Certo, non posso negare che il mio obiettivo -nemmeno mai verbalizzato per il timore di essere coglionata dagli altri cityrunners o dagli allenatori o dai runners professionisti- era di farla entro l'ora. Ho capito che non ce l'avrei fatta a mezzo km dalla fine, poi di nuovo a 100 m dalla fine quando ho provato con tutte le mie forze a superare il vecchietto che mi ha preceduto per tutta la durata della corsa (o per lo meno dei secondi 5 km) senza successo. C'ho provato, lo giuro. Prima di partire il mental coach ci ha detto di non partire a bomba e di mantenere un po' di forza per gli ultimi 5 km ma a me interessava eventualmente risparmiare un po' di forza per gli ultimi metri, altro che ultimi km. Eppure non ce l'ho fatta: la testa c'ha provato, il cervello mi ha detto “minchia corri, lanciati!” ma le gambe erano pietrificate e non riuscivano ad aumentare nemmeno di pochissimo il passo. Il vecchietto mi ha preceduta di due secondi. Ma lasciatemi fare la spandona per un po': come si fa una 10 km senza praticamente allenarsi? Diciamolo, io dovrei correre più volte a settimana seguendo la scheda di allenamento ma non ce la faccio, esco ad orari improbabili e una volta in palestra mi faccio un'oretta di TRX che è sfiancante come scalare una montagna. Faccio gli allenamenti dei cityrunners una volta ogni due settimane. Quindi non avevo minimamente idea che sarei riuscita a correre per 10 lunghissimi km la scorsa domenica. I veri nodi da affrontare per me, neofita della corsa, sono altri: le gambe e la concentrazione. Per correre ci vuole una forza di volontà che non immagino in molti altri sport. Sembra un'attività semplice ma è talmente complessa da sembrare incredibile. Le gambe si allenano, si preparano. Il fiato te lo fai facendo -anche- le ripetute e gli allunghi. La testa, quella è un lavorone. Sapere che devi correre, che vuoi correre comporta prepararsi mentalmente ad una grande fatica fisica ma anche mentale: la testa deve essere il tuo primo supporter, devi sentire la voce di qualcuno (poco importa chi, nel mio caso era Beyoncé) che ti dice che ce la devi fare, che dopo quella maledetta salita di fianco al Castello c'è una discesa, che dopo l'Arco della Pace sei quasi arrivata, che quando entri all'Arena Civica ti senti come il torero che ha vinto la corrida. Non è stato semplice, lo ammetto. Ma non mi sono mai fermata. O meglio, mentalmente, rimandavo il momento in cui mi sarei fermata a quando non ce la facevo davvero più. E cercavo di spostarlo sempre più in là “dopo quella curva mi fermo” “dietro quell'albero mi fermo” “dai adesso cammino”. Una volta arrivata riuscivo sempre a tirare ancora, in una vera e propria gara contro me stessa. E in più, ad ogni angolo e ad ogni curva c'era gente a guardarci, noi poveri scemi che corriamo alla domenica mattina alle 9 dentro al Parco Sempione. E no, non voglio fare quella che molla se qualcuno mi sta guardando! Io la soglia della fatica, della noia e dello sbatty ce l'ho intorno ai 2/2.5 km. E' quello il momento in cui vorrei urlare “FUCK THIS SHIT” e andare a casa. Quindi anche abbastanza presto, non sono una che tiene botta fino ai 5 km e poi deve solo pensare “ok siamo a metà”. Quello per me è il momento più difficile: vicina alla partenza per permettermi di sentire la prima soglia di fatica e lontana a sufficienza dal traguardo per consentirmi di pensare di non averci manco provato. Ma no, io sono orgogliosa e vaffanculo, devo arrivare fino alla fine. A pezzi, ma fino alla fine. L'unica cosa alla quale ho fatto particolare attenzione è stata il passo con cui sono partita: fin da quando ero alle medie sono stata una che partiva a bomba e poi a metà percorso mollava il colpo perché non aveva più fiato. Sapevo che dovevo partire piano altrimenti 60 minuti (o più) non li avrei retti. E infatti, la vocina di Runtastic mi ha confermato al termine del primo km che stavo tenendo il passo giusto: 6 min/km. Oddio, a mente fredda potrei dire che considerando che il ritmo medio finale è stato di 6.18/km, avrei potuto settarmi almeno su 5.30/km in modo tale da avere quel bonus di secondi che metto in conto di perdere nella seconda metà, e non perdere troppo terreno. Ma poco male, a