Una prova di forza. Ne è protagonista l’Under 20 del Ce.S.In. CUS Torino, che all’Albonico batte per 32-17 il Rugby Brescia e ottiene la promozione in Elite. Dopo il 26-26 del match di andata della semifinale era necessario vincere e i ragazzi di Dragos Bavinschi e Andrea Oliva centrano in pieno l’obiettivo.
Vanno in campo Monfrino apertura, Bracco (26′ st Romano) e Maggi ali, Perju e Marco De Letteriis centri, Reeves apertura, Porporato mediano di mischia, Polla, Nevio Racca e Spaliviero in terza linea, Don e Perrone in seconda, Paolo Martra e Novello (13′ st Mattia Racca) piloni e Fabio Martra tallonatore. A disposizione Zaccuri, Fede, Falcetta, Bianco e Alessandrini. Rispetto alla sfida di Brescia mancano nel XV titolare Marenini, infortunato, e Fede e al loro posto giocano Nevio Racca e Don. I gradi di capitano passano da Marenini a Porporato. I lombardi schierano Bellelli estremo, Pedrollo e Ceccarelli (10′ st Sangiorgi) all’ala, Pagano e Gilardoni ai centri, Quarantini e Faggiano in mediana, Musicco, Filippini e Tognazzi (1′pt Bonalumi, 10′ st Galloni) terze linee, Bianchi e Tebaldini seconde linee, Mistri e Razio piloni e Pinzin tallonatore. In panchina Nocivelli. Arbitra il varesino Mario Galante, della sezione di Parabiago.
Partono meglio gli ospiti, ma i cussini si dimostrano a tenuta stagna in difesa. Placcaggi tempestivi e pericoli ridotti a zero. Quando il Ce.S.In esce dal guscio fa subito male. Al 4′ Reeves corre come il vento sull’ala sinistra e prima di essere sospinto fuori serve Monfrino, che macina ancora qualche metro e ispira Bracco. Il numero 14 va via che è una bellezza e finisce in meta in mezzo ai pali. Porporato trasforma per il 7-0. Il bis è vicino all’11′, ma i locali allargano troppo e perdono palla. A penalizzare i padroni di casa sono i troppi errori nel controllo dell’ovale, proprio quando basterebbe un passaggio in più per andare in meta. Tutto è giustificato, comunque, quando si è giovani e si ha una voglia matta di vincere. Si sa che nello sport gli sbagli si pagano, ma la meta di Perju al 18′ e l’addizionale di Porporato danno tranquillità (14-0).
Il Brescia fatica ad avanzare alla mano e si affida ai calci lunghi, che il Cus però controlla e rimanda con precisione. In mischia e in touche la squadra di Bavinschi e Oliva domina, senza peraltro finalizzare la superiorità. Quando al 25′ i bresciani commettono fallo e la posizione è piuttosto favorevole, si sceglie di calciare e dalla piazzola Porporato non perdona (17-0). Solo a questo punto la compagine allenata da Costantino Bargnani tenta la reazione e si lancia alla carica. Il CUS è un po’ in affanno e riesce ad allentare la pressione con una palla “rubata”. Non basta peraltro a sventare il pericolo e Bianchi meritatamente traduce in meta l’ottimo lavoro di squadra (17-5). Il Ce.S.In. vuole ristabilire le distanze e al 33′ una touche ai 5 metri offensivi pare l’occasione giusta. Paolo Martra rimette e Don conquista l’ovale, ma la maul non punge. Si prova allora alla mano e anche questa chance sfuma.
Al riposo il margine è ampio, ma il ricordo di Brescia, quando non era bastato il 19-5 di metà gara, non rende del tutto sereni. Bisogno insomma insistere. I lombardi non ci stanno e provano a tornare in scia. Al 5′ una percussione di Porporato porta lo scompiglio. Trascorrono alcuni secondi e il Brescia introduce una mischia sui 5 metri difensivi. Commette “in avanti” e si riforma il raggruppamento con l’ovale in mano ai cussini. C’è ostinazione a entrare centralmente, poi all’8′ Porporato trova il corridoio giusto per De Letteriis “piè veloce”, che fila in meta. Ancora il capitano inquadra i pali e si sale sul 24-5. Al 19′ il carrettino cussino guadagna spazio e si finisce in touche, non sfruttata. Porporato al 23′ sigla il 27-5 dalla piazzola.
