del duo arbitrale Barnes/Clancy (altro irlandese) sulla punizione di Hook negata contro il Sudafrica.
Questo è un episodio, ci sta; rimane invece da capire come sia stato concesso ai Dragoni Rossi di "salvar le sghirbe" negli ultimi frenetici minuti, sul 17-10, in cui la stanchezza pareva pesare più su di loro che sugli Isolani. Impuniti, non rotolavano più via dai punti di incontro e nell'ultima mischia ordinata a cinque metri dall'area di meta gallese, Adam Jones sfinito già da un po', crollava di netto ma l'arbitro puniva i Samoani ... Sinceramente un pareggio ci pareva più rispettoso non solo dei valori visti in campo ma anche dell'evolversi degli episodi nella prima mattinata Boreale. Tant'è.
Quanto al piano di gioco gallese, non s'è capito bene: pareva imitassero gli avversari giocando "alla Isolana" con sfondamenti e tentativi di allargamento, di fronte alla più "quadrata" e organizzata delle compagini Pacifiche. Ammette Jamie Roberts: "Nel primo tempo (concluso 10-6 a favore di Samoa, ndr) abbiam perso la battaglia nel breakdown. Inoltre, dice, i gallesi han cercato di giocar palla "a bit too much". Il plus dei Dragoni è stata la difesa, a tratti disperata, il non aver concesso punti nel secondo tempo, l'essere riusciti ad approfittare di un errore di placcaggio su Halfpenny, che ha generato la meta decisiva di Shane Williams.
Per i Samoani non è bastata la disciplina (cinque piazzati concessi di cui quattro realizzati, contro uno), ha pesato di più forse la giornata un po' sfavata di Tuilagi e Tagicakibau alle ali e di Tasesa Lavea poco lucido all'apertura.
Procedendo nella mattinata di domenica, L'Inghilterra risolve in modo netto ma decisamente "sloppy" (aggettivo del coach inglese Martin Johnson) l'impegno Georgia: finisce 43-10, sei mete a una, doppiette per Shontayne Hape e Chris Ashton, "singoli" di Delon Armitage e Manu Tuilagi. Che bello vien da dire, tutta la linea dei trequarti in meta, manca solo l'estremo Ben Foden! Beh, il problema è che il reparto degli avanti invece subisce di brutto la pressione di una Georgia organizzatissima e cattivissima nel senso buono del termine, mentre gli inglesi sembra sappian frenarli solo ricorrendo ai falli in ruck: ne concedono ben undici e un cartellino giallo nel primo tempo, quando la Georgia si accampa sotto i pali inglesi e infligge un umiliante 80% di predominio territoriale.
Il limite dei georgiani è l'assenza di un piazzatore - Kvirikashvili del Saint Junien di Federale 1 ne piazza solo uno su otto - e l'esser proni delle iniziative d'attacco più organizzate e veloci degli avversari: i bianchi con la Rosa s'affacciano nella metà campo georgiana due volte nel primo tempo e marcano le due mete di Hape.
Nel secondo tempo arrivano altre due mete del medesimo genere, mentre le ultime due, quelle di Ashton, sono ad ammaina bandiera già effettuato. La meta georgiana, del terza linea Dimitri Basilaia del Valence, arriva in superiorità numerica a fine del primo tempo, dopo che una precedente era stata annullata dal Tmo.
Inglesi che devono sistemare la disciplina prima di incontrare squadre più importanti: sembrano tornati al primo anno di Martin Johnson, quando beccavano due otre cartellini gialli a partita. L'unica buona notizia, assieme al risultato, è che i numeri sulle maglie stavolta restano ben appiccicati ...
Lelos molto ben organizzati, tosti e capaci, decisamente superiori davanti ma privi di skill più che individuali dietro e soprattutto, privi di piazzatore: api senza pungiglione, orsi senza unghie. Ricordano chessò, l'Italia senza Dominguez (e Wakarua) di dieci anni fa. A vederli, la riflessione sorge spontanea: se fossimo coach nazionali, la primissima cosa in agenda nostra all'anno zero, sarebbe selezionare - o "farci comperare"- dei piazzatori affidabili. Senza è inutile persin provarci. Neh Mallett?
In fine di giornata, la Francia ha risolto la rognosa pratica Canada con un netto 46-19, quattro mete di cui tre di Vincent Clerc (l'altra di Damien Traille) e 22 punti piazzati da Morgan Parra più un drop di Francois Trinh Duc. Per i canadesi meta del centro Ryan Smith (ex Montauban), piazzati di Pritchard e due drop su tre tentati dall'apertura Ander Monro (ex Edinburgh).
Nel primo tempo sotto il diluvio (c'era per entrambe le squadre, specifica coach Lievremont, sempre poco propenso a trovar scuse - agli altri), le cose non erano parse girare in modo agevole per i Bleus: alla meta immediata di Clerc al 3' minuto, rispondeva dopo pochi minuti quella fotocopia di Smith (chandelle dell'apertura dentro ai 22, pressione, pasticci aerei con la saponetta, meta) e la prima frazione pareva inchiodarsi sul 10 pari, fino a a quando i Canucks non han concesso il break a suon di indiscipline, a fine del tempo concluso 19-10.
La seconda frazione, finalmente all'asciutto, vive inizialmente sugli scambi tra piazzati di Parra, drop di Monro e controdrop di Trinh Duc, fin dopo l'ora di gioco, quando Traille trova dal fondo un varco e infila la linea, concludendo in meta. E' la chiusura della partita, il merito dei Bleus è di credere caparbiamente nel raggiungimento del bonus point, che arriva con due mete di Clerc al 77' e in extra time. Con questo extra effort si sono risparmiati per una volta il cazziatone di Lievremont, che a fine del primo tempo s'era detto "annoiato".
Riflettendo sui "casi nostri", la partita è stata una bella lezione su come si affrontano le "minnows evolute", quelle ben organizzate, non fondate su un reparto solo, magari senza stelle ma nemmeno "buchi", sull'orlo della "terza fascia mondiale" (tra nono e dodicesimo posto) come appunto Canada e Usa: bisogna portar pazienza, tener botta, forzare le indiscipline, approfittare del crollo finale. Del resto è esattamente come giocano con noi le Mayors (eh si, se ci pensate siamo una Nazionale in piena "terza fascia" pure noi).
La seconda giornata si chiuderà martedì con Italia-Russia: la metà del cammin (di tutte) sarà certamente il momento giusto di fare un punto. Per ora a livello statistico, di interessante da segnalare c'è che l'attacco di gran lunga più produttivo è quello della Nuova Zelanda (grazie principalmente a ... John Kirwan), seguito dalla compagna di girone Francia, mentre c'è una sola squadra che non ha subito mete: l'Australia, con tutto il nostro girone, Italia a parte, a spiccare per le prestazioni difensive. Italia e Russia sono le uniche due nazionali a non aver ancora marcato nessuna meta, ma si spera potrebbe cambiare martedì. Morgan Parra raggiunge Morné Steyn come miglior marcatore, mentre i metamen sono Kahui, Goneva e Clerc con quattro mete.
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