Ho capito, da quello che ha detto, che forse mi sento un po' fuori dal giro degli sportivi perché di fatto non mi sono mai fissata alcun obiettivo. Manco un “corro 30 minuti senza fermarmi”. Figuriamoci un “devo fare i 4.30” (una giornata intera per capire il senso di quest'ultima affermazione, per quello dico che gli sportivi non è gente che ama spiegare a chi non ne capisce un cazzo). Invece la leva è esattamente quella: senza porsi obiettivi irrealistici (corro mezzora e il prossimo anno vado a New York a fare la maratona) ma fissando soglie umane.
Per esempio pure lui non ha proprio voglia matta tutti i giorni di correre i 10 km, quindi capita che anziché non correre affatto riduca l'allenamento a sessioni più brevi ma comunque significative (tipo volate di 100 metri che, voglio dire, chiunque le fa quando deve prendere l'ultimo tram prima dello sciopero). Insomma l'importante è essere onesti con se stessi e capire quando il corpo ha voglia (i muscoli ce la fanno, la fatica è sopportabile, il fiato è sufficiente) e quando invece no (le gambe cedono, il cuore esce dal torace). Governare la mente per governare il corpo. Nonostante sia uno sportivo di lungo corso però mi ha fatto notare una cosa che effettivamente ho verificato anche di persona: per essere l'ultima delle figlie del porco giuda dei runner (e cioè una che non corre poi così frequentemente) il miglioramento è altissimo. Se corro 3 volte in una settimana posso vedere su Runtastic quanto sono migliorata, quando diminuisce il minuto al km (quel famoso 4,30 di cui prima: se fai un km in 4 minuti e mezzo sei una di loro, per capirsi), quanto aumenta la velocità media. Sono piccole soddisfazioni ma sono quelle che ti fanno creare una sfida contro te stesso, che ti tirano giù dal divano e ti fanno venire voglia di chiederti “stasera sono io VS i miei polmoni”. E a proposito di polmoni, è inevitabile che correre (come qualsiasi attività sportiva di medio/alto impatto) porta ad un miglioramento globale della qualità della vita: è inevitabile che uno smetta di fumare, è inevitabile voler mangiare meglio, è inevitabile il benessere generato dalle endorfine (su questo posso metterci la mano sul fuoco pure io). Infine ha sottolineato quanto è più figo allenarsi in compagnia che farlo da soli: la percezione della fatica è completamente diversa. E a questo proposito posso dire che sabato, nonostante abbia corso nella settimana precedente cercando di seguire al meglio possibile la scheda di allenamento che mi avevano preparato, la differenza è stata radicale. Oddio, la fatica è stata incredibilmente maggiore ma semplicemente perché quando corro da sola sono più indulgente con me stessa: non ho un passo da tenere e se sento che sto per morire ecco, magari rallento. Sabato NO. Sabato ho pensato di morire 3 volte in 40 minuti. Mi veniva talmente da vomitare che cercavo di capire come nascondermi dietro ad un albero per evitare di farmi vedere dal resto del gruppo, soprattutto i runners secchioni che correvano come gazzelle in autostrada mentre io rantolavo in un angolo del Parco di Trenno. Ero disfatta già al termine del riscaldamento ma vabbhè facciamo finta che fosse solo un'intensa sessione di educazione fisica (sarà che farla al sabato mattina nei 6° del parco la rendeva un tantino più intensa). Poi siamo stati divisi in gruppi classificati secondo la nostra resistenza e io non ho ben capito in quale sono finita, so per certo che per la maggior parte del tempo ho corso da sola senza nessuno davanti e nessuno dietro rendendomi conto di quanto fossi una pippa.I runners, quelli nelle foto che sono esteticamente distinguibili dal resto del mondo perché GRIGI, correvano invece come Pollyanna su un prato, senza sentire la fatica, come un branco di pipistrelli che arrivano tutti in un colpo velocissimi e te ti devi scansare che se no ti vengono addosso.
Non ci sono molte foto della sottoscritta perché, temo, di non essere riuscita a mantenere sul viso quell'espressione di grazia e leggiadria che la mia maestra di danza tanto ha tenuto ad insegnarmi per mascherare l'inevitabile dolore della scarpette da punta.
In cambio c'è una bella foto di me al buffet, sai mai che si metta in dubbio che io mangi.
Questa settimana, acido lattico e tempo permettendo, conto di tornare a correre (per non fare quella che rantola anche al prossimo giro) e se anche voi come me vi state cimentando in questa titanica esperienza è necessario parlare di cose fondamentali come:
1_ Che musica ascoltare
2_ Come tenere i capelli
3_ Cosa mettersi per uscire.
Procediamo con ordine:
1_ La musica da ascoltare ovviamente dipende dai gusti e da me non avrete mai, e dico mai, playlist di rock indie dell'ultimo gruppo sfigato di Londra. No, io sono mainstream come un paio di mutande Sloggi e A ME MI PIACE LA MUSICA POP.
Che poi non se nemmeno se sia pop o se ora faccia più figa dire R&B, funkie, hip-hop o whatever.
Ad ogni modo il dettaglio principale per me è che siano versioni live. So che c'è chi odia i live ma io li amo da quando ero alle medie perché mi sono resa conto che quando nei concerti l'arrangiamento finisce per essere sempre diverso e, guardacaso, pure migliore. In più vuoi mettere quanto ti gasa sentire Beyoncé sul palco e la gente che urla?
La mia playlist al momento prevede dei gran pezzoni di Beyoncé e di Madonna e appena capisco come scaricare la musica senza passare necessariamente sempre dal mio ragazzo scaricherò anche Britney, Lady Gaga e ogni sorta di pezzo anni '90 che mi faccia venire voglia di ballare.
Giusto per farvi un esempio di solito comincio con questa di Madonna e poi questa, questa, questa, questa....
2_I capelli sono un vero e proprio dramma perché se mi danno fastidio finisco con il deconcentrarmi del tutto. Per me è importante che spariscano, non li devo sentire sbattere sul collo, motivo per il quale non porto mai la coda di cavallo.
La soluzione che ho trovato per quando corro indoor è di farmi la coda alta, fare una treccia alla meno peggio (ho i capelli scalati quindi è veramente molto abbozzata) e infine attorcigliarla su se stessa e fermarla con un elastico con i gancetti. Se è tutto ben fermo regge anche la corsa.
3_Ovviamente in questo momento sono griffata Adidas anche nelle mutande come Balotelli ma posso dirvi che i capi fondamentali sono: le scarpe (gialle tamarro! gialle tamarro! tutta la vita), il k-way, la magliettina della salute in tessuto supertecnico e qualcosa da tenere in testa.
Io ora uso dei fuseaux lunghi, la maglietta a maniche lunghe, un giacchino con la zip, il k-way e un cappellino in lana regalo di compleanno di qualche anno fa. E potete notare con quale eleganza porto il mio onestissimo outfit: