RUSSIA: Mosca sospesa dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa

Creato il 10 aprile 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 10 aprile 2014 in Consiglio d'Europa, Europa, Russia, Russie, Slider, Ucraina with 0 Comments
di Davide Denti

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) – organo di cooperazione pan-europea dei 47 stati, assente solo la Bielorussia, che hanno firmato la Convenzione europea sui diritti dell’uomo – ha sospeso il diritto di voto della delegazione parlamentare della Russia fino a dicembre 2014, come sanzione per l’invasione russa della Crimea ucraina. I delegati russi non potranno votare né partecipare a missioni d’osservazione elettorale organizzate dall’assemblea, fino a fine anno. Tutti i membri russi degli uffici amministrativi (tra cui il vicepresidente dell’assemblea, Aleksey Pushkov) sono stati sospesi.

Secondo Pushkov, si tratta della “più severa violazione dei diritti della Russia. Stiamo valutando se vogliamo ancora fare parte dell’Assemblea parlamentare”. La mozione è passata con 145 sì, 21 no, e 21 astenuti; i deputati russi hanno boicottato il dibattito. Una seconda mozione, che chiedeva l’espulsione diretta della Russia dall’assemblea, è stata invece rigettata. Ma un emendamento riserva all’assemblea il diritto di annullare le credenziali della delegazione russa, se Mosca non procede alla de-escalation, annullando l’annessione della Crimea.

La Russia era stata soggetta alla stessa sanzione, la sospensione dei diritti di voto, nell’aprile del 2000 durante le operazioni militari in Cecenia. I delegati russi avevano rifiutato di partecipare ai lavori dell’aula come meri osservatori, abbandonandola fino al ripristino dei propri diritti di voto nel gennaio 2001.

Solo ieri, l’assemblea aveva votato una risoluzione che dichiarava incostituzionale e illegale il “referendum” e la successiva annessione della Crimea alla Russia, negandone ogni riconoscimento ed effetto giuridico in base al diritto internazionale. Secondo l’assemblea, la secessione è stata “istigata ed incitata dalle autorità russe, sotto la copertura di un intervento militare”; l’assemblea ha dichiarato di riconoscere la legittimità del governo e del parlamento di Kiev, e ha condannato la messa in discussione della loro autorità. Ha inoltre riconosciuto che la divisione tra est e ovest dell’Ucraina è “prevalentemente di origine politica”, e ha incoraggiato Kiev a procedere con il decentramento, pur obiettando ad ogni richiesta di federalizzazione.  Infine, ha fatto appello al parlamento di Kiev affinché adotti gli emendamenti costituzionali per un maggior equilibrio dei poteri tra Presidente e Parlamento, e affinché vengano investigati gli avvenimenti sanguinosi del Maidan di febbraio, portando in giudizio i responsabili.

Circa un mese fa, i 17 deputati del Partito conservatore britannico avevano annunciato la propria sospensione dallo European Democrat Group, il gruppo dei partiti conservatori all’interno dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, la maggioranza relativa dei quali (24 su 81) appartenenti al partito Russia Unita di Vladimir Putin. I Tories non hanno comunque ancora abbandonato il gruppo parlamentare.

Diversi tra loro, tuttavia, hanno sostenuto la necessità di una posizione severa verso la Russia all’interno delle istituzioni del Consiglio d’Europa. Daniel Hamilton ha suggerito l’espulsione della Russia dal Consiglio e dalla Convenzione. Secondo il politico russo d’opposizione Boris Nemtsov, la sospensione dall’assemblea parlamentare potrebbe dare a Putin il pretesto per abbandonare il Consiglio d’Europa.  L’analista Sabina Freizer Gunes, tuttavia, ha ricordato che “se la Russia uscisse dal Consiglio d’Europa e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, si perderebbe una delle vie più efficaci per renderla responsabile dei propri crimini”. L’espulsione o l’uscita della Russia dalle istituzioni di protezione dei diritti umani in Europa sarebbe soprattutto negativo per i cittadini russi, lasciati ancora più in balia della “verticale del potere” del Cremlino, per i quali smetterebbe di esserci sempre un giudice a Strasburgo.

Attualmente la Russia è lo stato membro del Consiglio d’Europa con il maggior numero di casi pendenti e di condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, per casi che vanno dalla condizione di tortura dei carcerati alle operazioni militari durante le due guerre di Cecenia, alle accusa di aggressione e pulizia etnica da parte della Georgia durante il conflitto del 2008. Il Consiglio d’Europa, la Corte europea dei diritti dell’uomo, e l’Assemblea parlamentare PACE sono istituzioni internazionali fondate nel 1948-49 e non collegate all’Unione europea.

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