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run away from the restroom

Da Pentapata
Oggi fa un caldo estivo, a kindercity si schiatta, se va avanti così io non arrivo a settembre ve lo dico. Figuratevi se ho volgia di lavorare, ieri ho passato un’intera giornata con un cliente pallalpiede e un collega, a ripetere sempre le stesse cose senza contare i circa 500 km percorsi, vabbè son cose, quindi oggi tolgo ai ricchi – il capo – per dare a me, che non è manco vero, ma lasciamo questo argomento a un altro post. E’ tornato MIB dalla trasferta fra Canada e USA, quindi posso riprendere gli allenamenti, l’ultimo è di giovedì scorso. Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi mancano, non tanto mentre li faccio, ma la sensazione successiva, quella di aver fatto la cosa giusta, per me è merce rara.  Ho provato tanto volte in età a dulta a mettermi a fare sport, ma mi annoiava; lo so che è da matti, ma è così, allora vai di cuffie, radio e altre amenità fra le quali la compagnia di altri sfigati come me, tutto per non annoiarmi, manco a dire non ha mai funzionato. Adesso è diverso, non solo mi piace, ma riflettendoci – perché io mi indago sempre molto, prima di essere incredibilmente indulgente con me stessa – quello che mi piace è proprio quello che mi stava sulle balle. Cercavo stimoli contro la noia, ora quel tempo tutto per me, molto zen qui&ora, mi dà serenità, non vorrei mai lì musica immagini o altri, quello che ho lì quella mezz’ora è tutto quello che mi serve.Forse ho trovato nella corsa l’alternativa a chiudermi in bagno per stare tranquilla senza scocciatori, minuti e minuti passati vagando con la mente e le mutande ai malleoli.Forse nella corsa ho ritrovato la mia regolare naturalità fuori dal cesso.Forse

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