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Italia-Usa: le formazioni sono state appena annunciate, gli Usa schierano i cosiddetti "titolari" risparmiati apposta dagli sforzi inutili con l'Australia: il loro target, la loro prova delle cento pistole siamo proprio noi, come la nostra è l'Irlanda (distante nel ranking proprio quanto loro da noi).
Nick Mallett ha deciso di imitarli, presentando 12/15 della formazione che giocò contro l'Australia, più due titolari recuperati (Perugini e Geldenhuys). In"meno" c'è solo l'esperienza di Mauro Bergamasco al posto di Robert Barbieri. La scelta di schierare i "big guns" si spiega con la necessità di assicurarsi il terzo posto e magari il punto di bonus; se poi la partita si mettesse bene, all'ora di gioco o prima uscirebbero sei titolari.
La cosa ha una logica conservativa e realistica, passo-passo: non si sottovaluta la garra degli americani, tien conto del calo delle Eagles dopo l'ora di gioco e non tien fermi i titolari per due settimane; d'altro canto forse sopravvaluta il penultimo attacco del Mondiale per punti fatti, il terz'ultimo per mete segnate; soprattutto trascura il rischio infortuni, altissimo con gli americani (han decimato i Wallabies l'altro ieri), in previsione della madre di tutte le sfide con gli irlandesi appena cinque giorni dopo.
Mallett ha spiegato che un programma di recupero in 4 giorni è stato studiato da tempo e s'è dilungato a giustificare la scelta (o un ripensamento?), rievocando le distrazioni difensive del reparto arretrato, costate tre mete coi russi. Vero, ma non è che abbiam visto dei trequarti impermeabili nella gara con l'Australia. Davanti, se avevamo indicato Mauro B. e Zanni, avremmo preferito preservare i cruciali Ghiraldini, Castrogiovanni e Parisse. Tant'è, speriamo si possa farli uscire al più presto; Mallett non è Lievremont, ha deciso di non rendersi imputabile di azzardi.
Già, Lievremont: altro spunto per la rugb-rica, a freddo si può analizzare meglio le reazioni alla netta vittoria di ieri degli All Blacks sui Galletti. Non dichiarata ma percepibile la rinnovata consapevolezza All Blacks - il torneo ora ha un chiaro padrone; è anche condivisibile, alla luce delle innovazioni mostrate nel gioco d'attacco del reparto arretrato.
Lato francese, l'attacco All Blacks ha evidenziato lacune difensive gravi - 37 punti incassati son tanti; ma "Le problème n'était pas collectif, nous avons commis des erreurs individuelles", afferma Pascal Papé. Il coach francese rincara, parlando di errori "de benjamins", cioè da scolaretti. I più sono concentrati in un quarto d'ora, analizzano, accompagnati dalla débacle della mischia ordinata: quattro fischi arbitrali e "trop souvent été pris à l'impact".
Tante cose non sono andate, è il messaggio, ma ora sono tutte ben localizzate. Erano difficili da evidenziare giocando con Giappone e Canada, con tutto il rispetto.
"Se il risultato è pesante, lo è stato per nostri errori e regali", afferma Harinordoquy; di converso Szarzewski dice che, pur essendo ancora lontani dall'eliminare gli errori, dopo questa partita piena di regali, si sentono in grado di battere chiunque. Damien Traille: "E' pesante dirlo, ma questo match è arrivato al momento giusto: sapevamo che c'era qualcosa che non andava, ma solo dopo aver subito una grande sappiamo cos'è ". Morgan Parra sintetizza: siamo lontani (dalla soluzione) ma vicini allo stesso tempo. Di più, secondo Medard: il non aver mai mollato nonostante gli errori gli fa dire, "On s'est trouvé une âme", Les Bleus han trovato un'anima sul prato dell'Eden Park.
Insomma, siamo al paradosso francese: quando vincono dilagando, partono critiche e siluri interni, quando invece perdono di brutto, si rinfrancano e ritrovano. Non è la prima volta che succede, anche "l'altra volta" nel 1999, arrivarono alla semifinale a Twickenham con poche credenziali. E Lievremont era in campo ...