La meta di Pagano e la trasformazione di Quarantini al 29′ avvicinano il Brescia, che rimane comunque a distanza di sicurezza (27-12). Al 33′ il CUS perde una touche e il Brescia lo grazia con un “in avanti”. Non c’è più tempo per recuperare e i ragazzi di Bargnani hanno il merito di crederci ancora. La meta di Mistri ricompensa il loro impegno (27-17). Nel recupero Perju è bravissimo a seguire l’azione e a calciare avanti una palla vagante, per poi correre a schiacciarla. Finisce dunque 32-17 e l’Elite è cosa fatta. Ora rimane l’ultimo sforzo, per mettere la ciliegina sulla torta. Domenica prossima in campo neutro il match contro l’Union 96, che prevale di nuovo sul Lecco per 15-10, assegnerà il Trofeo delle Alpi. Il Ce.S.In. non vuole farselo sfuggire.
La gioia è duplice, perché alla Cittadella del Rugby di Parma le ragazze del Rugby Junior Club Torino si aggiudicano la Coppa Italia di rugby a 7, la disciplina che andrà alle Olimpiadi. Nel girone eliminatorio la compagine allenata da Massimo Spagnoli e Andrea Granata supera il Livorno per 19-0, il CUS Roma per 26-0 e il Parabiago per 19-7. Nei quarti la marcia prosegue con il 15-5 inflitto al Cus Verona e in semifinale capitan Monica Bruno e compagne sconfiggono nuovamente il CUS Roma per 5-0. Grande prestazione delle torinesi anche in finale e 10-5 servito al Vicenza.
«Si tratta di un successo storico – spiega Adriano Moro, il direttore tecnico del Rugby Junior Club Torino – . Dopo aver disputato il girone piemontese-ligure con assoluta autorevolezza, a Parma abbiamo coronato un sogno che va avanti da due anni e un percorso che avevo ben chiaro. Nella scorsa stagione in Coppa Italia ci eravamo piazzati quarti, mancando per un drop il podio, e poi era arrivato il terzo posto ai Campionati Nazionali Universitari. Questa volta l’obiettivo era il successo in Coppa Italia e lo abbiamo raggiunto. Ora guardiamo avanti e se riuscissimo a trovare uno sponsor il prossimo anno vorremmo fare la serie A».
Poi Moro entra maggiormente nel merito tecnico dell’impresa. «A Parma – racconta – le ragazze erano 22 e 15 erano a disposizione. Tutte sono andate in campo e sono state protagoniste. Bravissime naturalmente le gemelle Monica e Giulia Bruno, Barbara Sparavier e Federica Croce, ma è stato il gruppo il nostro punto di forza. Non dimentichiamo la junior Margherita Ertola e le altre giovanissime che stanno crescendo. Tutte hanno lottato per un solo traguardo. Avevo detto loro che per farsi prendere sul serio dal movimento dovevano essere loro stesse a prendersi sul serio. Lo hanno fatto e negli ultimi due anni si sono sottoposte a tre allenamenti alla settimana, agli ordini di tecnici di primissimo livello. Il mio ringraziamento va a Massimo Spagnoli e Andrea Granata, ma prima di loro uomini come Adriano Tosatto e Mattia Basile hanno fatto molto per il rugby femminile piemontese. Spagnoli e Granata hanno privilegiato la tecnica individuale e infatti in attacco e in difesa tutte le atlete si sono espresse al massimo. Si è anche cercato di curare molto il ritmo e di puntare su un gioco di movimento che miri a far danni piuttosto che distruggere le azioni avversarie. Questa è la linea del Rugby Junior Club Torino». Occasione per festeggiare sarà anche martedì 28 maggio all’Alcool di Lungo Po Cadorna 1, quasi all’angolo con piazza Vittorio Veneto, dove verrà esposta la mostra fotografica sul rugby femminile piemontese.
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