Pochi giorni fa dalle pagine di Olimpiazzurra invocavamo la nascita di un nuovo Diego Dominguez. Ma chi era il Dieguito della palla ovale? Chi è oggi?
L’Argentina, si sa, è terra di rivoluzionari: terra del rugbista Ernesto Che Guevara, terra del Pibe, terra di Borges e di Evita, terra di mescolanze etniche, di italiani, spagnoli, inglesi, tedeschi ed africani, terra di tango e milonga, terra di union y libertad.
L’Argentina è anche la terra di Diego Dominguez, l’ultimo grande mediano di apertura della nazionale azzurra, detentore del record di punti segnato con l’Italia e terzo marcatore di sempre al mondo.
Diego nasce a Cordoba, nel cuore dell’Argentina, nella seconda città del Paese. A Cordoba lo sport è molto importante, calcio in primis, ma anche basket, hokey su prato e ovviamente rugby. Per capire quanto il rugby sia un vestito fatto su misura per il popolo argentino bisogna tornare a quel motto union y libertad… sì, è vero, quasi tutte le retoriche nazionalistiche parlano di unione, ma se guardiamo alla storia dello sport argentino vediamo come siano forti o addirittura fortissimi in tutti gli sport di squadra: ovviamente il calcio di Maradona e Messi, ma anche la pallacanestro di Manu Ginobili, la pallavolo, l’hockey su prato e poi ovviamente lo sport di squadra per eccellenza, il rugby.
Ma torniamo a Diego, la futura apertura azzurra fa tutte le giovanili nel club La Tablada. A 23 anni viene chiamato dai pumas e gioca due partite nel Campionato Sudamericano, contro Uruguay e Cile, segna 27 punti. La prima grande svolta della sua carriera si ha quando, dopo un breve passaggio francese, viene chiamato da Silvio Berlusconi, che voleva costruire una polisportiva, nell’Amatori Milano, Mediolanum per l’occasione. Inizia così per Dominguez una nuova vita che lo riallaccia alle sue origini italiane ( la mamma era originaria proprio di Milano ) e lo porterà a vestire la maglia azzurra 71 volte.
Con l’Italia giocherà tre Coppe del Mondo, i primi tre Sei nazioni e, tra le tante partite, fu parte di quell’Italia che a Grenoeble ottenne il primo storico successo sulla Francia.
Ma Dominguez non è solo nel cuore degli argentini e degli italiani, a 31 anni passa allo Stade France e trascina la squadra parigina alla rinascita rugbistica conquistado ben quattro titoli di Francia e una finale di Heineken Cup.
Oggi Diego continua a vivere con passione e spirito vincente il rugby a 360 gradi, svolge attività di consulente, procuratore e commentatore. Ma quello che fa sempre accendere un sorriso nei suoi occhi è quando parla del suo Dominguez Camp: un’iniziativa dove Diego ha la possibilità di lavorare coi ragazzini, farli divertire, giocare a rugby e, chissà mai, scovare un suo erede.
Nel filmato un tributo a Dominguez. http://www.youtube.com/watch?v=YRx6xl3O1rU
foto tratta da sienarugbyclub.it
OA | danilo.patella