Tornando nella nostra Pool, la prova odierna dell'Irlanda con la Russia è una scontata vittoria con bonus per 62-12 che si può giusto valutare comparativamente con la nostra: se gli Azzurri hanno impiegato 23 minuti a raggiungere il bonus, agli irlandesi son serviti quasi il doppio, 39 minuti. Cinque mete fatte nel primo tempo e nove in tutto come gli italiani, gli irlandesi ne han subite "solo" due contro le nostre tre, ma si dovrebbe tener conto della maggior stanchezza dei russi e di ampi tratti di "bella figura" fatti fare dai rincalzi irlandesi agli avversari. Insomma siamo sostanzialmente pari e patta, secondo il benchmark russo. Non siamo pari nella loro furbizia esperta - o immagine - che sfocia nella disciplina (un giallo a noi coi russi contro uno appioppato ai russi oggi) e soprattutto nei piazzati. Difatti nove mete irlandesi valgono 62 punti ma per noi son solo 53, il 15% in meno. Forse ha ragione Mallett, meglio concentrarci sulla gara con gli americani.
Notare come indirettamente la critica internazionale ci stia dando zero chances di battere l'Irlanda e non da adesso: prima e dopo della sconfitta francese, tutti gli "esperti" parlavano della convenienza ad arrivar secondi nella Pool A, presupponendo l'Irlanda vincente nella C e l'Australia seconda. Il che implica l'Italia perdente.
Nelle semifinali infatti, consentirebbe alla seconda del Girone A, considerata più forte dell'Inghilterra che incontrerebbe nei quarti, di trovare in semifinale la vincente di Irlanda-Galles ... Hey, un momento, ma allora anche nella Pool D converrebbe arrivar secondi, pena ritrovarsi l'Australia nei quarti. Capito Sudafrica? Fatti battere da Samoa; oppure fa' il tifo per l'Italia, così da ritrovartela bella calda nei quarti ...
Un turno il terzo che diversamente da quelli precedenti, come nel caso Russia, ha visto rifilati diversi cappotti : nove mete alla Romania, undici agli Usa, dodici alla Namibia ... La riflessione è quella dello sport di scontro (non "di contatto"): le minnows indubbiamente crescono di livello e nel fisico, ma come anche nel pugilato, reggere la seconda ripresa non dice granché di cosa succederà alla decima.
L'ultima gara odierna di cui ancora non abbiamo fatto cenno è stata in realtà la prima disputata, il derby Pacifico Samoa - Fiji che ha visto il netto affermarsi della prima per 27-7. La bellezza di una gara che inizia tra danze di guerra e finisce con una preghiera comune tutti inginocchiati in cerchio.
Grande la differenza in campo tra una squadra esperta, completa in tutti i reparti e ben organizzata e l'altra, cui rimane solo più l'irruenza e la determinazione individuale dei portatori di palla, sia centrali che alle ali. Ah, e anche un minimo di organizzazione in rimessa laterale. Troppo pallido come ricordo delle spumeggianti Fiji del 2007, anche se torna a giocarci Nicky Little come allora.
Interessante (per noi saputelli) la meta negata dal Tmo a Fiji nel secondo tempo: è doppio movimento, analoga a quella negata alle Samoa al Galles direttamente dall'arbitro Rolland. Non si finisce mai di imparare, ma quante mete irregolari abbiam allora visto convalidare allora in questi anni di campionati, Sei Nazioni, Tri Nations etc.etc. ...
Domani mattina tocca ai beneficiari di quella meta cassata: sgambata d'allenamento per il Galles e 5 punti obbligatori da fare con la Namibia che saluterà tutti e tornerà a casa per prima; la testa dei Dragoni è già tutta proiettata ad evitar scherzi rispetto a Samoa nell'ultima giornata, quando se la dovranno vedere con la fisicità meno organizzata delle Fiji.
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