L’8,8% toccato nel 2009 e nel 2010 avrà di certo condizionato anche gli analisti del Ministero dello Sviluppo Economico e Sociale, visto che per il 2011 stimavano una crescita tra il 6,2 e il 6,4 per cento: un risultato dunque al di sopra (o meglio, al di sotto) delle attese, dovuto anche a scelte economiche attuate in maniera corretta, che rendono il dovuto onore all’ex ministro delle Finanze Aleksej Kudrin (dimessosi a settembre fa per contrasti con Medvedev proprio sul controllo della spesa pubblica), che quelle misure le aveva volute fino al punto di giocarsi la carriera politica. Una su tutte, la decisione presa dal governo e dalla Banca Centrale di non aumentare l’emissione di carta moneta per fronteggiare la crisi valutaria esplosa nel 2008.
Continuerà Mosca a mantenere basso il suo tasso d’inflazione anche nel 2012? Le stime ufficiali sono ottimistiche e stimano un incremento tra il 5 e il 6 per cento, inferiore a quello del 2011: ipotesi che trova conferma anche tra gli analisti economici che vedono segnali affinchè la buona performance dell’anno appena trascorso venga appunto migliorata. Ma non mancano quelli che prevedono che quest’anno la crescita inflattiva, seppur in maniera minima, supererà comunque quella del 2011: fattore chiave saranno le presidenziali di marzo, che comporteranno una maggiore spesa sociale che andrà a influire inevitabilmente sulla tenuta dell’inflazione.