Milano si può dire che ci sia una 10 km ogni due settimane e infatti il 23 Marzo sarò alla Stramilano a mettermi nuovamente alla prova prima della Milano City Marathon in staffetta del 6 Aprile. E' stato bello per me, per lo meno per convincermi a non mollare, vedere che sono entrata in Arena Civica a metà del mio percorso (5 km) quando il il primo atleta stava tagliando il traguardo. Correva come una scheggia e io affianco a lui lo guardavo come se venisse da Marte: come al solito “quelli bravi” fanno 10 km in una mezzoretta. Vedere quel tizio che correva come un matto (aveva il pettorale num.1, c'era già un po' di spoiler) mi ha convinta a fare altri 5 km al motto di “se non sono morta finora posso ancora farcela”. E infatti ce l'ho fatta, nonostante i dislivelli (quanti dislivelli! E quella maledetta salita vicino al castello!) e il vento contro. E quando è arrivato il MIO turno per l'ingresso trionfale all'Arena, mi sono stupita che il tizio al megafono ha detto il mio nome (ma in effetti eravamo tutti tracciati con il pettorale e il chip alla scarpa) e poi UNO-E-ZERO-TRE! Lo ammetto, ODIO aver sbavato un obiettivo. Cazzo, tre minuti. Tre minuti però sono 500 m. FUCK THIS SHIT, E' COMUNQUE QUASI UN'ORA. Nella Golden Mezzora poi volevo rotolarmi nel campo, urlare come Bolt e fare un giro dell'Arena Civica con il tricolore sulle spalle. Mi sono risparmiata perché c'è una cosa che chi corre si dimentica sempre di dire: dopo le gare (o comunque dopo le grosse-grosse fatiche) il corpo è tutto scombussolato. E quando dico “il corpo” intendo “gli organi interni”. E quando dico “gli organi interni” intendo “l'intestino”. E quando dico “l'intestino”... insomma avete capito. Evidentemente questa 10 km per il mio corpo è stata più faticosa di qualsiasi trasloco al terzo piano senza ascensore abbia mai fatto in vita mia e ha dovuto fare i conti con gli organi CHE SI SONO SPOSTATI PERCHE'ALTRIMENTI CERTI DOLORI NON ME LI SPIEGO. Nel pomeriggio ero stanca morta ma non sono riuscita a chiudere occhio e non perché fossi costantemente seduta sulla tazza (#stitiche #nonmollaremai) ma perché dalla mia pancia provenivano lamenti e ululati come se avessi la cistifellea al posto del fegato, i polmoni al posto dell'intestino e lo stomaco al posto dell'appendice. Ovviamente tutto è passato dopo una buona dormita e oggi sono qua a raccontarvelo con già un'altra pettorina pronta da indossare la prossima domenica. Prima di lasciarvi alla gallery vi riporto l'approfondimento sulla colazione richiesto alla nutrizionista alla mia domanda "cosa dovremmo mangiare se i cereali che credevamo così sani non sono sani per niente?" Il mio suggerimento non prevedeva il fatto di eliminarli completamente ma, semplicemente, di ridurne le quantità (poiché una volta digeriti sono esattamente come lo zucchero bianco e per questo favoriscono l'aumento di massa grassa e non, come inganna la pubblicità, il dimagrimento). Se fai colazione con yogurt potresti consumare 200 g di yogurt bianco magro con una manciata della tua mano di cereali integrali unitamente ad un frutto piccolo tagliato e mescolato insieme (es. un kiwi o mezza mela/pera grande o una intera piccola). In alternativa 200 ml di latte con la stessa quantità di cereali integrali e un frutto a parte. Un'alternativa a ciò potrebbe essere la medesima quantità di latte/yogurt con 1 o 2 fette di pane integrale tostato con ricotta vaccina spalmata sopra e una grattuggiata di cioccolato fondente sopra. In questa maniera sarai certamente sazia, la lucidità mentale sarà garantita come anche l'aumento dell'energia e sarà più favorevole mantenere il peso forma o ritrovarlo (qualora necessario). Spero che i suggerimenti siano compatibili ai tuoi gusti. Un saluto sportivo, Elena
Ed infine un'esauriente gallery di immagini che mi ritraggono nei vari momenti della gara, in tutta la mia concentrazione (guardando bene si potrebbe vedere anche dove sto mentalmente cantando “crazy in love”).
Molte altre foto le trovate qui.
[Un saluto ad Alice, amica del trainer figaccione di noi Cityrunners che ha chiesto un mio autografo ma io mi vergogno troppo per farlo, quindi amica vieni alla Maratona nella zona Cityrunners che ci salutiamo!].