Cosa ci si può aspettare da un romanzo in cui il protagonista è un maniaco sessuale condannato, costretto ad isolarsi in virtù di un verdetto della giustizia dal resto dell’umanità “normale”? Cosa può accadere quando un “Professore” lo sceglie per un esperimento antropologico? I lettori potranno non avere la forza di affrontare un libro dalla lettura così moralmente complessa.
Lo sguardo del narratore si posa sul modo in cui la tecnologia sta spingendo l’umanità in una nuova era che possiamo definire post-umano, una società dominata dalla paura in cui un condannato non ha diritto ad alcuna pietà, anche dopo aver scontato il suo debito .
English: Writer Russell Banks at the 2009 Brooklyn Book Festival. (Photo credit: Wikipedia)
Traduzione di V.Bastia
La vita di Kid non ha una direzione, un senso, o se ce l’aveva è andato perduto. Il giovane è in libertà vigilata per una vicenda che ha a che fare con una ragazzina, e deve restare ad almeno settecentocinquanta metri da qualunque concentrazione di bambini. Così finisce sotto un ponte nel Sud della Florida, in una specie di comune con altri reietti accusati di violenza sessuale. È a questo punto della sua esistenza che conosce il Professore, un sociologo che individua in lui il soggetto ideale per una ricerca. I due instaurano, almeno in apparenza, un rapporto di amicizia. Ma, all’improvviso, l’oscuro passato dell’uomo riemerge mettendo in crisi l’equilibrio faticosamente raggiunto da Kid, che pure non perderà del tutto la nuova consapevolezza di se stesso. “La memoria perduta della pelle” è l’opera più matura di Russell Banks, un romanzo profondamente toccante che lancia un’accusa precisa a una società in cui la “tolleranza zero”, la volontà di isolare il crimine e il criminale, ha cancellato ogni traccia di compassion